Contratto di servizio Rai: Gentiloni risponde a Landolfi, ‘Polemica su un aspetto marginale’, inserito invece l’indice di valore pubblico

di Raffaella Natale |

Italia


Paolo Gentiloni

Non è tardata ad arrivare la risposta del Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, al presidente della Commissione parlamentare di vigilanza, Mario Landolfi, che aveva lamentato la scomparsa del ‘bollino di qualità‘ dal testo finale del Contratto di Servizio Rai.

 

Gentiloni si è detto stupito della reazione del presidente della Vigilanza, visto che “Il Ministero delle Comunicazioni ha recepito oltre il 90% delle osservazioni approvate dalla Commissione parlamentare di vigilanza al nuovo Contratto nazionale di Servizio della Rai. Non era mai avvenuto con i precedenti Governi che il parere non vincolante della Vigilanza venisse accolto praticamente nella sua totalità”.

“Stupisce perciò che il presidente della Commissione, Mario Landolfi, invece di rilevare una tale circostanza positiva, polemizzi – a oltre un mese  di distanza – su un aspetto marginale del contratto, quale quello del cosiddetto bollino“.

 

“…E’ il caso comunque di ricordare – ha sottolineato il Ministro – che il Contratto introduce per la prima volta un indice del valore pubblico dei programmi che sarà monitorato in modo sistematico e reso noto agli utenti, parallelamente all’indice dell’Auditel. Questa misurazione del valore pubblico aprirà un capitolo del tutto nuovo e impegnativo per la Rai e costituirà il vero banco di prova della capacità dell’azienda di assolvere pienamente agli obblighi imposti dal nuovo contratto di servizio”.

“…Quando funzionerà un criterio della qualità ‘da servizio pubblico’, sarà anche possibile – senza creare confusione – segnalarla con un bollino”.

 

Landolfi ieri ha lamentato la “misteriosa scomparsa“, dal testo finale del Contratto di servizio, di “…ogni riferimento all’emendamento approvato all’unanimità dalla Vigilanza che impegnava la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo a rendere riconoscibili agli utenti, mediante l’apposizione di adeguati segnali visivi, la programmazione finanziata dal canone rispetto a quella finanziata dalla pubblicità”.

 

Per Landolfi, “…sarebbe stata una bella prova di rispetto istituzionale se il ministero delle Comunicazioni, sebbene non obbligato, avesse comunicato alla Commissione di Vigilanza, cioè al Parlamento, l’avvenuto rigetto di un punto sostanziale e qualificante del testo. Anzi, è avvenuto l’esatto contrario, come potrà confermare il relatore del parere della Commissione, Beltrandi, che ha tenuto i contatti con il ministero”.

 

“…Ma al di là di questo – ha aggiunto l’esponente di An – è gravissimo che il Ministro Gentiloni si sia piegato alla volontà della Rai, da sempre contrarissima a qualsiasi forma di evidente distinzione nell’offerta televisiva, cancellando con un tratto di penna una decisione unanime che avrebbe introdotto un principio di elementare trasparenza in favore di cittadini, utenti, contribuenti”.

 

Il Contratto di servizio Rai impegna la Tv pubblica in tre grandi direzioni: più qualità nell’offerta, Innovazione tecnologica e tutela dei diritti.

 

Più precisamente, la Rai dovrà incrementare la qualità della sua programmazione introducendo il cosiddetto “indicatore di valore pubblico”, la cui rilevazione è frutto dell’ascolto, ma anche dal valore pubblico e dalla reputazione dell’azienda che ne consegue; la seconda novità è accento sull’offerta multimediale dell’azienda mentre viene perfezionata la tutela delle fasce deboli e soprattutto dei minori e l’attenzione ai programmi dedicati alle persone con disabilità e socialmente più deboli.  

 

Si alza inoltre il sostegno che la Rai deve riservare alla produzione audiovisiva italiana ed europea mentre viene realizzato un particolare riconoscimento all’attività dei produttori italiani cui viene riconosciuta la possibilità di negoziare i cosiddetti “diritti residuali”.

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