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Cambiare la legge vigente “…nella direzione di dare più autonomia alla Rai dal Governo e dalla politica e più efficienza aziendale“. E’ quanto ha dichiarato il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, in riferimento alla necessità di portare a termine l’iter della legge di riforma del sistema radiotelevisivo.
“…Penso – ha aggiunto – che sia l’unico modo per rimettere in movimento questa grande azienda pubblica”.
In effetti con l’acquisto di Endemol da parte di Mediaset e con i problemi strettamente inerenti il rinnovo dei vertici aziendali, la Rai è tornata al centro del dibattito nazionale in questi ultimi giorni.
Ieri il presidente Claudio Petruccioli in audizione davanti alla Commissione di vigilanza ha parlato di posizione “legittima” del direttore generale Claudio Cappon in riferimento al ritiro del pacchetto di proposte di nomine che lo stesso dg aveva predisposto e presentato in Cda.
Il presidente ha spiegato che Cappon aveva motivato la sua decisione con il quadro decisamente nuovo che si era determinato all’interno del Consiglio negli ultimi giorni a proposito del tema editoriale e delle priorità aziendali.
In questo senso, Petruccioli si è sentito di rinnovare tutta la propria stima al direttore generale.
In Vigilanza, il presidente ha affrontato anche
Questi due fatti, per quanto diversi, sono per Petruccioli un ulteriore motivo di preoccupazione circa lo stato di salute della Rai, uno stato di salute che è andato peggiorando rispetto alla precedente audizione di un mese e mezzo fa, “…nonostante sforzi e tentativi vari” che non hanno prodotto “…passi nella direzione che auspicavo“. E’ invece cresciuto “…per peso e urgenza” il punto che Petruccioli definisce il più importante e intorno al quale non si verificava e non si verifica all’interno del Cda una sufficiente convergenza: la questione dei contenuti, la questione dell’offerta editoriale. Per il presidente della Rai i motivi sono diversi: “…Alcuni seri insuccessi nella programmazione, qualche preoccupante scivolone di qualità, l’accentuarsi della concorrenza che non consente di adagiarsi sugli allori, né di perdere tempo“. E a questi si sono ora aggiunti, appunto, la questione dell’incremento dell’utenza satellitare e l’acquisizione, fatto più recente, di Endemol da parte di Mediaset.
Il contratto tra la Tv pubblica ed Endemol “…assomma a 47 milioni annui di euro su un totale di un miliardo e 600 milioni di euro di costi esterni della programmazione: vale a dire il totale dei contratti con fornitori esterni, senza i costi della produzione interna”, ha detto Petruccioli, illustrando alla Commissione di Vigilanza il valore del contratto “…concluso nel maggio 2005 e con validità triennale dal 2006 al
Petruccioli ha voluto chiarire che il contratto “…incide sull’insieme dell’attività Rai entro questi limiti di consistenza e di durata”.
Sulla nuova operazione di Mediaset è intervenuto anche il Ministro della Giustizia, Clemente Mastella, che ha commentato: “…Tutto ciò che riguarda aziende italiane che riescono a recuperare sul piano estero è un fatto positivo, rimane il problema Rai che deve essere liberato da lacci e laccioli, in modo tale che possa essere più concorrenziale e non ferma, prigioniera politica di molti”.
Il Ministro ha ribadito la sua opinione sul servizio pubblico: “…E’ giusto che questo Cda si dimetta, e giusto anche determinare condizioni in cui la maggioranza dei consiglieri e il direttore generale vanno al centrosinistra, ma che il centrosinistra abbia maggioranza, presidente e direttore generale è una cosa da irresponsabili”.
“…L’opposizione – ha insistito – farà tali polemiche, in questo caso giuste, che tutto finirà nella palude parlamentare“. E in Parlamento, “dati i numeri“, è difficile che “…una maggioranza coesa” possa resistere “…all’urto dell’opposizione” per “…un trittico straordinario: espropriazione del presidente Rai all’opposizione, conflitto di interessi, legge Gentiloni”.
Da Mediaset, il vicepresidente Pier Silvio Berlusconi ha dichiarato: “…Questa è un’operazione che guarda al futuro: con una partecipazione in questa grande società che produce contenuti noi abbiamo allargato il nostro campo di azione geografico e siamo entrati in maniera importante nel mondo dei contenuti, che saranno sempre più strategici per tutte le nuove tecnologie”.
Berlusconi Jr, in riferimento all’acquisto di Endemol, ha poi affermato che parlare di volontà di colonizzazione della Rai è offensivo per la professionalità degli uomini di viale Mazzini: “…se fino ad oggi hanno scelto di avere alcuni prodotti di Endemol non vedo perché dovrebbero cambiare. Chi produce contenuti lo fa per tutti ed è giusto che continui ad essere così”.
Dire che chi controlla i contenuti controlla le emittenti, per Pier Silvio Berlusconi è poi “…un’esagerazione. I contenuti sono fondamentali certamente per la televisione ma siamo in un momento in cui le nuove tecnologie marciano con grande velocità e quindi è certo che in futuro ci sarà sempre più fame di questi contenuti. Quindi è un’operazione che guarda ben al di là della televisione che conosciamo, e anche al di là dei confini nazionali”.
Lunedì scorso, Mediaset, in cordata con Telecinco, Goldman Sachs e Cyrte, ha acquistato il 75% della società olandese per 2,6 mld di euro.
Più precisamente Telefonica ha ceduto il 99,7% di Endemol Investment Holding, che detiene i tre quarti del capitale di Endemol, a un prezzo di 25 euro per azione. L’operazione prevede un corrispettivo all’operatore spagnolo di 2,629 miliardi di euro che include la valorizzazione delle attività e delle passività comprese nel perimetro oggetto della transazione.
Per Telefonica l’operazione genera una minusvalenza di 1,4 miliardi di euro, mentre Mediaset e Telecinco investiranno complessivamente fino a un massimo di circa 486 milioni di euro attraverso il veicolo Mediacinco Cartera. L’intesa prevede inoltre il lancio appena possibile di un’Opa sul rimanente 25% del capitale a un prezzo di 25 euro per azione.
Endemol fornisce al servizio pubblico televisivo programmi di grande successo come ‘Affari tuoi’, ‘Che tempo che fa’ e ‘La prova del cuoco’. Nel portafoglio di Endemol Italia (società con sedi operative a Roma, Milano e Torino) troviamo infatti format diversi: dai reality show, a varietà, passando per fiction e talk show. Parliamo di 1.500 ore di programmazione per contenuti di forte appeal che coinvolgo i più diversi target e che sono a disposizione della Tv italiana.