eContent: forse Jean-Marie Messier non aveva tutti i torti… Vivendi rispolvera il progetto di un portale per il video-sharing  

di Raffaella Natale |

Francia


Jean-Marie Messier

Jean-Bernard Levy, presidente di Vivendi, l’aveva annunciato lo scorso 19 aprile in occasione dell’assemblea generale degli azionisti.

La società lancerà un nuovo portale per i contenuti on demand entro la fine dell’anno, cinque anni dopo lo scacco subito con Vizzavi, che era il primo tentativo di penetrare questo settore.

 

Lanciato da Vivendi e Vodafone nel giugno 2000, Vizzavi era stato pensato nell’era di Jean-Marie Messier per fornire contenuti multipiattaforma.

Nonostante un investimento pari a un miliardo di euro e un tentativo di riorientare il modello di business del portale verso i contenuti pay, Vivendi ha abbandonato il progetto, vendendo nel 2002 la propria partecipazione a Vodafone.

Simbolo del fallimento del Wap – Vizzavi sperava di diventare una Yahoo! del mobile – e della strategia della convergenza di ‘J6M’ (soprannome che sta per Jean-Marie Messier moi-même maître du monde), Vizzavi ha accumulato quasi 470 milioni di perdite tra il 2000 e il 2001.

 

Ironia della sorte, è soprattutto sui contenuti di Universal Music e di Vivendi Games, dietro cui c’è sempre il nome di Jean-Marie Messier, che il nuovo portale costruirà la propria offerta. Secondo Les Echos, il sito avrà l’originale ambizione: distribuire contenuti su tutti gli schermi (Pc, mobile, Tv, lettori Mp3…).

Il nome dell’unità che sorveglia il progetto, Vivendi Mobile Entertainment, lascia tuttavia presagire una forte dominio sul mobile. Ancora non si conosce il nome del portale. In questi ultimi mesi, la nuova divisione di Vivendi ha comunque moltiplicato i depositi di nomi di domini, come yoohub.fr, yuhhub.fr, yuhub.fr, Shopera o Creattic, en .fr.

 

Piuttosto che investire centinaia di milioni di euro, il gruppo avrebbe solo impegnato diverse decine di milioni di euro e penserebbe a costituire uno staff con 80 persone in tutto. Diversamente dalle piattaforme web 2.0 come YouTube o DailyMotion che puntano a monetizzare la loro audience grazie alla pubblicità, Vivendi mirerebbe esclusivamente alla vendita di contenuti.

 

Ciò non ha comunque impedito di siglare un accordo con YouTube nell’ottobre 2006 e successivamente a marzo con Dailymotion per permettere ai siti francesi di video-sharing di distribuire i propri cataloghi in cambio di una partecipazione alle entrate pubblicitarie generate.

Un accordo particolarmente importante per Dailymotion, visto che Universal controlla una fetta del 37% del mercato francese della musica.

 

All’epoca dei fatti, molto indiscrezioni parlavano di trattative per l’ingresso di Universal nel capitale di Dailymotion. Da allora forse Vivendi ha cominciato a pensare ad altro e magari a entrare in prima linea sul mercato dei contenuti pay.

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