Cybercrime: una nuova politica globale per migliorare il coordinamento e la cooperazione in ambito Ue

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La Commissione europea ha adottato la comunicazione “Verso una politica generale di lotta contro la cibercriminalità” con la quale attribuisce un ruolo importante alle specifiche azioni volte a migliorare il coordinamento e la cooperazione fra le autorità di contrasto e gli operatori del settore privato, a complemento di altre iniziative intraprese a livello nazionale, europeo e mondiale.

 

Il vicepresidente Franco Frattini, commissario Ue responsabile del portafoglio Giustizia, Libertà e Sicurezza, ha dichiarato: “La Commissione europea compie un passo importante verso la formulazione di una politica europea generale di lotta contro la cibercriminalità, che comporterà una maggiore cooperazione operativa fra le autorità di contrasto, una cooperazione politica e un coordinamento migliori fra gli Stati membri, una possibile azione legislativa e una cooperazione politica e giuridica con i paesi terzi. Essenziali per il raggiungimento dei nostri obiettivi saranno anche il lavoro di sensibilizzazione, di formazione e ricerca. Questa politica sarà efficace solo se sarà più intenso il dialogo con il settore privato”.

 

Lo sviluppo di internet e di altri sistemi di informazione comporta l’emergere di nuovi e rapidi flussi di scambio di dati, di prodotti e servizi attraverso le frontiere interne ed esterne dell’Ue. Se numerosi sono gli effetti positivi per i consumatori e i cittadini, questo sviluppo apre d’altro canto molte nuove possibilità di illeciti, e si delineano chiaramente modelli di nuove e pericolose attività criminali contro Internet o che si avvalgano degli stessi sistemi informatici. Sia reati tradizionali come la frode o la falsificazione che reati di nuovo tipo come la pubblicazione sul web di contenuti illegali (materiale pedopornografico o incitamento all’odio razziale), o i reati propri alle reti elettroniche (attacchi contro i sistemi informatici, “denial of service”, pirateria), sono in costante evoluzione. L’attività legislativa e quella operativa di contrasto difficilmente riescono a stare al passo. Il carattere transnazionale di questi nuovi tipi di reati rimanda inoltre all’esigenza di una cooperazione e di un coordinamento più intensi al di là delle frontiere. Il consenso è generale, in Europa, sulla necessità di agire su scala dell’Unione.

 

Poiché le attività operative di contrasto restano fondamentalmente di competenza nazionale, le azioni da intraprendere si limiteranno a quanto apporta un chiaro valore aggiunto a livello europeo; inizialmente, quindi, si tratterà soprattutto di coordinamento.

 

La Commissione europea è nella posizione ideale per coordinare questa politica, in stretta cooperazione con gli Stati membri e con altri organismi internazionali. I principali obiettivi a breve termine sono:  

  • migliorare e facilitare il coordinamento e la cooperazione fra le unità che si occupano di cibercriminalità, altre autorità competenti e altri esperti nell’Unione europea;

  • elaborare un quadro politico coerente a livello Ue di lotta contro la cibercriminalità;

  • fare opera di sensibilizzazione sui costi e i pericoli della cibercriminalità.

Quanto alle mosse future, il vicepresidente Frattini ha affermato: “Dovremo portare avanti queste idee in modo concreto, lanciando azioni concrete per raggiungere i nostri obiettivi e coinvolgendo il settore pubblico e privato. Per avere i migliori risultati è importantissimo lavorare in stretta collaborazione con gli Stati membri, con gli organismi competenti europei ed internazionali e con le altre parti interessate.”

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