Infomobilità: Governo e Autonomie siglano accordo all’insegna del federalismo digitale

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Infomobilità

Sancito l'”Accordo tra Governo, Regioni e Autonomie Locali in materia di infomobilità” che disciplina le attribuzioni della Conferenza Stato – Regioni, e la sua unificazione, per le materie ed i compiti di interesse comune, con la ‘Conferenza Stato – città ed autonomie locali’ (ai sensi dell’articolo 9, comma 2, lettera c, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281).
Obiettivo dell’accordo promuovere nuove azioni e nuovi strumenti per gestire sviluppo e sostenibilità dei processi innovativi in tema di mobilità pubblica e privata.

Il documento, approvato il 31 maggio dalla Conferenza Unificata, sede di confronto inter-istituzionale tra Stato-Regioni ed Enti locali per l’attuazione della riforma del Titolo V, fa leva sull’impatto strategico dei sistemi di infomobilità nello sviluppo della mobilità cittadina, con il supporto delle nuove tecnologie dell’informazione.

Nell’accordo sono previsti, i Piani regionali di infomobilità, documenti di programmazione e indirizzo aventi per oggetto le azioni coordinate e coerenti per lo sviluppo dei sistemi di mobilità pubblica  privata. I Piani regionali indicano gli obiettivi che le Regioni intendono perseguire, considerati i Piani di infomobilità degli Enti Locali, e concorrono alla formazione del piano unitario degli interventi previsto dal D.I. del comma 893, “Fondo per il sostegno agli investimenti per l’innovazione negli enti locali” previsto nella Finanziaria 2007.

Tutti i nuovi progetti di infomobilità, a decorrere dal 30 giugno 2007, dovranno riferirsi ai Piani Regionali e, nei casi in cui questi non sono presenti, il riferimento sarà costituito dalle Linee Guida, a rinnovo triennale, che forniscono standard, protocolli e specifiche tecniche per garantire l’interoperabilità tra i diversi sistemi operanti nel territorio, in coerenza con il Sistema Pubblico di Connettività.

Le Linee sono frutto del lavoro del Tavolo tecnico “Infomobilità”, in seno alla Commissione per l’innovazione tecnologica negli Enti locali e nelle Regioni ed indirizzano le attività strategiche di governo per una migliore qualità della vita e un aumento della competitività complessiva del sistema paese, in materia di mobilità cittadina.

La Commissione per l’Innovazione Tecnologica, a suo tempo definita come cabina di regia dell’innovazione, è nata per  istituire un sistema di concertazione tra il governo centrale e le autonomie locali. Le motivazioni sono state dettate dall’esigenza di una una strategia che passasse da una cooperazione nazionale in grado di gestire le pluralità di azioni presenti su tutto territorio ad una visione di sistema capace di rendere competitivo il Paese a livello europeo ed effettivo lo sviluppo della “Società dell’Informazione” a livello nazionale.

Ancora una volta l’esigenza dichiarata è quella, ormai sempre più invocata, di fare sistema attraverso investimenti non più a pioggia. Ed è in quest’ottica che La Conferenza Unificata ha deliberato, come previsto dal Codice dell’Amministrazione Digitale, l’istituzione della Commissione permanente per l’innovazione tecnologica nelle Regioni e negli Enti Locali.

L’art. 2, comma 1 della Delibera 973/CU del 14 settembre 2006 stabilisce che la Commissione opera sulla base di una agenda dei lavori semestrale, che viene concordata in occasione di apposite sessioni della Conferenza Unificata. La Commissione esercita le funzioni istruttorie e consultive della Conferenza Unificata in ordine alle politiche riguardanti l’innovazione tecnologica di Regioni ed Enti locali previste dall’art.14, comma 3-bis del d.lgs 82/2005.

Nella Commissione, presieduta dal Ministro Linda Lanzillotta, sono rappresentati le Regioni e gli Enti Locali, oltre ai dicasteri Affari Regionali e Autonomie Locali, Riforme e Innovazione, Interni, Comunicazione, Salute, Economia e Finanze, e Sviluppo.

La Commissione Permanente opera sulla base di un’Agenda semestrale, contenente alcuni punti ritenuti prioritari. Tali punti vengono affrontati da gruppi di lavoro tematici che vedono la partecipazione di Governo, Autonomie Locali e stakeholder. Con tale metodo si intende giungere ad un quadro di federalismo digitale, fondato su  un rapporto dialettico tra autonomia e coordinamento.

Le ICT si inseriscono come volano del decentramento, in quanto garantiscono la definizione di standard comuni da applicare ai contesti specifici, e consentono modalità sofisticate, in un’ottica economica, di coordinamento e cooperazione a distanza, nonché di avvicinamento dell’utente ai servizi. Sotto l’aspetto amministrativo, dunque, il lavoro svolto dai Tavoli mira a realizzare una forte autonomia dei territori, nel quadro di un’accorta, costante e strutturata regia centrale.

L’accordo sulla infomobilità rappresenta una testimonianza concreta di questo percorso.

 

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