Rai: Petruccioli non molla, ‘Cda legittimo, resto al mio posto’

di Raffaella Natale |

Italia


Claudio Petruccioli

Nessuna sostituzione o abbandono dell’incarico per il presidente Rai. E’ quanto ha affermato oggi lo stesso Claudio Petruccioli in apertura dei lavori del Consiglio d’amministrazione, la prima riunione che vede il cambio tra consiglieri così come voluto dal Ministero dell’Economia.

Il presidente ha rivolto un saluto e un ringraziamento al consigliere d’amministrazione uscente Angelo Maria Petroni, un “caloroso benvenuto” a Fabiano Fabiani, convinto che da lui “…verrà alla nostra attività un apporto importante”.

“…Come previsto e come sapete – ha comunicato il presidente Rai nell’odierno Cda -, lunedì 10 settembre si è svolta l’assemblea dei soci che aveva all’ordine del giorno il punto ‘Revoca di un amministratore e nomina di un nuovo amministratore della Società’. Ho fatto distribuire il verbale dell’assemblea stessa, nel quale sono riportate anche le dichiarazioni dei due consiglieri presenti, Petroni e Staderini”.

 

Il presidente ha voluto rimarcare che “…Fatte salve le questioni all’attenzione di diverse sedi giurisdizionali, per le quali a noi – e comunque a me – non spetta altro che rimettersi alle decisioni già prese o che saranno prese in futuro, voglio sottolineare che il contributo di Petroni ai lavori del Cda è sempre stato puntuale, competente, argomentato. Anche per questi motivi, i nostri rapporti sono stati corretti e leali, pur di fronte a valutazioni e intenzioni diverse che fanno parte della fisiologia di un organismo come questo”.

“…Sono convinto – ha commentato Petruccioli – che da Fabiani verrà alla nostra attività un apporto importante; la convinzione si fonda non solo su una lunga e amichevole frequentazione ma soprattutto sulla ricca esperienza di Fabiani, cominciata in questa azienda tanti anni fa, sviluppatasi fino alle più importanti responsabilità di direzione, e proseguita poi fuori dalla Rai con molti prestigiosi incarichi come amministratore e come manager”.

 

Petruccioli è quindi entrato nel merito dell’acceso dibattito che lo vede coinvolto e che vorrebbe una sua sostituzione ai vertici di viale Mazzini dopo la decisione presa da Padoa-Schioppa.

Ha quindi sottolineato che il Cda “…non è in mora e i suoi poteri non sono in alcun modo lesi“, e che lui resta “…a svolgere il mio compito in quanto sono sicuro della piena legittimità di questo organismo – ha detto – e della efficacia certa delle sue deliberazioni”.

 

E ha aggiunto: “…Se non avessi queste convinzioni non resterei un solo minuto in più, perché non ravviserei più le condizioni minime per svolgere la funzione che mi è stata affidata. Questo, che rientra, evidentemente, nell’ambito delle mie libere e responsabili valutazioni, lo garantisco nel modo più assoluto”.

“…Penso non sia difficile per nessuno comprendere – ha proseguito – e, spero, anche condividere questa posizione. Nel senso, per essere chiaro, che quel che vale per me vale per tutti. Chi non ravvisi, per quanto lo riguarda, la esistenza di quelle che ho definito ‘condizioni minime’ non ha che da trarne le logiche conseguenze”.

 

Petruccioli non ha quindi nessuna intenzione di andarsene volontariamente, e ha evidenziato come solo “…il Parlamento e il potere politico, in base a loro sovrane valutazioni, possono porre fine – anche prima delle scadenze previste – alla attività di qualunque organo come è questo Cda o di qualunque singolo, come il Presidente del Cda stesso”.

 

Ha quindi fissato gli obiettivi del lavoro futuro: “…una informazione onesta e non parziale, che rispetti rigorosamente la realtà dei fatti e la molteplicità dei punti di vista e dei giudizi; una gestione che valorizzi tutte le risorse umane senza discriminazioni; un progetto editoriale che innovi l’offerta e ne innalzi la qualità; un piano industriale che preveda la rapida realizzazione delle necessarie innovazioni tecnologiche, e la semplificazione funzionale dell’organizzazione aziendale”.

 

Intanto dall’opposizione la disputa non cessa e si chiede un intervento diretto del Capo dello Stato.

Il centrodestra riunito a Montecitorio ha ribadito la necessità che davanti alla decisione di Padoa-Schioppa intervenga Giorgio Napolitano, in qualità di “supremo garante della Costituzione“, come ha avanzato il presidente della Commissione di vigilanza Mario Landolfi.

 

Da Palazzo Chigi si ribadisce che la sostituzione del consigliere di amministrazione Rai e la nomina di Fabiani siano una prerogativa del Tesoro e quindi del governo. Questa vicenda, hanno spiegato, non può quindi rappresentare un pretesto per coinvolgere Giorgio Napolitano.

Mentre l’ex Ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, ha opposto: “…E’ disarmante l’atteggiamento del Presidente della Repubblica che fa tanti richiami al buonsenso e alla collaborazione tra le parti e poi tace di fronte alle illegalità compiute dal governo”.

 

Il Capo dello Stato intanto si è tirato fuori, commentando: “…Ritengo di dover fare una cosa soltanto: rappresentare l’unità nazionale e affermare, salvaguardare i principi e i valori costituzionali. Per quanto si tenti ogni giorno tirarmi da qualche parte in dispute politiche, tenacemente intendo tenermene fuori, perchè voglio parlare sempre a nome di tutti e non di una parte contro l’altra. E qualche volta, per far questo, bisogna far finta di non aver sentito”.

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