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Mediaset ha avuto la meglio. Endemol, la società olandese di produzione di format televisivi di successo, tra cui ‘Il Grande fratello’, ‘Chi vuol essere milionario?’ e ‘La pupa e il secchione’, è passata alla cordata di cui faceva parte anche l’azienda italiana.
La notizia, confermata in tarda mattinata dopo la firma dell’accordo, prevede la cessione a Mediaset del 75% di Endemol detenuto dalla spagnola Telefonica. Più precisamente l’operatore tlc ha ceduto il 99,7% di Endemol Investment Holding, che detiene i tre quarti del capitale di Endemol, a un prezzo di 25 euro per azione. L’operazione prevede un corrispettivo a Telefonica di 2,629 miliardi di euro che include la valorizzazione delle attività e delle passività comprese nel perimetro oggetto della transazione.
La cordata che ha firmato l’accordo è formata, oltre che da Mediaset, dalla sua controllata spagnola Telecinco, da Goldman Sachs e da Cyrte, il fondo specializzato nel settore tlc riconducibile a John De Mol, il fondatore di Endemol che aveva ceduto la società a Telefonica nel 2000. Per Telefonica l’operazione genera una minusvalenza di 1,4 miliardi di euro, mentre Mediaset e Telecinco investiranno complessivamente fino a un massimo di circa 486 milioni di euro attraverso il veicolo Mediacinco Cartera. L’intesa prevede inoltre il lancio appena possibile di un’Opa sul rimanente 25% del capitale a un prezzo di 25 euro per azione.
Si attende adesso l’approvazione delle Autorità antitrust competenti. Per Endemol, che ha un valore di mercato di circa di 3 miliardi, erano rimasti in gara tre consorzi: oltre a quello capeggiato da Mediaset, il gruppo De Agostini con il miliardario Bernard Arnault e l’accoppiata Televisa-Cbs.
Endemol ha sede in Olanda ed è presente in 25 Paesi e cinque continenti. Nel
Fondata nel 1994 da due produttori olandesi, John de Mol e Joop van den Ende, Endemol era sbarcata sulla Borsa di Amsterdam una prima volta già nel 1996 per poi lasciare il listino nel 2000 con l’acquisizione per 5,5 miliardi da parte di Telefonica.
Il gruppo spagnolo ha poi riportato in Borsa la società nell’autunno del 2005, separandone gli asset francesi. Endemol France è stata poi riacquistata da Telefonica all’inizio di quest’anno, con una valutazione complessiva di 450 milioni di euro.
La quotazione nel novembre del 2005 è stata realizzata a 9 euro per azione, mentre i massimi storici sono stati segnati oggi poco dopo mezzogiorno a 26,25 euro per azione. La Cyrte di de Mol è già azionista diretta, con una quota del 5,15%. La quota di controllo di Telefonica è del 75%. Il 25% restante è flottante.
Soddisfazione per l’operazione da parte del Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, che ha commentato: “…è un successo e una spinta verso la diversificazione” del settore “…che noi dobbiamo incoraggiare“.
Il Ministro ha inoltre aggiunto: “…considero positive tutte le scelte che comportano un rafforzamento di aziende italiane e la diversificazione di questo settore”.
E’ tutto da valutare l’impatto che l’operazione potrebbe avere sulla Rai sotto il profilo della concorrenza, visto che la società olandese fornisce al servizio pubblico televisivo format di grande successo come ‘Affari tuoi’, ‘Che tempo che fa’ e ‘La prova del cuoco’.
Ai cronisti che hanno chiesto a Gentiloni del fatto che Endemol produce programmi anche per la Tv pubblica, ha assicurato: “…La Rai farà le sue scelte autonomamente”.
Prudenza anche da parte del direttore generale della Rai, Claudio Cappon, che ha dichiarato: l’acquisto di Endemol da parte di Mediaset “…è un fatto rilevante per l’intero settore industriale televisivo. Da parte della Rai sarà fatta un’attenta riflessione non appena si conosceranno nei dettagli i termini dell’operazione”.
Ha espresso un giudizio pacato anche il portavoce di Articolo21, Giuseppe Giulietti, che ha detto di attendere il parere delle Autorità di garanzia, se si presenteranno gli estremi per un intervento degli organi, sugli aspetti di merito inerenti l’acquisto di Endemol da parte di Mediaset.
Il deputato ha aggiunto: “…Non vi è dubbio, tuttavia, che da oggi, il principale concorrente potrebbe determinare intere parti del palinsesto della Rai”.
Inoltre “…la privatizzazione della Rai, sia pure in forma indiretta, è così iniziata nel modo peggiore. Sarà una casualità, ma, tutto questo è accaduto mentre la destra del conflitto di interessi ha paralizzato la Rai impedendo al direttore generale le più elementari scelte di politica industriale ed editoriale”.
“Quanto è accaduto – ha concluso Giulietti – conferma la necessità, di arrivare in tempi brevissimi, non solo a una più rigorosa normativa in materia di conflitto di interessi, ma anche a una nuova legge, che dia alla Rai quell’autonomia industriale e politica senza la quale l’azienda sarà condannata a un rapidissimo declino”.