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Sony Ericsson ha chiuso il primo trimestre 2007 con un utile netto di 254 milioni di euro – più che raddoppiato rispetto al corrispondente periodo del 2006 – e un fatturato in crescita del 47% a 2,9 miliardi di euro, rispetto a 1,9 miliardi dello scorso anno.
La joint venture – creata 5 anni fa dalla svedese Ericsson e dal gruppo giapponese di elettronica Sony – ha venduto 21,8 milioni di telefonini, in crescita del 63% rispetto allo stesso periodo 2006 e ha aumentato del 2% la propria quota di mercato, giunta a oltre l’8%.
“Le forti vendite e le solide performance finanziarie dimostrano che lo slancio dello scorso anno prosegue”, ha dichiarato il presidente Miles Flint, sottolineando che per il 2007 il mercato globale dei cellulari raggiungerà quota 1,1 miliardi di unità .
La crescita del gruppo è stata particolarmente forte in Asia Pacifico, America Latina ed Europa, grazie al lancio di molti modelli di fascia medio-bassa come i W300 e il W200 (della serie Walkman) e il K310.
Nonostante il focus sulla fascia medio-bassa del mercato dei cellulari, i margini sono cresciuti rispetto allo scorso anno, grazie alla “concentrazione del management sul contenimento dei costi e il mantenimento dei margini”, che ha permesso al gruppo di attrarre nuovi utenti sui maggiori mercati mondiali.
Sony Ericsson ha puntato molto sulla musica, col lancio di nuovi prodotti anche nell’ultimo trimestre: tra questi cinque nuovi modelli Walkman e due nuovi Cyber-shot, a copertura di diverse fasce di prezzo e il primo cellulare HSDPA per il mercato nordamericano.
Durante il trimestre il gruppo ha anche fatto diversi annunci di natura strategica.
In seguito alla forte crescita delle vendite nella regione Asia Pacifico, la joint venture ha deciso di iniziare a produrre telefonini in India attraverso i partner Flextronics e Foxconn.
I nuovi impianti di produzione andranno ad aggiungersi a quelli già operativi in Cina (dove viene prodotto circa un terzo dei telefonini del gruppo), Brasile, Giappone e Malesia.
Nella sede indiana la società conta di riuscire a realizzare almeno 10 milioni di telefonini l’anno da qui al 2009, pari a circa il 13% dei device venduti nel 2006.
La joint venture ambisce a diventare il terzo top player mondiale e per farlo deve puntare sul low-cost, come già hanno fatto le rivali Nokia e Motorola.
La nuova sede di produzione indiana aiuterà la società a raggiungere una migliore efficienza dei costi e a produrre telefonini belli e competitivi. “Sony Ericsson – ha spiegato Miles Flint- ha osservato una crescita incoraggiante del mercato indiano, che ha permesso al gruppo di raggiungere la terza posizione sul mercato locale e in linea con l’obiettivo di diventare terzo player globale nel prossimo futuro”.
A febbraio ha annunciato il completamento dell’acquisizione della software company svedese UIQ Technology e ha creato una holding company separata, UIQ Holdings, per gestire il business.
A marzo, infine, Sony Ericsson ha siglato un accordo di licenza e sviluppo con Sagem Communication (SAFRAN Group) relativo ai cellulari entry-level GSM, GPRS ed EDGE, per rafforzare la propria posizione nel segmento dei telefonini di fascia bassa.