Unione Europea
Raggiunto finalmente l’accordo politico sulla Direttiva Tv senza Frontiere, che fissa nuove regole per riformare il mercato audiovisivo europeo. Dopo un iter legislativo durato 18 mesi, il Parlamento Ue e il Consiglio hanno trovato l’intesa sui punti essenziali della proposta iniziale della Commissione, che considera l’ammodernamento in atto nel panorama mediatico.
La Direttiva fornirà un quadro regolamentare esaustivo che copre tutti i nuovi servizi. Una regolamentazione meno dettagliata, ma sicuramente più flessibile, adatta ai mutati scenari che comprende anche la pubblicità televisiva e migliora la procedura di finanziamento dei contenuti.
L’entrata in vigore è prevista entro la fine del 2007. Gli Stati membri avranno 24 mesi di tempo per accogliere le disposizioni europee nella legislazione nazionale, in modo che il quadro regolamentare, che riguarda anche tutte le attività commerciali audiovisive, venga rivisto e applicato senza ulteriori slittamenti entro il 2009.
Viviane Reding, Commissario Ue per la Società dell’Informazione e Media, ha commentato con soddisfazione: “Abbiamo raggiunto una tappa decisiva per la realizzazione di un più competitivo mercato interno dei servizi audiovisivi“, ma anche per il nascente comparto dei contenuti video.
Aggiungendo: “Questo importante lavoro di modernizzazione normativa consente di proiettare le politiche dell’audiovisivo nel 21esimo secolo e porta una boccata di ossigeno al settore”.
“Vi saranno meno regole – ha sottolineato il Commissario Ue – come pure un miglior finanziamento dei contenuti europei e una maggiore visibilità dei fondamentali valori dell’Europa, favorendo la diversità culturale e la protezione dei minori”.
Le disposizioni copriranno l’integrità dei servizi audiovisivi, indipendentemente dalla tecnologia di trasmissione utilizzata (Tv classica o Tv on demand), e fornirà al settore la chiave per diventare più competitivo nel prossimo futuro.
In ogni caso, elemento cardine è quello di basarsi sul principio del Paese di origine. Una delle procedure, fondate sulla giurisprudenza della Corte di giustizia europea, consente agli Stati membri di adottare misure astringenti contro i broadcaster degli altri Paesi Ue che violano le proprie regole nazionali.
I produttori trarranno beneficio anche dalle regole sulla pubblicità che sono molto più flessibili e che favoriranno il mercato dei contenuti.
I cittadini vedranno i lori diritti maggiormente tutelati. Potranno, per esempio, accedere agli estratti di manifestazioni di comune interesse nel quadro dei programmi di informazione generale e identificare chiaramente il fornitore di servizi media; saranno notevolmente migliorati i servizi per gli ipovedenti o persone con disabilità uditive. Quadro maggiormente chiaro anche sul product placement che verrà segnalato obbligatoriamente dai broadcaster.
Incoraggiando, inoltre, l’autoregolamentazione e la coregolamentazione per il settore.
Background:
Il 13 dicembre 2005,
Directive of the European Parliament and of the Council amending Council Directive 89/552/EEC