Unione Europea
Dichiarazioni di addebiti per le principali major discografiche. Parliamo di Universal Music Group (Vivendi), SonyBMG, EMI e Warner Music Group. Ma nel mirino della Commissione Ue finisce anche Apple. Al vaglio di Bruxelles, gli accordi stretti tra le case del disco e la società della ‘Mela’ per la vendita della musica sulla piattaforma iTunes che, secondo la Ue, arrecherebbe danno al mercato europeo.
Universal ed EMI, hanno già reso nota l’intenzione di difendere le proprie posizioni, dichiarandosi certe di non aver violato alcuna norma posta dall’Unione Europea, mentre Sony e Warner non hanno ancora preso una posizione ufficiale.
La lista di obiezioni rappresenta la prima tappa formale della più ampia procedura antitrust che la Ue può aprire di fronte a una sospetta violazione delle norme comunitarie sulla libera concorrenza.
Jonathan Todd, portavoce del Commissario Ue per la Concorrenza Neelie Kroes , ha dichiarato che gli accordi che legano Apple alle major violano le disposizioni comunitarie sul diritto d’autore, creando forti ostacoli all’ingresso di altre società nel comparto.
“…I consumatori – ha spiegato Todd – possono acquistare musica da iTunes solo nel loro Paese di residenza, subendo così restrizioni nel loro diritto di scelta e quindi anche nella gamma accessibile e nel prezzo”.
Questa politica condiziona l’offerta e il prezzo della musica disponibile in un determinato mercato.
Un utente del sito francese di iTunes deve, per esempio, disporre di una carta di credito rilasciata in Francia per comprare musica online e questo restringe la propria capacità di scegliere.
In una breve nota, Apple ha indicato di non avere violato la legislazione europea, sottolineando che lavorerà con Bruxelles per risolvere la questione.
In sua difesa, la società di Steve Jobs ha sempre detto d’aver voluto uno store paneuropeo ma d’aver rinunciato di fronte alle esigenze avanzate dalle case discografiche. “…Apple ha sempre pensato a un unico store iTunes accessibile a tutti, da qualsiasi Paese membro. Ma siamo stati informati dalle case discografiche dei limiti legali ai diritti che avrebbero potuto accordarci“, ha spiegato la società americana in un comunicato.
La Commissione ha deciso di aprire l’inchiesta a seguito della denuncia depositata nel 2005 dall’Associazione britannica dei consumatori Which?.
L’attenzione di Bruxelles si è concentrata sulle tariffe praticate da iTunes in Gran Bretagna che risulterebbero diverse dal resto d’Europa. Si tratta di ‘tariffe sostanzialmente più elevate’ (circa il 20%) rispetto a quelle pagate per gli stessi brani dal sito iTunes francese o tedesco e tutto questo in violazione delle disposizioni normative europee. In Gran Bretagna, gli utenti di iTunes pagano 79 centesimi per brano (1,17 euro), mentre negli altri Paesi europei il prezzo praticato è di 99 centesimi di euro.
“Ci aspettiamo che la Commissione prenda un provvedimento in modo da assicurare che il mercato della musica digitale sia unico in tutta Europa e che serva tutti gli utenti europei allo stesso modo“, aveva dichiarato nell’occasione Phil Evans, advisor di Which?.
L’associazione dei consumatori, infatti, ricorrendo alla Commissione Ue, non potrà più agire direttamente contro Apple.
Apple e le major discografiche coinvolte dispongono adesso di due mesi per rispondere alla Ue.
Un mese dopo l’avvenuta risposta, avrà luogo un’audizione pubblica nella quale tutte le parti coinvolte, compresi i ricorrenti, potranno far valere le loro ragioni.
Successivamente la Commissione prenderà la decisione finale che potrà prevedere delle multe che arrivano fino al 10% del fatturato annuo delle aziende coinvolte.