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Contratto di servizio Rai: che fine ha fatto il ‘Bollino di qualità’? Landolfi, ‘Cancellato dopo essere stato approvato in Vigilanza’  

Italia


“…Rilevo con stupore misto ad amarezza che dal testo finale del Contratto di Servizio tra Rai e ministero delle Comunicazioni è misteriosamente scomparso ogni riferimento al cosiddetto bollino di qualità, cioè a quel emendamento approvato all’unanimità dalla Vigilanza che impegnava la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo a rendere riconoscibili agli utenti, mediante l’apposizione di adeguati segnali visivi, la programmazione finanziata dal canone rispetto a quella finanziata dalla pubblicità”.

L’osservazione è di Mario Landolfi, presidente della Commissione parlamentare di vigilanza Rai.

 

Per Landolfi, “…sarebbe stata una bella prova di rispetto istituzionale se il ministero delle Comunicazioni, sebbene non obbligato, avesse comunicato alla Commissione di Vigilanza, cioè al Parlamento, l’avvenuto rigetto di un punto sostanziale e qualificante del testo. Anzi, è avvenuto l’esatto contrario, come potrà confermare il relatore del parere della Commissione, Beltrandi, che ha tenuto i contatti con il ministero“.

“…Ma al di là di questo – ha aggiunto l’esponente di An – è gravissimo che il Ministro Gentiloni si sia piegato alla volontà della Rai, da sempre contrarissima a qualsiasi forma di evidente distinzione nell’offerta televisiva, cancellando con un tratto di penna una decisione unanime che avrebbe introdotto un principio di elementare trasparenza in favore di cittadini, utenti, contribuenti”.

 

Landolfi ha anche lamentato che “…dopo aver aumentato il canone, Gentiloni elimina ora un elemento particolarmente in grado di consentire un effettivo e puntuale controllo sull’utilizzo delle risorse e su quello schema di contabilità separata in base al quale la Rai chiede, anzi pretende, da ministri compiacenti l’aumento del canone”.

 

Il Contratto dei servizio Rai è stato firmato giusto alcune settimane fa, dal Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, il presidente della Tv pubblica Claudio Petruccioli, il direttore generale Claudio Cappon e il vicedirettore e capo delegazione Rai Giancarlo Leone.

 

Il Contratto, come ha sottolineato nell’occasione il Ministro, “…impegna la Rai in tre grandi direzioni: più qualità nell’offerta, Innovazione tecnologica e tutela dei diritti”.

 

Più precisamente, la Rai dovrà incrementare la qualità della sua programmazione introducendo il cosiddetto “indicatore di valore pubblico“, la cui rilevazione è frutto dell’ascolto, ma anche dal valore pubblico e dalla reputazione dell’azienda che ne consegue; la seconda novità è accento sull’offerta multimediale dell’azienda mentre viene perfezionata la tutela delle fasce deboli e soprattutto dei minori e l’attenzione ai programmi dedicati alle persone con disabilità e socialmente più deboli.

 

Si alza inoltre il sostegno che la Rai deve riservare alla produzione audiovisiva italiana ed europea mentre viene realizzato un particolare riconoscimento all’attività dei produttori italiani cui viene riconosciuta la possibilità di negoziare i cosiddetti “diritti residuali“.

 

“…Questioni tecniche e anche finanziarie“, ha detto il giorno della firma Cappon, che insieme al suo vice ha quantificato “…in circa 100 milioni di euro il costo per la copertura dell’85% della popolazione in un anno con il digitale terrestre“, ed altri 30-40 milioni per altri oneri.  

 

Per Cappon, che ha ricordato come il digitale terrestre sia la sfida “più importante” posta dal Contratto, sarebbe auspicabile promuovere un “tavolo di consultazione tra i soggetti che interagiscono perché è giusto affrontare la questione in una logica di sistema Paese“. Anche per il Dg “…c’è un problema di risorse per quanto attiene la loro programmabilità e coerenza rispetta agli obiettivi posti”.

 

Da sviluppare ulteriormente anche l’attuale canale Isoradio. Impegni a migliorare la qualità dei propri programmi, dunque, ma anche a perseguire una politica di sviluppo tecnologico che comporterà nuovi investimenti.

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