Italia
L’operazione Endemol ha sollevato un vespaio di polemiche, come del resto era prevedibile. Al centro del dibattito nazionale, il mercato televisivo e il nuovo ruolo di Mediaset, che in cordata con Telecinco, Goldman Sachs e Cyrte ha acquistato il 75% della società olandese per 2,6 mld di euro. Ma a creare maggiore preoccupazione è soprattutto il rapporto con la Rai, legata a un contratto con Endemol Italia per la fornitura di format Tv.
E mentre si attende l’eventuale notifica dell’operazione all’Antitrust Ue che, come ha spiegato stamani il portavoce del Commissario Ue Neelie Kroes dipende dalla volontà delle parti, si susseguono le dichiarazioni sul modificato panorama dei media.
Come da prassi anche nel caso Mediaset-Endemol, ha detto Jonathan Todd, spetterà alle parti decidere se notificare o meno alle Autorità competenti.
“…E’ responsabilità delle parti interessate decidere se l’operazione deve essere notificata a Bruxelles secondo le regole comunitarie sulle fusioni o se deve essere notificata alle Autorità nazionali”, ha spiegato Todd.
In attesa che il consorzio decida sul da farsi, in Italia ci si interroga quanto questo nuovo equilibrio peserà sulla Tv pubblica, visto che Endemol fornisce al servizio pubblico televisivo programmi di grande successo come ‘Affari tuoi’, ‘Che tempo che fa’ e ‘La prova del cuoco’. Nel portafoglio di Endemol Italia (società con sedi operative a Roma, Milano e Torino) troviamo infatti format diversi: dai reality show, a varietà, passando per fiction e talk show.
Parliamo di 1.500 ore di programmazione per contenuti di forte appeal che coinvolgo i più diversi target e che sono a disposizione della Tv italiana.
Questa mattina, a margine della presentazione del Rapporto Eito 2007, il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, ha ribadito il proprio giudizio positivo sull’acquisto di Endemol.
“…Leggo di preoccupazioni per la Rai – ha proseguito – ma la Rai decide in piena autonomia. Non mi pare che le preoccupazioni debbano influenzare il giudizio su un fatto così importante che credo per l’economia italiana sia positivo”.
Quanto alla possibilità di un ulteriore conflitto di interessi, Gentiloni ha chiarito che “…in Italia siamo pieni di rischi di conflitto di interessi. Il problema è di regolare per legge quelli più importanti, le aziende decidono in autonomia”.
Si è dichiarato infine in disaccordo con Fedele Confalonieri, il quale ha sostenuto che se fosse già in vigore il Ddl Gentiloni l’acquisizione di Endemol da parte di Mediaset non sarebbe stata possibile.
Ieri il presidente di Mediaset ha, infatti, commentato: “…Se tolgono il fatturato, non hai le risorse per investire. Noi stiamo provando a spiegarlo a Gentiloni, cerchiamo di dirgli che con questo provvedimento si sottrae capacità alle aziende, ma lui dice che non è così, e cita l’esempio dell’editoria dove sono fissati dei tetti. Ma queste sono bestemmie, non è la stessa cosa. È ovvio che ci sia un’azienda in posizione dominante. Questo di per sé non è illegale, la concorrenza è una corsa, l’importante è che chi è davanti non butti i chiodi a chi rimane dietro“.
Nello specifico, sull’acquisizione di Endemol, Confalonieri ha assicurato che non ci saranno ripercussioni negative per la Rai: “…Dobbiamo avere rispetto per i manager di questa società, non possiamo dettare regole contro il loro interesse, non possiamo togliere un cliente importante. Inoltre, danneggiando la Rai, faremmo un’azione distorsiva della concorrenza, quello sì sarebbe un abuso di posizione dominante che sarebbe sanzionato dalle Autorità”.
Meno tranquillo di Gentiloni, il Presidente del Consiglio Romano Prodi che, facendo riferimento alla comunicazione del Ministro Padoa-Schioppa, ha detto di vedere “…con favore il rafforzamento di un’azienda italiana, ma questa operazione rafforza le ragioni della lettera sull’incapacità e crescente difficoltà della Rai di svolgere una strategia concorrenziale”.
Dentro la Rai, preoccupazione per l’acquisto di Endemol anche da parte di Giovanni Minoli, direttore di Rai Educational, che ha commentato che con un contratto triennale da 90 milioni di euro, la Tv pubblica resta legata a Endemol Italia con un accordo che appare “…molto favorevole per la casa di produzione e molto oneroso per la Rai sarà di fatto privatizzata”.
Preferisce la linea della prudenza il direttore generale, Claudio Cappon, che ieri ha dichiarato a caldo: “…È un fatto rilevante nell’industria e quindi lo considereremo”. Aggiungendo “…È impossibile fare considerazioni un minuto dopo l’acquisto. Occorre fare una riflessione”.
Già qualcuno parla di ennesima frattura ai vertici della Tv di Stato tra chi vorrà continuare a onorare gli impegni precedentemente presi e chi invece sarà pronto a dissuadere le parti dal mantenere accordi che avvantaggiano indirettamente la concorrenza.
Intanto già il consigliere d’amministrazione della Rai Sandro Curzi in una nota ha fatto sapere di non condividere “…le preoccupazioni da più parti manifestate circa un pericolo di penetrazione nei nostri palinsesti di interessi e contenuti della nostra diretta concorrente. E non tanto, ovviamente, per le civili rassicurazioni subito fornite al riguardo da Confalonieri, quanto per le ovvie conseguenze, sul piano decisionale e operativo, che la Rai dovrà e saprà trarre dalla nuova situazione determinatasi in Endemol. Non so se potranno esserci immediate ripercussioni contrattuali. Lo vedremo. Di certo, staremo attenti. E comunque l’operazione Mediaset-Endemol ripropone, in positivo, l’esigenza che il servizio pubblico recuperi e utilizzi al meglio le proprie risorse interne, ricorrendo ad appalti esterni solo quando strettamente necessario”.
Anche il vice coordinatore di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto, ha espresso il proprio punto di vista, evidenziando che le reazioni di alti esponenti del Governo e della sua maggioranza, a cominciare da Romano Prodi, alla notizia dell’acquisizione di Endemol da parte di Mediaset, “…confermano come a Palazzo Chigi siano abituati a mettere naso e becco in ogni operazione economico-finanziaria realizzata da due Imprese, per quanto importanti pur sempre private. E se i Ministri Gentiloni e Bersani, dopo che in passato avevano salutato con favore l’eventuale partecipazione di Mediaset al salvataggio di Telecom e che quindi non potevano contraddire loro stessi, oggi parlano di successo e di acquisto positivo, così non fa Prodi, che evidentemente ha letto le dichiarazioni fortemente critiche della sinistra radicale”.