Unione Europea
La decisione della Ue “è totalmente ingiustificata”. Così l’operatore spagnolo Telefonica ha reagito alla multa da 151 milioni di euro comminatagli dalla Commissione Ue per abuso di posizione dominante nel settore della banda larga.
La compagnia ha quindi annunciato l’intenzione di richiedere l’annullamento di una decisione oltre che ingiustificata anche “sproporzionata” e ha ribadito di aver sempre rispettato le disposizioni dell’Authority spagnola per le tlc, la Comisión del Mercado de las Telecomunicaciones (CMT).
Telefonica sostiene inoltre che gli argomenti della Commissione sono contraddittori e che dal 2001 la competizione sul mercato della banda larga è molto aumentata, con la quota dell’incumbent passata dal 95% del 2001 all’attuale 55%.
La decisione di Bruxelles crea inoltre – a giudizio di Telefonica – “un’enorme incertezza riguardo il ruolo svolto dalle autorità nazionali e finirà per ostacolare la capacità degli operatori d offrire nuovi prodotti e servizi, con un impatto diretto sull’intero settore delle tlc europee a tutto svantaggio dei consumatori”.
Gli oltre 151 milioni di euro di multa per abuso di posizione dominante comminati a Telefonica rappresentano comunque – nelle intenzioni della Ue – un avvertimento agli altri operatori storici europei, volto a dissuaderli dall’adottare comportamenti analoghi a quelli dell’ex monopolista spagnolo non solo nel mercato dell’accesso a banda larga, ma anche per quel che riguarda il loro posizionamento in rapporto al lancio e allo sviluppo di nuovi servizi, con particolare riferimento alle offerte ‘triple play’ (telefonia, internet e Tv su banda larga).
Secondo Buxelles, Telefonica ha attuato fin dal 2001 una pratica nota come ‘margin squeeze‘, che consiste nell’applicazione di elevate tariffe all’ingrosso, così vicine a quelle al dettaglio da annullare o quasi i margini di profitto delle compagnie concorrenti a tutto vantaggio dell’operatore dominante, in netta violazione delle leggi antitrust europee (articolo 82).
Così facendo, la compagnia ha indebolito i concorrenti, rendendogli impossibile concorrere ad armi pari e costringendoli a subire gravi perdite per poter praticare prezzi al dettaglio competitivi.
Un comportamento che ha gravemente danneggiato anche i consumatori che, alla luce della grave distorsione della concorrenza messa in atto dall’incumbent, pagano per la banda larga il 20% in più rispetto alla media Ue-15, con un tasso di penetrazione del servizio del 20% inferiore alla media e una crescita media inferiore del 30%.
Per il commissario Ue alla concorrenza Neelie Kroes, il comportamento di Telefonica è del tutto intollerabile, avendo l’operatore fissato dei prezzi che hanno “ostacolato la liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni”.
L’ADSL è utilizzato in Spagna nell’80% delle linee a banda larga. Essendo il solo operatore a disporre di una rete di telefonia fissa in tutto il Paese, Telefonica finisce per controllare l’intera catena di valore dell’ADSL nel Paese, poiché – essendo anti-economico duplicare la rete di accesso locale – gli altri operatori non hanno altra scelta che acquistare all’ingrosso i prodotti Telefonica.
I competitor, insomma, dal 2001 al 2006 hanno dovuto scegliere tra lasciare il mercato o restare con la certezza di subire ingenti perdite economiche.
Telefonica, ha spiegato la Commissione Ue, avrebbe potuto porre fine alla compressione dei margini, abbassando di sua sponte i suoi prezzi all’ingrosso, ma così, evidentemente non è stato e solo dopo l’apertura di una procedure formale della Ue nel febbraio 2006, l’Authority spagnola ha analizzato – a giugno – il mercato dell’accesso a banda larga alla luce delle nuovo quadro regolamentare.
intervento che ha portato – a dicembre 2006 – a una significativa riduzione ei prezzi all’ingrosso praticati da Telefonica sia a livello regionale che nazionale, ponendo fine agli abusi denunciati dall’esecutivo.
“Tenuto conto della gravità e della durata dei fatti, nonché del pregiudizio subito dai consumatori – ha spiegato la Ue in una nota – l’abuso di Telefonica richiede una sanzione severa e costituisce un precedente importante per la valutazione di simili comportamenti in altri settori liberalizzati di recente o in via di liberalizzazione e sui quali gli operator storici potrebbero tentare di abusare della loro posizione dominante ereditata da periodi relativamente lunghi durante i quali disponevano di diritti esclusivi e di una posizione di monopolio”.
Nel 2003, la Commissione europea ha preso una simile decisione nei confronti della filiale internet di France Télécom, Wanadoo, per abuso di posizione dominante nel mercato al dettaglio della banda larga. Oggi, conclude la Commissione, “il mercato francese della banda larga è tra i più competitivi d’Europa, con prezzi diminuiti e penetrazione in crescita”.