Unione Europea
La Commissione europea va avanti nella sua lotta contro il protezionismo nel settore delle telecomunicazioni e ha mostrato il pugno duro alla Germania, rea di non aver voluto abrogare le disposizioni che garantirebbero all’ex monopolista Deutsche Telekom la cosiddetta ‘vacanza regolatoria’, rafforzando di fatto la sua posizione dominate nel mercato della banda larga.
Nonostante qualche settimana fa sembrasse essersi aperto uno spiraglio, con le autorità tedesche pronte a rivedere la propria posizione, l’atteso passo indietro non è arrivato e la Commissione ha quindi inviato loro un parere motivato, aprendo la seconda fase della procedura d’infrazione avviata a febbraio.
Se entro 30 giorni la Germania non abrogherà le modifiche alla legislazione in vigore – proposte dal governo nella primavera del 2006 ed entrate in vigore a febbraio – Bruxelles procederà al trasferimento del caso alla Corte di giustizia europea.
Dal momento che la nuova legge “crea grande incertezza nel mercato e potrebbe scoraggiare la concorrenza”, la Commissione ha deciso di applicare nuovamente un termine di risposta abbreviato.
Secondo la Commissione, le modifiche introdotte dal governo, sbarrando l’accesso alla rete VDSL di Deutsche Telekom – in pratica una sorta di rimborso per l’investimento di 3 miliardi di euro effettuato dall’incumbent – indeboliscono di fatto la posizione dei concorrenti e rendono più difficoltoso l’ingresso sul mercato ai new entrant.
Di più, la ‘vacanza normativa’ verrebbe concessa “senza consultare la Commissione e le autorità di regolamentazione degli altri Stati membri, come invece prescritto dalla normativa Ue sulle telecomunicazioni per garantire la trasparenza ed un migliore funzionamento del mercato interno”.
La legge tedesca tenta inoltre di influenzare l’Authority tedesca per le tlc (Bundesnetzagentur) che dovrà decidere in merito alla concessione ai concorrenti di Deutsche Telekom dell’accesso alla nuova rete, che nei piani dell’incumbent andrà a coprire 50 grandi città entro la fine di quest’anno.
La nuova legge, arrivata in risposta alla decisione dell’Authority di aprire ai concorrenti le reti a banda larga di DT, per Commissione, “interferisce pertanto con il potere discrezionale dell’Autorità di definire ed analizzare i mercati in base alle norme comunitarie”.
Secondo le stime della Commissione, Deutsche Telekom controlla 9,4 milioni di linee a banda larga su un totale di 12,4 milioni, con una penetrazione della tecnologia ferma a circa il 16,3%, significativamente più bassa rispetto agli Stati Ue leader in questo campo, come la Danimarca e i Paesi Bassi, che vantano una penetrazione della banda larga di oltre il 30%.
Il Commissario ai media e alla società dell’informazione, Viviane Reding, ha espresso più volte il suo “rammarico” per l’indifferenza della Germania ai “numerosi e chiari avvertimenti che le sono stati rivolti dalla Commissione stessa”, sottolineando che la concessione di una vacanza normativa agli operatori storici “significa tentare di soffocare la concorrenza in un settore cruciale dell’economia e costituisce una violazione delle norme comunitarie in materia di telecomunicazioni in vigore dal 2002″.
Eppure, il muro contro muro continua, con la Germania a difendere le sue controverse disposizioni, rifiutandosi di modificare la legge sulle telecomunicazioni nel senso richiesto e la Commissione a respingere le argomentazioni delle Autorità tedesche ritenendole “prive di fondamento”.