Italia
In visita in Italia per incontrare il Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, il Commissario Ue per la Società dell’informazione e Media, Viviane Reding, è entrato nel merito della polemica che negli ultimi giorni ha visto il decreto radioTv al centro di un accesso dibattito.
“…I rilievi al Ddl Gentiloni? Il nostro obiettivo è applicare la legge europea. Nella misura in cui la legge italiana risponde ai criteri europei, sarà accettata dalla Commissione europea. Naturalmente la Ue monitorerà con attenzione l’evoluzione di questo dossier“, ha detto la Reding, ridimensionando quindi, come già fatto da Bruxelles, le notizie circolate sulla stampa nazionale che parlavano di ‘approvazione’ da parte della Ue del Ddl Gentiloni.
Il Commissario europeo non si è comunque lasciata trascinare nella polemica, limitandosi a commentare: “…E’ una questione che riguarda l’applicazione della legge europea“. Aggiungendo che nell’incontro con Gentiloni si è parlato soprattutto “…del nuovo regolamento sul roaming e del dossier Telecom Italia“.
Nei giorni scorsi, sulla questione è intervenuto Jonathan Todd, portavoce dell’Antitrust europeo, che ha smentito le uscite dei giornali nazionali, spiegando che l’approvazione del decreto avverrà solo una volta che verrà finalizzato e la Ue ne avrà preso visione.
Il portavoce ha sottolineato come sia “…positivo che le Autorità italiane prendano sul serio le preoccupazioni espresse nella lettera di messa in mora” del 19 luglio 2006, quando è stata avviata la procedura d’infrazione nei confronti della Legge Gasparri.
“…Il 12 aprile – ha proseguito Jonathan Todd – abbiamo inviato una lettera (firmata dal direttore generale della direzione Concorrenza Philip Lowe, ndr ) in cui abbiamo spiegato che le valutazioni sarebbero state fatte sulla versione finale. L’impressione che abbiamo dato la nostra benedizione è sbagliata”.
Il Ministero delle Comunicazioni ha già risposto alle osservazioni espresse dalla Ue nella lettera del 6 aprile di Philip Lowe.
Dopo aver preso atto con soddisfazione della “valutazione complessivamente positiva formulata sui contenuti” del Ddl Gentiloni, il Ministero ha annunciato anche alcune modifiche che potrebbe apportare, eventualmente anche con emendamenti, alla legge in discussione ora alla Camera.
Nell’incontro di ieri con il Ministro delle Comunicazioni, la Reding ha fatto poi riferimento all’iter di approvazione della nuova Direttiva europea Tv senza frontiere. Il Commissario ha affermato che i lavori proseguono “molto bene” e ha comunicato che probabilmente, in occasione del Consiglio dei ministri dell’audiovisivo si riunirà il 24 maggio, ci sarà “…un’accettazione molto ampia del testo attualmente sul tavolo”.
Martedì 8 maggio,
Nei programmi per i ragazzi sotto i 30 minuti non sono consentiti spot. Spazio anche a uno speciale codice di condotta per evitare le pubblicità di cibi grassi e zuccherati diretti ai bambini e all’introduzione del product placement (la presenza di un prodotto in un film o in un programma sportivo, utilizzato o mostrato da uno dei protagonisti), ma con norme molto restrittive e limitato solo ad alcune trasmissioni.
Se dai Ministri responsabili il 24 maggio arriverà il via libera al testo, il compromesso potrebbe andare al voto.
Intanto si apprende che gli emendamenti al Ddl Gentiloni all’esame delle Commissioni Cultura e Trasporti della Camera, dovranno essere presentati entro il 30 di maggio. Lo ha deciso un ufficio di presidenza congiunto delle due Commissioni questa mattina. La prossima settimane esamineranno e approveranno un documento conclusivo dell’indagine conoscitiva svolta nei mesi scorsi sul settore televisivo, e dai primi giorni di giugno comincerà l’esame e il voto degli emendamenti.
L’obiettivo sarebbe quello di arrivare nell’Aula di Montecitorio con il provvedimento a luglio.
La fissazione del termine per gli emendamenti da parte delle Commissioni guidate da Pietro Folena (Cultura) e Michele Meta (Trasporti) riavvia quindi l’iter parlamentare sul Ddl Gentiloni, e che è all’esame delle due Commissioni da diversi mesi e che è ha visto lo svolgersi di una lunga indagine conoscitiva durata oltre 3 mesi.
A riguardo è intervenuto il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, che ospite di Sky tg 24 Pomeriggio, ha commentato che il Ddl di riforma del sistema Tv “…sta prendendo un’accelerata e mi sembra che Gentiloni e la maggioranza non tengano conto della direzione presa dall’Ue“.
Confalonieri ha, quindi, ribadito le critiche dell’azienda al disegno di legge in particolare la norma che fissa un tetto del 45% alla raccolta pubblicitaria. Il presidente ha ricordato come l’Europa abbia criticato questo limite sottolineando che “…non è un affare legislativo; a sua volta il Ministro – ha aggiunto – ha replicato che altri tetti già esistono, come quelli per la stampa, ma io rispondo che sono per la vendita di copie e non per il fatturato. L’Ue è stata drastica su questo: non si può imporre un tetto al fatturato e stabilire una posizione dominante per legge”.
Insomma “…non può essere messo un limite al fatturato, questo è un ‘fregarsene’ dei richiami dell’Europa”.
In politica “…poi dialoghiamo con tutti, esprimiamo le nostre idee, poi però – ha proseguito – arriva un Ministro che dice ‘tu devi essere penalizzato nella tua attività e devi pagare un handicap’, nell’ordine di un terzo del nostro fatturato”. Se pure “…c’è una volontà punitiva nei confronti nostri per motivi che esulano dal fatto industriale e possono sconfinare nella politica, e posso anche capirlo, confido che alla fine possa prevalere il buon senso. Gentiloni è una persona ragionevole e non capisco perché si è incaponito in questo modo. Se ci siamo incaponiti noi? Noi siamo il soggetto che subisce”, ha concluso Confalonieri.