Camera phone: strumento di denuncia ed entertainment. Un successo che stupisce anche il suo creatore

di Alessandra Talarico |

Mondo


Camera phone

Fanno di nuovo discutere i video fatti con un telefonino e diffusi in rete, che portano alla ribalta aspetti del mondo che ci circonda che troppo spesso per comodità preferiamo ignorare. Ancora non si è placato lo sgomento per la morte di un ragazzo di 15 anni, a scuola, dopo aver fumato uno spinello, che già spuntano sul web diversi video che rendono lampante come fatti di questo genere non siano che la punta dell’iceberg.

E così è stato in diverse altre occasioni, dalla diffusione del video non autorizzato dell’impiccagione dell’ex presidente iracheno Saddam Hussein – con tanto di insulti rivolti all’ex rais morente – alle riprese del massacro nel campus americano Virginia Tech, fino allo scandalo torture nelle carceri egiziane o alla ‘scivolata’ dell’ex senatore americano George Allen ripreso durante un comizio per ‘pochi intimi’ a dare del macaco a un ragazzo di colore.

 

Immagini, certo, con risvolti diversi da un caso all’altro ma che testimoniano come ormai i camera phone siano diventati un diffusissimo e a volte utile strumento di denuncia oltre che di intrattenimento, visto che – oltre che a trasformarci tutti in potenziali ‘reporter’ – i videofonini sono sempre più usati per tentare la via del successo nel dorato mondo dello spettacolo o per catturare i nostri ricordi e condividerli.

 

Ed è proprio per condividere uno dei momenti più importanti della sua vita – la nascita della prima figlia – che Philippe Kahn nel 1997 diede il via alla piccola rivoluzione dei camera phone.

Desideroso di mostrare Sophie ai parenti e agli amici sparsi per il mondo, Kahn elaboro un rudimentale programma per collegare la fotocamera digitale al telefonino, dimostrando che era possibile scattare una foto e inviarla attraverso le reti cellulari e dando l’input all’industria.

 

Il primo telefonino con fotocamera venne messo in commercio da Sharp in Giappone nel 2000, sette anni dopo il loro successo parla con i numeri: secondo la società di ricerca Gartner quest’anno ne saranno venduti 589 milioni e sono ormai davvero pochissimi i nuovi modelli che non la includono.

 

Se poi ai numeri si aggiunge la portata globale del web e la crescita della YouTube generation, si capisce che l’influenza di questi strumenti non può che diventare sempre più profonda e complessa.

 

Se infatti negli ultimi dieci anni siamo stati ossessionati dal grande fratello, ora bisogna stare attenti al proprio vicino di casa, di posto sul bus, al passante col telefonino in mano apparentemente affaccendato a inviare un sms ma in realtà pronto a scattare una foto o a filmare qualunque cosa di ‘interessante’ gli capiti a tiro. E pronto a caricare tutto sul web.

 

Tutti giornalisti, o tutti paparazzi? Anche se Kahn ammette che i videofonini sono spesso usati per scopi non proprio positivi – come ad esempio l’happy slapping – preferisce soffermarsi sui benefici della tecnologia.

“E’ stato a volte molto utile – ha detto – per smascherare abusi perpetrati dalle forze dell’ordine, per mostrare cose spesso inquietanti ma vere e comunque è sicuramente meglio che portarsi dietro una pistola”.

Ad un livello diverso, è interessante notare come i camera phone abbiano cambiato anche le abitudini più consolidate: archiviate le foto da tenere nel portafogli, i genitori li usano per mostrare orgogliosi le immagini dei pargoletti, i ragazzi per immortalare i loro stili di vita e condividerli immediatamente con gli amici.

 

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