Gran Bretagna
Mentre in Italia cresce l’attesa per l’asta che assegnerà le licenze WiMax, in Gran Bretagna industria e istituzioni si sono riunite a discutere sulle prospettive future del mercato al Mobile Broadband Congress, dove è stata sottolineata l’importanza di focalizzare lo sviluppo della tecnologia sulla ‘consumer experience’.
Mentre l’attuale mercato delle comunicazioni vocali è incentrato sullo ‘strumento‘ – sia esso un semplice cellulare, uno smartphone, un laptop o quant’altro – il mondo WiMax richiede sostanzialmente un discorso a sé: il riferimento, infatti, non è il dispositivo di accesso alla rete, ma chi lo utilizza cioè una persona reale che si connette a internet senza curarsi troppo della tecnologia e utilizza la connessione per una moltitudine di prodotti e servizi.
Essendo una tecnologia IP-based, il WiMax permette dunque agli utenti di adattare l’esperienza broadband al proprio stile di vita e non viceversa, come avviene ora.
A rimarcare questo concetto è stato innanzitutto Barry West, CTO di Sprint Nextel e presidente della divisione 4G Mobile Broadband del gruppo statunitense che la scorsa estate ha svelato i suoi piani sul WiMax, annunciando investimenti per 3 miliardi di dollari in due anni nella costruzione di una rete wireless IP.
Il progetto si avvarrà della collaborazione del gruppo sud coreano Samsung, per lo sviluppo delle Pc card, della californiana ZyXEL per i modem e della cinese ZTE, che fornirà i dispositivi basati sullo standard 802.16e.
L’obiettivo di Sprint Nextel è di raggiungere 100 milioni di utenti entro la fine del 2008 e di “rendere internet come l’aria: qualcosa di cui si ha bisogno sempre e dovunque”.
Uno dei fondamentali vantaggi del WiMax, secondo West, sarà quello di consentire un rapporto più semplice e immediato con tutto un ecosistema di servizi che, quelli sì non la tecnologia in sé, faranno la differenza: pensiamo ad esempio a una lavatrice in grado di effettuare un’auto-diagnosi. Oggi come oggi, un guasto alla macchine richiede l’intervento di un tecnico specializzato, con i tempi richiesti per individuare un guasto ed eventualmente sostituire i pezzi fuori uso.
Una lavatrice dotata di chip WiMax, invece, potrebbe individuare automaticamente il pezzo non funzionante, connettersi a una centrale di supporto tecnico e ordinare la sostituzione, con evidente risparmio di tempo e denaro.
Proprio simili innovazioni nel modo di avvicinare i consumatori alla tecnologia potrebbero rappresentare quell’incentivo in più a scegliere il WiMax piuttosto che un’altra tecnologia o servizio.
Proprio perché – come ha sottolineato anche Andy McKinnon di Motorola – per la maggior parte dei consumatori, non è la tecnologia sottostante a fare la differenza nel momento di scegliere un dispositivo, ma la qualità e gli effetti tangibili che essa garantisce.
Ecco perché è del tutto sbagliato, per chi sul WiMax vuole investire, concentrarsi sulle applicazioni voice della tecnologia. Quello che è essenziale, infatti, è il mix di servizi complementari che dovranno essere offerti oltre alla voce che non sarà certo la killer application per il WiMax, anche se molti operatori si apprestano a offrire sulle proprie reti cellulari servizi VoIP e apparecchi dual mode.
Le parole chiave saranno dunque ‘servizi’ e ‘intrattenimento’: West ha sottolineato, ad esempio, che negli Usa, lo scorso anno il commercio elettronico ha generato profitti per 120 miliardi di dollari, superiori a quelli del mercato della telefonia vocale.
La crescita del WiMax – è stato sostenuto da più parti al convegno di Londra – dipenderà tutta dall’abilità di combinare alla forza della connettività a banda larga wireless, l’appeal di servizi adeguati.
Ne è prova anche il recente accordo tra BT Group e Sony che consentirà di fare chiamate video e voce attraverso la playstation portatile (PSP) e di connettersi in remoto al browser di Internet della PS3 e ai contenuti del sistema PS3 usando la funzionalità wireless integrata.
Per Steve Andrews, responsabile della divisione Mobility & Convergence di BT, il WiMax sarà una parte essenziale del ‘piano convergenza’ di BT, che pure ancora non possiede una propria rete WiMax.