Italia
Continua la bagarre politica sul comportamento tenuto dal governo in occasione della vendita di Olimpia, la società che controllava Telecom Italia, ora sostituita nel suo ruolo dalla neonata Telco, controllata dalla spagnola Telefonica (42,3%), Assicurazioni Generali (28,1%), Intesa Sanpaolo (10,6%), Mediobanca (10,6%) e Sintonia (8,4%). Telco controllerà il 23,6% del capitale votante di Telecom Italia.
Il premier Romano Prodi torna sulle accuse di ingerenza rivoltegli dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e le definisce totalmente inventate.
Parlando a ‘Radio anch’io’, Prodi ha spiegato che “…non si trova neanche una telefonata” a prova di un suo intervento e ha mandato al mittente le nuove polemiche sul ‘piano Rovati’, spiegando che il progetto messo a punto dal suo ex consigliere di fiducia non ha nulla a che vedere con quello che sta succedendo adesso.
Ora, ha aggiunto il premier, “tutti stanno riconsiderando” il piano Rovati, che suggeriva lo scorporo della rete fissa, il suo passaggio alla Cassa Depositi e Prestiti e la sua successiva quotazione. Un po’ come era avvenuto per Terna, l’ex rete Enel.
Il punto è che “di fronte ad una concorrenza tra imprese – ha detto ancora Prodi – tutti ora ritengono che il possesso neutrale della rete o per lo meno il comportamento neutrale di chi la gestisce, è indispensabile”.
“Credo – ha quindi concluso – che sia un principio giusto, ma anche su questo non mi sono pronunciato, per evitare interferenze. Il problema è che quando le cose vanno in porto si parla di interferenza”.
Respinge le accuse di interventismo anche il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, secondo cui le accuse “si commentano da sole”.
La soluzione trovata per la vendita della maggiore azienda privata italiana, ha sottolineato la terza carica dello stato, “non compromette gli interessi aziendali e dei lavoratori di questo asse strategico per il Paese” e ha permesso all’Italia di cavarsela “per il rotto della cuffia”.
Per Bertinotti, ogni Paese “deve potersi dotare di una presenza decisiva in settori strategici, per alimentare la ricerca e la formazione, altrimenti organizzate solo da organizzazioni che muovono in altre parti del mondo con un impoverimento del sistema-paese”.
Semmai, spiega quindi Bertinotti, “quello che va lamentato è uno squilibro per sfavore della politica, che è sostanzialmente sotto schiaffo, nella migliore delle ipotesi da consigli che possono essere accettati o meno buoni o cattivi che siano”.
L’intera vicenda Telecom, col suo strascico di polemiche, ha ribadito infine il presidente della Camera, “mette in luce la necessità di un nuovo intervento pubblico di indirizzo sulle grandi scelte strategiche del Paese”.
Stamattina, intanto, si è tenuta la riunione del Cda di Mediobanca, chiamato a pronunciarsi sull’investimento in Telco-Telecom, seguita da una riunione tra Vincent Bollorè, Tarak Ben Ammar e Cesare Geronzi. Il consiglio dell’istituto milanese – che deterrà una quota in Telco pari al 10,6% del capitale – ha approvato l’accordo per la costituzione di Telco, a cui la banca conferirà la sua attuale quota pari all’1,56% del capitale Telecom per un controvalore di 522 milioni di euro (2,53 euro per azione).
Intesa Sanpaolo ha invece ratificato l’accordo ieri, definendolo “un’operazione di grande interesse per la banca e i suoi azionisti”.
“Sarà una buona operazione – ha spiegato Gaetano Miccichè, responsabile Corporate di Intesa Sanpaolo – che farà il bene anche di una grande azienda del Paese”.
Non si tratta infatti di aver difeso l’italianità dell’azienda ma di investire in “aziende che hanno numeri per poter andar bene. Dopo di che – ha aggiunto – se si favoriscono aziende che hanno la loro testa in Italia credo che non sia una cattiva azione”.
Riguardo la posizione finanziaria del gruppo Telecom, l’amministratore delegato Corrado Passera ha spiegato che i debiti ci sono, “ma sono compatibili con i conti economici attuali e prevedibili”.
“Anche il successo di Telefonica – per Passera – è stato reso possibile dall’intervento delle grandi banche che l’hanno accompagnata per un periodo nella crescita”.