Caso Wind, dopo il botta e risposta tra Agcom e Antitrust. L’operatore: ‘Già forniti tutti i chiarimenti’

di Alessandra Talarico |

Prorogata ulteriormente la chiusura dell’istruttoria contro Tim, Vodafone e Wind per abuso di posizione dominante

Italia


Wind

Botta e risposta tra le Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e l’Antitrust in merito alle questioni sollevate da quest’ultima in tema di tariffe telefoniche.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, in seguito all’esame delle numerose denunce arrivate dai clienti Wind che si sono visti notificare la modifica del proprio piano tariffario via sms, ha sottolineato che questi utenti devono poter cambiare immediatamente gestore telefonico con il riconoscimento del credito residuo, utilizzando la portabilità del numero.

 

L’Autorità ha quindi deciso di inviare le segnalazioni dei consumatori all’Agcom per gli interventi di sua competenza e ha dato incarico al presidente Antonio Catricalà di scrivere al ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani, per informarlo delle questioni sollevate dai consumatori.

 

L’Agcom ha subito ribattuto di aver già avviato sulle medesime tematiche le attività di vigilanza e controllo che le competono e di aver informato il ministro Bersani il 24 aprile.

Di fatto, viene sottolineato, l’Agcom “è l’unica amministrazione che in concreto ha dato immediata attuazione, con provvedimenti, ispezioni ed attività sanzionatoria, al Decreto Bersani”, essendo già prontamente intervenuta su questioni quali il diritto di recesso, la trasparenza delle tariffe, il rimborso del credito residuo.

 

In particolare, sulla questione Wind, l’Antitrust sottolinea che “la comunicazione relativa alla variazione dei piani tariffari, inviata con sms e senza l’indicazione sulla possibilità di esercitare tale diritto, sembrerebbe dunque violare la regolamentazione in vigore e potrebbe, in base alla normativa, essere sanzionata”.

L’Agcom ribatte da canto suo di essere già ” intervenuta ai sensi dell’art. 98, comma 9 del Codice delle comunicazioni elettroniche”, di aver effettuato apposite ispezioni e contestato all’operatore la violazione dell’art. 70, comma 4, del Codice delle comunicazioni elettroniche, avviando anche un procedimento sanzionatorio.

 

L’Autorità, insomma, sta lavorando seppure in condizioni di grande difficoltà, alla luce degli innumerevoli soprusi portati avanti dagli operatori telefonici negli ultimi anni e ha anche ricordato che si è appena concluso un procedimento nei confronti di Telecom Italia che dovrà pagare una somma di circa 250 mila euro per aver attivato servizi non richiesti agli utenti.

 

Tornando al caso Wind, l’Antitrust ha ricordato che gli operatori telefonici possono offrire nuovi piani tariffari anche più costosi, purché garantiscano agli utenti la possibilità di cambiare gestore e di portarsi dietro il credito residuo, e ha chiesto all’Autorità guidata Corrado Calabrò, di assicurare in casi del genere un regime speciale di portabilità immediata.

 

L’Antitrust sottolinea infine che il contestato sms col quale Wind ha comunicato unilateralmente ai suoi clienti il passaggio a un’altra tariffa meno conveniente per bilanciare i mancati introiti dei costi di ricarica non indica neanche il motivo che legittimerebbe l’operatore ad attuare tali modifiche.

 

Potrebbero dunque esserci – conclude l’Antitrust – “gli estremi per una valutazione di vessatorietà delle clausole contrattuali. In base al Codice del Consumo, le associazioni dei consumatori possono richiedere al giudice di proibire l’uso di clausole ritenute vessatorie”.

 

Wind, da canto suo, ha dichiarato di aver già “fornito all’Agcom tutti i chiarimenti da essa richiesti durante la fase di accertamento” e ha confermato la propria disponibilità a “trasmettere ogni ulteriore elemento che si rendesse necessario nell’ambito del procedimento appena avviato”.

 

L’Agcm ha poi comunicato di aver nuovamente rinviato la chiusura del procedimento antitrust contro TIM, Vodafone e Wind al 10 agosto, in quella che sembra ormai una storia infinita.

La chiusura dell’istruttoria, avviata il 23 febbraio 2005, era prevista per il 10 maggio, ma anche stavolta le società telefoniche hanno chiesto un differimento del termine di chiusura al fine di assicurare il pieno contraddittorio, nonché il pieno diritto di difesa.

 

La presunta infrazione degli articoli 81 e 82 del Trattato CE era stata denunciata da TELE2 Italia, Trans World Communication Italia, Startel International e ReteItaly, e dall’associazione di consumatori CODACONS.

 

Da esse risulta che i tre principali operatori mobili italiani avrebbero posto in essere  comportamenti ritenuti lesivi della concorrenza in materia di fornitura di servizi di accesso e di terminazione alle reti mobili, con l’effetto di ridurre il grado di concorrenza sia in questi mercati che in quelli finali dei servizi di comunicazione mobile e fisso-mobile.

 

Ora che gli operatori hanno cominciato a siglare accordi per consentire l’ingresso degli operatori virtuali, sembrava che l’istruttori potesse essere chiusa, ma a quanto pare l’Agcom non ritiene che queste intese possano cambiare di molto la situazione concorrenziale del mercato mobile.

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