Unione Europea
Non si placa il braccio di ferro tra gli operatori mobili e la Commissione europea in merito alla proposta di regolamentazione sulle tariffe del roaming internazionale.
Avviato l’iter parlamentare, un accordo dovrebbe arrivare prima dell’estate, ma la GSMA non ci sta e continua a ripetere che la proposta avrà gravi ripercussioni su “una delle industrie più innovative e dinamiche dell’Europa”.
Dopo il voto positivo della commissione Affari Economici e Monetari, del comitato Cultura e Istruzione e del comitato Mercato interno e Protezione dei consumatori, domani toccherà alla commissione ‘Industria, Ricerca ed Energia‘ esprimere il proprio parere sulla proposta.
La GSMA teme che i diversi emendamenti renderanno la regolamentazione, “che già colpisce i consumatori europei, ancora più dannosa”.
Una paura già espressa in diverse sedi e occasioni, ma che non ha spostato di un millimetro la posizione del commissario Viviane Reding, agguerrita nell’intento di calmierare i costi del servizio, fin qui mantenuti ingiustificatamente alti nonostante i diversi appelli agli operatori nel corso degli ultimi anni.
Una tracotanza, quella degli operatori, che non va giù all’esecutivo, quanto mai determinato a ridurre i costi del roaming prima dell’estate per consentire agli utenti europei di godersi le vacanze senza l’incubo dei costi del telefonino.
Per la GSMA, dunque, la proposta della Ue sarebbe quanto mai “inappropriata e inconsistente”, mentre le distorsioni del mercato che provocherebbe rischiano di “rimuovere gli incentivi a competere” e di penalizzare alcune fasce di consumatori.
Alcuni emendamenti proposti dal comitato Mercato interno e Protezione dei consumatori – ha spiegato la GSMA – “hanno fissato i tetti peri prezzi al dettaglio a 15 centesimi per le chiamate ricevute – un taglio superiore al 75% rispetto agli attuali livelli – e a 40 centesimi per effettuare una chiamata. Tetti così bassi non permetteranno agli operatori di competere e li costringeranno ad applicare tariffe sottocosto”.
Uno studio commissionato dalla Ue a un gruppo di consulenti indipendenti ha suggerito che il tetto massimo per le chiamate ricevute andrebbe fissato a 33 centesimi (contro i 17 proposti dalla Commissione): la GSMA è particolarmente preoccupata che ora il Parlamento possa ignorare il parere di questi esperti, secondo cui un prezzo inferiore non permetterebbe all’industria di recuperare i suoi costi.
Secondo la GSMA, le tariffe del roaming sono scese del 25% nel corso del 2006. Il costo medio a minuto di una chiamata sarebbe dunque sceso a 62 centesimi, contro i precedenti 83 centesimi.
Non ci sarebbe dunque bisogno di imporre tetti assoluti, che inibirebbero “l’innovazione delle tariffe”, né di “annoiare e confondere” i consumatori con “lunghe e complesse comunicazioni sulle tariffe per i servizi voce e dati”, come invece richiesto dalla Commissione per migliorare la trasparenza.
Basterebbe un’indicazione sui tetti medi da applicare alle tariffe e semplici e brevi notifiche via sms, corredate da un numero verde a cui rivolgersi per informazioni più complesse.