Italia
Il rapporto degli italiani con internet e in genere con le nuove tecnologie è stato fotografato nell’indagine “Liquidi e mutanti. Industrie dei contenuti & consumatori digitali” realizzata da ACNielsen, commissionata dall’Osservatorio permanente sui contenuti digitali, presentata ieri a Roma.
La ricerca è stata realizzata su un campione rappresentativo della popolazione italiana di 8.500 individui con più di 14 anni per la parte quantitativa e su specifici focus group per cinque tipologie di utilizzatori di contenuti (dai 13 ai 50enni) per la parte qualitativa.
Dai dati raccolti è emerso che nell’era delle tecnologie il 52% degli italiani non usa ancora Internet. E parliamo di qualcosa come 26,6 milioni di italiani. Se poi si analizza quel 31% che rappresenta la reale “avanguardia tecnologica” si assiste a un’ulteriore suddivisione: a fronte di un 14% della popolazione (qualcosa come 7.4 milioni di italiani) che abbina un uso consapevole, interattivo ed evoluto delle tecnologie con un’elevata propensione al consumo di contenuti culturali (sono i cosiddetti Eclettici), troviamo un 17%, pari a 8.9 milioni di italiani (i cosiddetti Technofan) che utilizzano le tecnologie per lo più in modo passivo, come svago o per comunicare. Dai dati che emergono dall’indagine probabilmente questo gap rischia nel futuro di aumentare.
Ad orientare gli utenti verso un utilizzo evoluto e interattivo delle nuove tecnologie (più cultura=uso più consapevole ed evoluto delle tecnologie) non è tanto la disponibilità o l’uso frequente delle tecnologie nuove e di tendenza: la tecnologia di per sé costituisce uno strumento neutro. Quello che fa la differenza è l’abitudine alla fruizione di consumi culturali. Maggiore è il consumo di cultura e maggiore è la propensione all’uso di tecnologie innovative: sono gli Eclettici, forti lettori, alti acquirenti di musica e DVD e consumatori di cinema, i più forti utilizzatori delle potenzialità offerte dal Web 2.0.
I forti fruitori di programmi Tv tendono invece a un consumo tecnologico ridotto: più che di digital divide è quindi più corretto parlare di cultural divide. Non emergono nemmeno grandi differenze tra Nord e Sud, conta invece molto di più se si vive in una grande città o in un piccolo centro.
Per quanto riguarda il futuro, si evidenzia che un uso evoluto delle tecnologie e forti consumi culturali sono strettamente legati: dall’indagine emerge chiaramente però che – ed è questo il segnale più preoccupante – anche i genitori tecnologicamente più avanzati, non riescano a trasmettere la passione per la cultura ai figli, che, di conseguenza sempre di più, utilizzeranno le tecnologie come puro gadget. Anche i figli di genitori Eclettici, legati cioè alle tecnologie e alla cultura, stanno migrando nel gruppo dei Technofan, sicuramente emancipati in fatto di tecnologia, ma poco dotati di strumenti culturali che permettano loro di controllarla e gestirla.
Nel rapporto tra ragazzi e ragazze emerge un segnale positivo: le 14-24enni usano Internet quanto i loro colleghi maschi ma l’utilizzo settimanale di forum e blog vede un’incidenza superiore tra le donne giovani (14-24 anni) rispetto ai loro coetanei maschi (43% vs 35% tra le 14-19enni e 28% vs 19% tra le 20-24enni, base utilizzatori internet), probabilmente per maggior bisogno confronto e condivisione. A partire dai 25 anni sono invece i maschi ad essere maggiori utilizzatori. Al contrario l’utilizzo di sistemi di file-sharing risulta un “fatto maschile” in tutte le fasce d’età.
Le piattaforme più utilizzate: (almeno una volta alla settimana) il PC con DVD (39%) e il cellulare conMP3/video/fotocamera (33%), seguito dal lettore DVD (26%). Lettore MP3/i-Pod e TV LCD/al plasma seguono con il 15%. Sistemi di messaggistica istantanea (Messenger, Skype) e forum/blog sono i servizi Internet più frequentemente utilizzati: lo usano almeno una volta la settimana rispettivamente il 27% e il 22% degli utilizzatori di internet.
Dai i dati raccolti risulta molto forte la crescita degli acquisti online, anche se ancora la maggior parte di Cd, Dvd e libri vengono comprati offline.
L’online è un fenomeno ancora contenuto che interessa a oggi circa il 10% degli heavy user di internet, coloro che si connettono da casa tutti i giorni o quasi (e il 3% se riportato alla popolazione italiana nel suo complesso). Il ruolo di internet è ancora solo emergente con la parziale eccezione del P2P per la musica (15% della popolazione) e i video (11% della popolazione) ok. Il free download per la musica si attesta all’8% della popolazione.
Negli ultimi anni le nuove tecnologie hanno modificato radicalmente il modo di fruire della cultura e dell’intrattenimento, in Italia come all’estero: i contenuti culturali sono infatti sempre più disponibili anche in versioni digitali.
Ecco perché AIE, AIDRO, FIMI, UNIVIDEO – alcune tra le principali Associazioni che, in Italia, rappresentano le aziende che producono e gestiscono i contenuti – e CINECITTÁ HOLDING hanno costituito un Osservatorio permanente sui contenuti digitali: dai libri e prodotti editoriali alla musica al cinema e all’home video. (r.n.)
“Liquidi & Mutanti. Industrie dei contenuti & consumatori digitali“