Riforma delle Authority: per Calabrò siamo a buon punto, ma bisogna fare di più per garantire indipendenza e maggiori poteri sanzionatori

di Alessandra Talarico |

Italia


Corrado Calabrò

La commissione Attività produttive della Camera ha dato il via libera all’emendamento del Governo che dà maggiori poteri all’Agcom in materia di separazione della rete pubblica di accesso.

L’ampliamento dei poteri dell’Authority è stato inserito con una modifica all’articolo 45 del Codice delle Comunicazioni elettroniche in base alla quale l’Agcom potrà imporre la separazione, ma soltanto nel caso in cui non si riesca a giungere a un’intesa con l’operatore tale da garantire la piena parità di trattamento degli operatori.

La separazione strutturale della rete pubblica di accesso dovrà ovviamente essere realizzata attraverso un iter che rispetti le più recenti disposizioni comunitarie e nazionali e non sarà circoscritta all’ultimo miglio, ma a “tutti gli elementi sui quali potrebbe essere necessario intervenire ove si riscontrassero le circostanze eccezionali”, incluse le componenti necessarie alla fornitura di servizi a banda larga.

 

L’Autorità potrà dunque definire regole dirette ad assicurare che l’amministrazione e la gestione di tutti gli elementi che compongono la rete di accesso siano sottoposte “a un regime improntato, anche attraverso le più appropriate misure organizzative, a criteri di autonomia, di neutralità e di separazione funzionale dalle altre attività dell’impresa, con la piena garanzia della parità di trattamento esterna ed interna per tutti gli operatori che chiedono accesso”.

 

Il presidente dell’Agcom Corrado Calabrò ha commentato oggi al Senato il Ddl di riforma della Authority sottolineando che il testo “rappresenta una buona base per il rilancio del sistema delle Autorità indipendenti, secondo linee di qualità, rigore, indipendenza, e responsabilità”.

Un buon inizio, dunque, anche se per Calabrò ci sono ancora delle “opacità” che andrebbero “messe a fuoco in questa fase di analisi ed aggiustamento del testo”.

 

Tra i punti ancora da sviluppare, le “previsioni a difesa dell’indipendenza” dell’Authority e il rafforzamento del sistema sanzionatorio, ancora poco incisivo.

Calabrò ha insistito molto sul principio di indipendenza sul quale deve fondarsi il lavoro dell’Autorità, a ha definito un “memento auspicabile” un’enunciazione di questo principio da parte dell’esecutivo.

“Indipendenza – ha dichiarato – non significa autoreferenzialità”, quanto piuttosto stabilire dei regolamenti di organizzazione tali da garantire un meccanismo di nomina basato sia sulla “autorevolezza e statura morale” dei componenti dell’Authority sia su dispositivi “che evitino fenomeni di cooptazione per appartenenza politica”.

 

Secondo Calabrò sarebbe inoltre opportuno sottrarre al Governo la possibilità di rimuovere i componenti dell’Autorità per le tlc, così come è stato previsto per l’Antitrust, dal momento che i componenti dell’Agcom “occupandosi di un controllo attivo e penetrante dei comportamenti dell’esecutivo in materia di pluralismo, comunicazione politica e conflitti di interesse, non possono vedere nel Governo il soggetto legittimato a proporre la loro decadenza”.

 

Riguardo gli attuali strumenti sanzionatori, il presidente Agcom ha sottolineato che sarebbe opportuno consentire alle Autorità di esercitare i propri poteri “attraverso un procedimento immune da appesantimenti ingiustificati e caratterizzato da maggiore flessibilità e discrezionalità in merito all’entità della sanzione: ad esempio, nel caso del settore delle comunicazioni elettroniche, prevedendo una sanzione che sia compresa tra un minimo prossimo allo zero fino al 10% del fatturato di un’impresa”.

 

In questo mercato dove – ha ricordato – emergono importanti processi di aggregazione industriale su scala europea, “l’evoluzione delle tecnologie evidenzia un numero sempre maggiore di servizi fornibili su scala pan-europea e di problemi regolamentari che possono essere affrontati con più efficacia attraverso una stretta collaborazione tra livello nazionale e livello comunitario”.

 

Il presidente Calabrò ha infine ricordato che dalla nascita dell’Agcom, nel 1998, i prezzi dei servizi tlc sono diminuiti del 18% e sono inferiori a quelli di Paesi come la Spagna, il Regno unito e Germania. Paesi “presi spesso a modello di regolamentazione del settore”.

 

Sul tema delle regole di accesso è intervenuto anche Francesco Caio attualmente vice chairman in Europa di Lehman Brothers e con una vasta esperienza alla guida di aziende del settore (Omnitel, Netscalibur, Motorola, Cable & Wireless).

“Non sono convinto – ha dichiarato Caio – che sia la proprietà della rete che determina la trasparenza dell’accesso. Ma sono convinto che sia la forza e la chiarezza delle regole e la capacità delle Authority di imporle a garantire questo accesso. Esistono delle regole di concorrenza e di trasparenza che devono essere forti e chiare e le Authority giocano un ruolo fondamentale”.

Leggi le altre notizie sull’home page di Key4biz