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Broadband Gap: crescono le connessioni. Reding, ‘Importante coprire zone isolate, per evitare anche divario economico e sociale’  

Unione Europea


Due giorni a Bruxelles per confrontarsi su come l’ICT possa supportare lo sviluppo regionale e locale. Il Broadband Gap 2007 (14 -15 Magio 2007) ha dato spazio ha un approfondito confronto grazie alla presenza, accanto alle istituzioni, di operatori ed esperti di settore provenienti da ogni parte del mondo, che hanno discusso di come le nuove tecnologie e in particolare la banda larga possano migliorare e diversificare le strategie economiche. Per la Ue erano presenti i Commissari: Viviane Reding, Società dell’informazione e Media; Neelie Kroes, Concorrenza; Mariann Fischer Boel, Agricoltura e sviluppo rurale; Danuta Hübner, Politica regionale.

Durante la conferenza sono stati illustrati anche 50 casi di eccellenza di attività broadband in corso in Europa, con l’assegnazione di premi per i primi tre classificati.

 

“…Lasciare alcune regioni al di fuori dell’economia digitale non è un’opzione”, ha detto Viviane Reding, per la quale il mancato accesso alla banda larga in alcune zone più isolate “…è un problema strutturale che accentua non solo il divario digitale, ma anche il divario economico e sociale”. “…Noi – ha quindi aggiunto – non possiamo lasciare che questo avvenga”.

 

Cifre alla mano, la Reding ha sottolineato come tra il 2000 e il 2004 le tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno rappresentato circa il 50% dei guadagni di produttività dell’Ue. “…Nel complesso l’Europa non va così male nello sviluppo della banda larga“, ha spiegato la Reding, sottolineando che alla fine del 2006 nell’Ue sono stati registrati 80 milioni di connessioni, 20 milioni in più rispetto alla fine del 2005, con un tasso di penetrazione del 17%. “…Cinque Stati membri – ha detto il Commissario Ue – sono addirittura campioni del mondo, prima della Corea del Sud e del Giappone, con un tasso di penetrazione che varia dal 32% al 22%”. Parliamo di Paesi Bassi, Danimarca, Finlandia, Svezia e Belgio.

Tuttavia “….continuano a sussistere forti disparità a livello nazionale“, ha lamentato la Reding, citando il caso della Grecia, ferma al 5%.

 

“…E ciò che è più preoccupante è che il gap si accresce“, ha aggiunto. Oggi “…almeno il 10% degli europei, 50 milioni di persone, non dispone ancora della banda larga, solamente perché le infrastrutture non arrivano fino alla loro regione”, ha osservato il Commissario, rilevando che nelle zone rurali ciò può riguardare fino al 30% della popolazione. Inoltre troppo spesso la banda larga di cui beneficiano i consumatori ha una velocità limitata, pari a 144 o 512 Kb al secondo, laddove i servizi di ultima generazione, come la Tv adsl, hanno bisogno di almeno 5 Mb.

 

Il Commissario Ue per la Concorrenza nel proprio intervento ha definito “straordinaria” la crescita del settore della banda larga, che ha raggiunto 75 milioni di famiglie in tutta Europa grazia alla concorrenza, che ha “portato a prezzi più bassi e a una maggiore scelta per i consumatori”.

La Kroes ha evidenziato: “…Possiamo solo immaginare quale sarebbe stato il risultato se fossimo rimasti ai monopoli statali, ma sappiamo che i numeri sarebbero stati molto, molto più bassi”.

 

Descrivendo il framework e gli strumenti a disposizione della Commissione per garantire la concorrenza nel settore, Kroes ha ricordato come “…la legislazione europea impone agli ex monopolisti di lasciare che i concorrenti utilizzino una parte sostanziosa della loro rete”, preparando il terreno per nuove offerte. In secondo luogo Bruxelles può contrastare le pratiche anticoncorrenziali da parte degli operatori, come nel caso della francese Wanadoo, multata per aver attuato una strategia di prezzi troppo aggressiva. “…Assicuro – ha spiegato il Commissario – che insieme alle Autorità nazionali, continueremo ad agire contro le Imprese che abusano del loro dominio nel settore”.

 

Kroes ha poi descritto i criteri in base ai quali vengono esaminati gli interventi pubblici. “…L’esperienza mostra che i mercati aperti e competitivi sono il modo migliore per portare la banda larga a tutti i cittadini europei“, ha osservato, aggiungendo: “…Ci può essere una giustificazione per il sostegno pubblico in situazioni specifiche in cui il mercato non dà risultati. Tuttavia, le Autorità pubbliche devono sapere che gli aiuti di Stato non sono una soluzione magica. E’ fondamentale che gli aiuti pubblici sulla banda larga siano ben mirati e ben strutturati. Altrimenti rischiano di togliere spazio agli investimenti privati e possono portare ad un cattivo utilizzo dei soldi dei contribuenti, senza fare l’interesse di nessuno”.

 

“…La Commissione – ha concluso Kroes – ha svolto il suo ruolo nello sviluppare un quadro per l’intervento nelle aree rurali e poco popolate. Questo quadro è ora ben rodato e accettato dalle parti interessate“. Adesso occorre “…continuare a lavorare insieme per portare la banda larga a tutti i cittadini europei“, poiché questo è “…fondamentale per la nostra società, per la nostra competitività e per la crescita”.

 

Nel marzo scorso, è stata presentata una Comunicazione della Commissione intitolata “Colmare il divario nella banda larga“, presentata congiuntamente dai Commissari europei responsabili per la Società dell’informazione e Media, la Concorrenza, la Politica regionale e l’agricoltura e lo Sviluppo rurale.

La Commissione ritiene che l’Europa abbia assoluto bisogno di un’ampia copertura di banda larga per promuovere la crescita e l’occupazione. Obiettivo del provvedimento è infatti quello di  mobilitare, nel pieno rispetto delle norme in materia di aiuti di Stato, la legislazione dell’Ue in materia tlc e i suoi strumenti di politica strutturale e rurale, in uno sforzo congiunto finalizzato a permettere a tutti i cittadini europei, in particolare nelle regioni meno sviluppate dell’Unione, di accedere a internet a banda larga e ad alta velocità.

 

I rapidi progressi che la diffusione della banda larga ha registrato in tutta Europa nel corso degli ultimi tre anni possono essere attribuiti in larga misura all’effetto combinato della concorrenza tra infrastrutture e di una regolamentazione efficace del settore delle telecomunicazioni. Nonostante la rapida crescita, la banda larga non ha ancora raggiunto alcune delle regioni meno sviluppate dell’Unione, a causa dei rendimenti bassi e incerti degli investimenti. Nei nuovi Stati membri questo divario era ancora più pronunciato. Inoltre nelle regioni rurali la banda larga è spesso meno veloce, il che rende difficile la trasmissione di grandi volumi di dati indispensabili alle applicazioni nel settore del commercio elettronico, della pubblica amministrazione in linea, della sanità in linea e dei contenuti multimediali.

 

Per accelerare l’introduzione delle comunicazioni avanzate a banda larga in Europa, la Commissione propone due linee principali di intervento:

 

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