Italia
L’Aduc denuncia un nuovo abuso ai danni degli utenti della telefonia mobile.
Si tratta di un comportamento illegittimo messo in atto da 3 Italia, che dopo aver preannunciato un pesante aumento tariffario a partire da settembre, richiede corpose penali ai clienti che vogliono cambiare operatore.
Aduc riporta ad esempio una segnalazione giunta da un cliente di 3, che denuncia di aver stipulato a ottobre un contratto con piano tariffario SUPER 3 e cellulare Motorola in comodato d’uso, in cambio di una ricarica mensile di 20 euro.
Il 18 luglio, l’utente è stato avvisato via sms di un aumento delle tariffe a partire dal primo settembre e, alla richiesta di annullamento del contratto ha avuto in risposta la pretesa di una penale di 240 euro.
La richiesta della penale, spiega Aduc, “è illegittima, perché vietata dalla legge 40/2007 (decreto Bersani) in caso di recesso; ancor più in questo caso perchè lo scioglimento del contratto avviene a seguito delle mutate condizioni decise dal gestore unilateralmente”.
Pur riconoscendo che l’applicazione del decreto sulle liberalizzazioni ha indebolito gli operatori mobili più piccoli – come Wind e 3 Italia – l’associazione sottolinea che “…questo modo di operare non possa che indebolire ulteriormente le loro posizioni. Come sperano di recuperare terreno rispetto a Tim e Vodafone se trattano in questo modo i loro “pochi” clienti?”.
Tralasciando i clienti e concentrandosi su operazioni finanziarie e strategiche come la vendita delle torri, le società telefoniche si tirano la zappa sui piedi. Senza contare – continua Aduc – che Naguib Sawiris, il tycoon egiziano alla guida del fondo che ha rilevato Wind, “ha quasi concluso un’operazione finanziaria che scarica direttamente su Wind i debiti contratti per acquisire la società da Enel. Una mossa che ricorda molto da vicino l’operazione di Marco Tronchetti Provera, che negli anni ha traslato i suoi debiti da Pirelli a Telecom”.
Secondo Aduc, tutto ciò avviene a causa della mancanza di controlli e di normativa.
La mancanza di controlli è attribuibile agli scarsi poteri dell’Autorità preposta, ma anche al “modo altalenante e pro-aziende che