Italia
Il ruolo dell’ICT nella crescita economica e nel miglioramento degli standard di vita delle nazioni è un dato di fatto che rende più evidente il rischio competitività per i Paesi come l’Italia che sono in ritardo nella diffusione e nella applicazione di queste tecnologie. Per uscire dal mero allarmismo e per dare un contributo positivo alla chiusura della divaricazione rispetto ai Paesi leader (di oggi e di domani), ThinkTel si propone con questo progetto un duplice scopo:
-
mostrare i positivi effetti che un’accelerazione nello sviluppo di infrastrutture e applicazioni ICT potrà avere in settori chiave dell’economia italiana quali la Mobilità di merci e persone, la Sanità, il Turismo, l’Homeland Security e l’Emergency Management, la Pubblica Amministrazione e le Piccole e Medie Imprese;
-
disegnare una roadmap che identifichi i colli di bottiglia, spesso di natura legislativa o regolamentare, e che mostri gli effetti della loro rimozione sotto diverse ipotesi di intensità e di selettività degli investimenti in ICT.
Come restituire 40miliardi di Euro al nostro Paese
Politiche e strategie tecnologiche per la sicurezza del territorio e la gestione delle emergenze
Sicurezza e gestione delle emergenze come fattori igienici dello sviluppo e della competitività
Particolare attenzione nel progetto viene data ad un settore di solito trascurato nelle analisi, cioè quello legato alla sicurezza del Paese attraverso la protezione da fenomeni naturali e da azioni intenzionali e non intenzionali dell’uomo (Homeland Security e Emergency Management). La natura del nostro Paese, le previsioni sui cambiamenti climatici, l’evoluzione geopolitica e sociale di questi ultimi anni pongono l’attenzione su queste tematiche a un livello alto e crescente di priorità perché la salvaguardia del territorio, dei nostri patrimoni naturali e monumentali, delle nostre infrastrutture e, soprattutto, delle persone è una premessa fondamentale per garantire lo sviluppo di tutti i settori economici.
ThinkTel ha stimato che i costi complessivi dei rischi da eventi naturali e intenzionali ammontano a circa 40 miliardi di euro all’anno. Se le emergenze naturali – incendi, dissesto idrogeologico, fenomeni sismici sono responsabili di ben il 25% di questa cifra complessiva, il danno più significativo è da attribuirsi agli aspetti di sicurezza dei cittadini. Sulla base di dati del World Economic Forum (World Economic Forum: “Travel and Tourism Competitiveness Report”, 2007), ThinkTel stima che un miglioramento della sicurezza del nostro Paese ai livelli della Finlandia (prima nella classifica) consentirebbe di aumentare i ricavi del turismo di circa 10 miliardi di euro. Un basso livello di sicurezza è anche tra i principali responsabili della cronica incapacità del Paese ad attrarre Investimenti Diretti Esteri (IDE), in particolare nel Mezzogiorno (MPRA: “Foreign direct investments in the Italian regions: The role of organized crime and infrastructures”, October 2006) che segna un deficit di circa 5 miliardi di euro all’anno rispetto alla media dei Paesi europei.
Una visione di sistema
La complessità delle tematiche può essere affrontata efficacemente solo attraverso una visione sistemica che permetta di descrivere e organizzare le diverse componenti della gestione della sicurezza e delle emergenze. Una risposta adeguata deve infatti saper organizzare intorno all’evento (l’incendio, l’alluvione, l’attentato, lo scippo, ecc.) sia le fasi a monte di prevenzione e di preparazione, sia le fasi a valle di intervento e di ripristino.
Il contributo che l’ICT può dare ciascuna di queste fasi è molto importante, soprattutto in una visione estesa che comprenda tutta la catena dell’informazione, dalla generazione – attraverso reti di sensori – alla comunicazione e alla elaborazione. Ovviamente l’ICT è solo una delle componenti che devono essere messe a punto e altri interventi strutturali devono essere previsti, ma questi stessi interventi possono beneficiare dall’impiego di queste tecnologie non solo nell’efficientamento dei processi, ma nell’innovazione, come fattori abilitanti alla creazione di opportunità nuove.
E’ proprio in questa visione di sistema che si può apprezzare come le applicazioni in questi settori rappresentino casi esemplari di usi duali delle tecnologie: si pensi al valore del monitoraggio anche ai fini della mobilità piuttosto che alla digitalizzazione del territorio per usi che dalla sicurezza creano ricadute sulla mobilità, sul turismo, fino al catasto. In questa visione il fattore umano – fino al semplice cittadino – è cruciale e le tecnologie di formazione, training e supporto alle decisioni basate su ICT hanno un enorme potenziale di sviluppo.
Il ruolo del comparto industriale nazionale
Il ruolo degli attori nazionali è un fattore chiave. Mentre negli altri settori citati (ad esempio turismo e mobilità) le peculiarità del Paese possono essere sfruttate dalle nostre imprese di servizi e di tecnologie per creare best practice da esportazione, nel caso in oggetto questa opportunità è rafforzata dall’italianità delle imprese come prerequisito per la gestione di temi delicati come quelli della sicurezza. Vi è quindi un’occasione unica per le nostre maggiori imprese operanti nei comparti dell’aerospazio e difesa, nelle telecomunicazioni e nell’integrazione dei sistemi.
Prime proposte di intervento e prossimi passi
Già oggi si registra un significativo sforzo messo in atto dal Dipartimento della Protezione Civile nel settore delle comunicazioni (dorsale nazionale a microonde, link satellitare, reti regionali in VHF/UHF, Isoradio con RAI) che è evidentemente una applicazione di base che rende possibile sviluppare in cascata una serie di applicazioni specifiche e di servizi. Dalle analisi in corso meritano attenzione anche le seguenti applicazioni:
-
architettura per garantire una piena interoperabilità tra le reti di comunicazione
-
estensione e miglioramento dell’osservazione terrestre dallo spazio
-
diffusione massiccia della videosorveglianza
-
sviluppo di un sistema informativo territoriale integrato
-
diffusione massiccia di applicazioni di collaborazione virtuale, inclusa la videocomunicazione.
Queste e altre applicazioni sono attualmente oggetto di una analisi costi/benefici. La visione di sistema sulle ricadute delle gestione della sicurezza e delle emergenze richiede infatti una “contabilità estesa” dei ritorni degli investimenti che consenta di rintracciarne gli effetti di amplificazione sia statici (a funzioni di produzione costante) sia dinamici (con funzioni di produzione mutate per l’innovazione legata alla ICT): è questo un aspetto fondamentale del progetto che si propone di individuare – in concorso con i partner – priorità alternative in un portafoglio potenzialmente vasto di iniziative a fronte di risorse scarse.
Politiche e strategie tecnologiche per la sicurezza del territorio e la gestione delle emergenze
di Carlo Mario Guerci
Leggi anche: