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ICT e business: trend di forte transizione, ma il 40% delle PMI è ancora ‘immaturo’

Italia


Si è svolto a Milano presso l’Aula Rogers del Politecnico il Convegno ‘Pmi: innovare per sopravvivere!’ organizzato dall’Osservatorio permanente l’ICT come leva strategica nelle PMI della School of Management del Politecnico di Milano e supportato da Adecco, Alcatel-Lucent, Autodesk, Barclays Bank, Business Objects, eBay, Google, HP, Microsoft, Nokia, RS Components, Trend Micro e Vodafone.

 

L’Osservatorio, giunto al suo quarto anno di attività, ha introdotto alcune novità nella Ricerca di quest’anno, come ci spiega Raffaello Balocco, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio: “Innanzitutto ha allargato l’ambito d’analisi, esplorando il tema dell’innovazione a tutto tondo: a livello non solo di ICT, ma anche di strategie e modelli di business, di prodotti e servizi, di design e brand e di strumenti finanziari”.

Inoltre, “l’attenzione si è focalizzata, con riferimento specifico all’innovazione ICT, oltre che sulle componenti più tradizionali del sistema informativo aziendale, anche sui servizi e sulle applicazioni più innovative e recenti che offrono nuove opportunità alle PMI italiane, ad oggi non pienamente sfruttate”.

 

La Ricerca quantitativa ha analizzato l’utilizzo e la diffusione delle ICT in un campione statisticamente significativo di più di 1.000 imprese italiane con numero di dipendenti compreso tra 10 e 500; dati che sono stati poi utilizzati per misurare il livello di maturità infrastrutturale, applicativa e ICT delle PMI italiane.

 

Il quadro che emerge dall’analisi dell’infrastruttura ICT delle PMI italiane mostra una situazione di forte transizione e cambiamento. Circa il 55% delle imprese utilizza un’infrastruttura ICT “in evoluzione”, caratterizzata, cioè, da un buon livello di aggiornamento, anche se non ancora del tutto completa e coerente. Solo il 16% delle imprese utilizza un’infrastruttura “evoluta”, mentre il restante 29% delle imprese utilizza un’infrastruttura “embrionale”, poco aggiornata e con un basso livello di completezza.

 

Dall’analisi del parco applicativo delle PMI italiane analizzate emerge invece uno scenario fortemente eterogeneo. Da una parte, la ricerca mette in evidenza come una quota rilevante di imprese sia caratterizzata da un basso livello di maturità applicativa: circa 1 impresa su 3 utilizza esclusivamente un pacchetto elementare, che consente di gestire alcune attività di base, quali l’amministrazione e la contabilità, eventualmente integrato attraverso sviluppo software ad hoc. A queste si aggiunge un certo numero di imprese (pari a circa il 12%) che non utilizzano nessuna applicazione “lato server”, ma si affidano esclusivamente ad applicazioni di produttività personale. Dall’altra parte, il restante 45% delle imprese utilizza un portafoglio applicativo che garantisce un buon livello di copertura dei processi, ma caratterizzato da diversi livelli di flessibilità e standardizzazione. In particolare, circa il 17% delle imprese utilizza un parco applicativo poco flessibile, in circa il 24% delle imprese il livello di flessibilità del parco applicativo è medio, ed infine nel restante 3% delle imprese sia il livello di copertura che di flessibilità è molto elevato.

 

Quasi 1 impresa su 3 ricorre ad un sistema gestionale “evoluto” (gestionale nazionale, gestionale verticale o ERP), mentre il 43% delle imprese utilizza esclusivamente un pacchetto elementare, per la gestione dell’amministrazione e della contabilità. La percentuale di imprese che hanno adottato sistemi specifici a supporto della Business Intelligence varia da 5% al 29% sulla base delle dimensioni delle imprese stesse. Tali applicazioni vengono utilizzate quasi esclusivamente per effettuare analisi commerciali e a supporto del controllo di gestione.

 

Inizia a diffondersi l’utilizzo di applicazioni Web più evolute rispetto al semplice sito istituzionale, soprattutto nelle imprese di dimensioni maggiori, appartenenti a specifici settori; le applicazioni più diffuse sono le Intranet rivolte ai dipendenti (utilizzate da una percentuale di imprese che varia tra il 16% ed il 53%, sulla base delle dimensioni), le applicazioni Extranet rivolte ai clienti business (utilizzate da una percentuale di imprese che varia tra il 7% e il 37%, sulla base delle dimensioni), e i siti di commercio elettronico B2C, utilizzati esclusivamente dalle imprese che si rivolgono direttamente al consumatore finale.

 

Cresce anche l’utilizzo di applicazioni Mobile&Wireless da parte delle PMI italiane. In particolare, la percentuale di imprese che utilizza applicazioni di Mobile Office varia tra il 16% e i 47% sulla base delle dimensioni, mentre l’utilizzo di altre applicazione Mobile&Wireless (prevalentemente Sales Force Automation su rete cellulare e gestione dei magazzino su rete Wi-Fi) varia tra i 7% ed il 46%, sempre sulla base delle dimensioni.

 

Le applicazioni RFID, quasi assenti nelle imprese con meno di 50 dipendenti, sono utilizzate da circa il 9% di quelle con numero di dipendenti compreso tra 250 e 500. Il settore in cui tale tecnologia è maggiormente utilizzata è l’Alimentare, a seguito delle normative sulla tracciabilità. Le applicazioni più utilizzate sono quelle per la gestione del magazzino, per il controllo degli accessi e di antitaccheggio (soprattutto nel Commercio).

 

L’analisi effettuata sulla maturità ICT delle PMI italiane intervistate mostra un 40% di PMI “immature”, sia a livello infrastrutturale che applicativo, un 46% con un buon livello di Maturità o infrastrutturale o applicativa, e solo un 12% caratterizzato da elevato livello di Maturità ICT complessiva.

 

La Ricerca ha evidenziato che nel corso del 2006 la spesa IT delle PMI italiane è stata una quota variabile, sulla base della dimensione, compresa circa fra 760 e 1200 euro per l’acquisto di HW, software e servizi IT.

Il significato del valore di spesa IT è però in realtà duplice: un valore elevato infatti può significare sia una particolare predisposizione dell’impresa (ed in particolare un’elevata sensibilità dell’imprenditore) verso l’innovazione basata sulle ICT, ma può anche essere il sintomo dell’utilizzo di un’infrastruttura IT e di un parco applicativo che necessita di spese rilevanti di manutenzione.

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