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Digitale terrestre: via libera dalla Ue agli aiuti di Stato per l’acquisto dei decoder

Italia


La Commissione europea ha stabilito che i contributi concessi dall’Italia nel 2007 per le apparecchiature per la ricezione della televisione digitale sono conformi alle norme sugli aiuti di Stato previste dal trattato CE.

L’inchiesta di Bruxelles è giunta alla conclusione che le detrazioni fiscali, accordate per un importo massimo di 40 milioni di euro, sono neutre sotto il profilo tecnologico e proporzionate all’obiettivo di promuovere il passaggio alla televisione digitale e l’interoperabilità.

 

La Commissione incoraggia il passaggio alla radiodiffusione in tecnica digitale, in linea con le proprie comunicazioni del 2003 e del 2005, nella misura in cui le misure di aiuto di Stato sono compatibili con le norme in materia.

 

Il Commissario Ue per la Concorrenza, Neelie Kroes, ha dichiarato: “Questa decisione dimostra non soltanto l’impegno della Commissione nel promuovere il passaggio alla televisione digitale e l’interoperabilità, ma anche che lo Stato può contribuire al raggiungimento di questi obiettivi nel rispetto delle norme in materia di aiuti”.

 

Grande soddisfazione da parte del Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, che ha dichiarato: “E’ una scelta che accelera la transizione alla Tv digitale, nel rispetto del principio di neutralità tecnologica. Sulla base del via libera della Ue alla norma, il Ministero varerà il regolamento di attuazione che renderà operativo il provvedimento”.

 

Come spiega una nota della Ue, l’Italia ha notificato la legge 296 del 27 dicembre 2006 (commi 357 e 361 della legge finanziaria 2007), la quale dispone una detrazione dall’imposta sul reddito a favore dei consumatori.

La norma in questione prevede che basterà dimostrare di essere in regola con il pagamento del canone Rai per detrarre dall’Irpef il 20% delle spese sostenute per l’acquisto, entro il 31 dicembre 2007, di un televisore dotato di sintonizzatore digitale.

Il massimo di spesa che si può portare in detrazione è di 1.000 euro, per una quota percentuale di 200 euro massimi. Per tale misura il Governo ha deciso di stanziare 40 milioni nel 2008.  

Condizione per il riconoscimento dell’incentivo è anche che l’apparecchio sia in grado di decodificare tutte le piattaforme televisive esistenti, rendendo potenzialmente visibili tutti i canali.

 

Con la disposizione si intende agevolare la migrazione degli acquirenti verso il mercato degli apparecchi televisivi con sintonizzatore digitale integrato, senza discriminare alcuna tecnica trasmissiva esistente, rispettando il principio della “neutralità tecnologica“, affermato dalla Commissione europea con la decisione 9/11/2005 (Berlino/Brandeburgo) e violato dal precedente Governo con le sovvenzioni all’acquisto dei decoder.

 

La Ue, dopo un’accurata indagine, ha stabilito che la misura in questione rispetta questo principio, in quanto il contributo è accordato a prescindere dal fatto che il decoder venga utilizzato per ricevere canali televisivi terrestri, via cavo o satellitari. Qualora l’apparecchiatura digitale disponga di funzioni interattive, queste devono essere fornite attraverso interfacce di programmi (API) che utilizzano standard aperti, in conformità con la definizione di cui all’articolo 18 della direttiva quadro per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica e con le successive comunicazioni della Commissione (COM(2004) 541 del 30 luglio 2004 e COM(2006) 37 del 2 febbraio 2006).

 

Dopo aver esaminato la misura, la Commissione ha concluso che il contributo conferisce un vantaggio indiretto alle emittenti che utilizzano tecnologie digitali, poiché consente loro di costituire e incrementare il loro pubblico digitale più rapidamente e a minor costo. Tuttavia, dal momento che la misura rispetta i principi di trasparenza, necessità, proporzionalità e neutralità tecnologica, la Commissione ritiene che l’aiuto in questione sia compatibile con il mercato unico.

 

Analogamente a quanto avvenuto nell’esaminare il contributo concesso per la televisione terrestre digitale nel Land tedesco Berlino-Brandeburgo, la Commissione riconosce che il passaggio alla televisione digitale può subire ritardi se demandato esclusivamente alle forze di mercato e che l’intervento pubblico può essere utile, attraverso – ad esempio – la regolamentazione, i contributi finanziari ai consumatori, le campagne d’informazione o le sovvenzioni concesse per superare uno specifico fallimento del mercato o per garantire la coesione sociale o regionale. Spetta agli Stati membri dimostrare che l’aiuto costituisce lo strumento di intervento più adatto, si limita al minimo indispensabile e non falsa eccessivamente la concorrenza.

 

Nel caso del Land Berlino-Brandeburgo, la Ue ha dato indicazioni specifiche sulle forme accettabili di aiuti pubblici per il passaggio al digitale:

 

Queste misure devono rispettare i principi di trasparenza, necessità, proporzionalità e neutralità tecnologica.

 

Le suddette indicazioni sono destinate a garantire una maggiore certezza del diritto per eventuali interventi pubblici nell’imminente passaggio alla televisione digitale in tutta la Ue. Permane ovviamente l’obbligo per gli Stati membri di notificare alla Commissione tutte le misure d’aiuto di Stato prima di darvi esecuzione.

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