Unione Europea
La Commissione europea ha approvato l’acquisizione delle attività di telefonia fissa e di accesso a internet di Tele 2 Francia da parte della società di telefonia mobile SFR.
SFR è un operatore mobile controllato da Vivendi e Vodafone. Vivendi è attivo principalmente nel settore dei media e della comunicazione. Vodafone è – dopo China Mobile – il maggiore operatore mobile mondiale.
Tele 2 Francia, filiale di Tele 2 Europa, è attiva nei settori telefonia fissa, mobile, accesso a internet e IPTV. L’asset di telefonia mobile non fa parte dell’operazione.
Gli effetti dell’operazione riguardano dunque il settore della pay Tv, dal momento che Vivendi, attraverso la filiale Canal + occupa una posizione molto forte sul mercato francese.
Tenuto conto dell’attività di distribuzione di contenuti televisivi a pagamento di Tele 2, la Commissione ha aperto un’inchiesta approfondita per valutare se l’operazione potesse creare problemi di concorrenza nel settore.
I dubbi sono stati dissolti dall’impegno dell’acquirente a garantire agli operatori DSL parità di trattamento in merito all’accesso ai contenuti audiovisivi detenuti dal gruppo Vivendi, di cui SFR fa parte.
Grazie a questi impegni, la Commissione ha concluso che l’acquisizione non sarà d’ostacolo per la concorrenza.
Per il commissario antitrust Neelie Kroes, “la televisione è un settore economico molto importante per i consumatori ed è dunque essenziale che la Commissione si assicuri che i telespettatori beneficino di ampia scelta e tariffe competitive”.
“E’ a questo che tendono i remedies che condizionano l’approvazione di questa operazione e che tuteleranno gli interessi del consumatori francesi della pay Tv”, ha concluso la Kroes.
L’inchiesta condotta dalla Ue – partendo dalla constatazione che il gruppo Vivendi gode di una forte integrazione verticale – ha voluto appurare che in seguito all’acquisizione la società non privilegiasse la filiale SFR /Télé2 nell’accesso ai contenuti audiovisivi in suo possesso, conferendo a Tele 2 un vantaggio sugli altri operatori DSL.
Una tale strategia avrebbe creato una distorsione della concorrenza sia sul mercato a valle della distribuzione che su quello a monte dell’acquisto di contenuti.
Vivendi e SFR si sono dunque impegnati a garantire a tutti gli attori del mercato accesso paritario ai contenuti audiovisivi, guadagnandosi il via libera della Commissione.