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Caso Telecom: il Commissario Ue Peter Mandelson invita l’Italia a cogliere ‘le opportunità offerte dai mercati mondiali’

Unione Europea


Dopo aver affidato nei giorni scorsi ogni commento sul caso Telecom Italia al proprio portavoce Martin Selmayr, il Commissario Ue per i media e la società dell’informazione Viviane Reding è finalmente scesa in campo personalmente per chiedere maggiore vigilanza sull’evoluzione del riassetto azionario del gruppo telefonico italiano onde evitare e contrastare eventuali “pressioni protezionistiche”.

Lo ha fatto con una lettera inviata al presidente della Commissione, Josè Manuel Barroso, al commissario alla Concorrenza Neelie Kroes, al commissario al mercato interno Charlie McCreevy e all’Energia Andris Piebalgs, ai quali chiede la massima attenzione sul caso Telecom dal momento che, nota la Reding, la vicenda – anche alla luce di “esperienze passate” – dimostra che in alcuni Stati vi siano ancora “pressioni protezionistiche riguardo sia il settore delle telecomunicazioni che altri settori strategici”.

 

Un appello affinché l’Italia “colga le opportunità offerte dai mercati mondiali” arriva anche dal commissario europeo al Commercio, Peter Mandelson, secondo il quale, “davanti alla globalizzazione, l’Italia non deve stare sulla difensiva ma abbracciare il mondo e i mercati con la sua eccellenza e qualità”. 

Riguardo l’emendamento preparato dal governo al fine di rafforzare i poteri dell’Authority guidata da Corrado Calabrò – che verrà probabilmente inserito nel Ddl Bersani sulle liberalizzazioni – il Commissario Reding sottolinea ai colleghi che bisogna assicurarsi “che questa forma di regolamentazione non sia influenzata da tendenze protezionistiche che ostacolano gli investimenti o rendono più difficile lo sviluppo di un’industria europea competitiva, nella falsa idea che ciò contribuisca al bene dei consumatori o agli interessi strategici di uno Stato membro”.

 

L’emendamento – ha spiegato ieri il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni nel corso dell’audizione alla Commissione Lavori Pubblici e Comunicazione – attribuisce ad Agcom, all’esito della verifica sulla ricorrenza delle circostanze eccezionali, il potere di definire regole dirette ad assicurare che l’amministrazione e la gestione di tutti gli elementi che compongono la rete di accesso e le risorse correlate, siano sottoposte, nei riguardi dell’operatore titolare di notevole forza di mercato, ad un regime improntato, anche attraverso le più appropriate misure organizzative, a criteri di autonomia, di neutralità e di separazione funzionale dalle altre attività dell’impresa, con la piena garanzia della parità di trattamento esterna ed interna per tutti gli operatori che chiedono accesso.

 

La possibilità di attuare una separazione funzionale che assicuri un uso non discriminatorio del network e promuova una maggiore competitività nei servizi è contemplata da molti Stati membri ed è stata attuata al momento solo da BT Group con OpenReach.

Il modello britannico, ha spiegato Gentiloni, “ha prodotto risultati interessanti sia per la riduzione del contenzioso tra incumbent e altri operatori, sia per la moltiplicazione del numero di operatori che – grazie alle garanzie di equivalenza di accesso – hanno deciso di investire sulla rete”.

 

Anche l’Italia, dunque, vuole puntare, con un proprio modello, ai medesimi due obiettivi: “equivalenza di accesso alla rete e remunerazione per gli investimenti assai cospicui che si rendano necessari”.

 

Obiettivi più che leciti, dice la Reding, purché “ogni obbligazione giuridica sia pienamente in linea con la normativa Ue” e non sia dettata dalla volontà di imporre una soluzione protezionistica.

 

Ma, ha sottolineato il ministro, l’emendamento proposto dal governo è “pienamente condiviso dall’ UE – alla quale andrà comunque notificato – come mi ha confermato il commissario Reding dopo ampie consultazioni tra i nostri uffici. E’ un passaggio – non è il primo, non sarà l’ultimo – coerente con un percorso di rafforzamento del ruolo dei Regolatori indipendenti che ha avuto diverse tappe nell’ultimo anno. Un percorso la cui base è nella direttiva accesso, recepita nel nostro ordinamento nel  2003″.

 

La Reding ha comunque consigliato ugualmente ai colleghi di intensificare i contatti sulla questione italiana, per mantenere una linea unitaria, ricordando che “non riguarda solo la cornice regolamentare sulle Telecomunicazioni ma anche le questioni più ampie della concorrenza del mercato interno”.

Solo attraverso un maggiore coordinamento, conclude il commissario, l’esecutivo “potrà rispondere in maniera chiara e puntuale nel momento in cui la proposta legislativa italiana diventerà più concreta”.

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