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Parte a Lecce il Dhitech. Nicolais: ‘Necessaria una progettualità forte per infrastrutturare il Mezzogiorno e renderlo competitivo’

Italia


Inaugurato a Lecce, alla presenza dal Ministro per le Riforme e l’Innovazione nella pubblica amministrazione, Luigi Nicolais, il Dhitech. Si tratta del primo Distretto tecnologico regionale per la competitività e l’innovazione nella ricerca scientifica. Tra gli obiettivi ci sono l’incremento e il consolidamento delle attività di ricerca e di sviluppo nei settori delle nanotecnologie, dei materiali avanzati, dell’Innovazione digitale e delle Ict.

 

Con l’avvio formale del Distretto, di cui fanno parte Università del Salento, CNR, Engineering Ingegneria Informatica, Fiamm, St Microelectronics, Leuci e Avio, si concretizza l’Accordo di Programma per la promozione della ricerca scientifica in Puglia siglato nel giugno del 2005 dal Ministero dell’Industria e della Ricerca, dal Ministero dell’Economia e dalla Regione Puglia.

L’accordo prevede la creazione di 3 distretti tecnologici: quello sulla meccatronica con sede a Bari, il biotecnologico con sede a Foggia e appunto il Dhitech di Lecce, primo a partire in Puglia. inoltre CNR-Infm dà il via anche al nuovo laboratorio di nanotecnologie molecolari. La nuova struttura si trova all’interno del Laboratorio Nazionale di Nanotecnologie del CNR-Infm, situato presso l’Università del Salento. Il nuovo laboratorio ospiterà 25 ricercatori e un nuovo sistema multicamera per la fabbricazione di Led organici (Multichamber Oled Cluster Tool), unico per dimensione e prestazioni.

 

“…Si tratta di un laboratorio unico in Italia e in Europa, dove condurremo – ha dichiarato Giuseppe Gigli, coordinatore della divisione Organici del Laboratorio nazionale di Nanotecnologie – ricerca all’avanguardia su nuovi materiali organici, di forte interesse per l’industria nazionale. Grazie alle nuove sofisticatissime strumentazioni a nostra disposizione, confidiamo di poter dare ulteriore impulso alla nostra ricerca, misurandoci con i centri di ricerca stranieri più all’avanguardia”.

 

Nel suo intervento, Nicolais ha sottolineato che “…I distretti tecnologici sono strutture che modernamente dimostrano come è possibile trasferire conoscenza da un mondo che la produce a un mondo che la utilizza. Questo è essenziale oggi in cui il tempo di utilizzazione di una conoscenza diventa essenziale per la competitività stessa e il risultato”.

“…Questo distretto, insieme agli altri due distretti regionali pugliesi – ha aggiunto il Ministro – dimostra anche una capacità di questa regione di interpretare un ruolo forte territoriale di sviluppo e un ruolo di collegamento tra il mondo dell’Università e il mondo della ricerca. In un sistema federale come il nostro in cui c’è una filiera della ‘governance’ che parte dall’Europa, passa attraverso il governo centrale e va infine nelle regioni e nei territori, abbiamo bisogno che ogni attore faccia il suo ruolo. In questo caso la Puglia lo ha fatto molto bene”.

 

Nicolais ha detto ancora che “…Mantenendo la stessa equazione, gli stessi parametri che avevamo già otto mesi fa, cioè della rigorosità, dello sviluppo e dell’equità, noi oggi riusciamo ad avere una nuova soluzione. Sicuramente la prossima Finanziaria terrà conto di quello che fanno le Università, del taglio forse inopportuno delle spese intermedie e anche dell’investimento sulla ricerca, sulla scuola, perché siamo convinti che il nostro Paese ha bisogno di essere alimentato in maniera significativa in questi settori”.

“…Abbiamo avuto – ha spiegato – una finanziaria difficile, che è stata sicuramente compromessa da alcune condizioni a contorno molto severe, che ci richiedevano di entrare nei parametri di Maastricht: questa Finanziaria ha fatto fare sacrifici che anche noi stessi non abbiamo totalmente condiviso. Oggi le condizioni sono cambiate“. Nicolais ha detto ancora che “…la competitività oggi è basata soltanto sulla capacità dell’impresa di materializzare i prodotti”. “…E competitività e welfare – ha aggiunto – camminano insieme, non sono due elementi staccati tra loro. Un sistema competitivo ha anche un sistema sociale forte. Lo abbiamo visto nel modello finlandese e in altri modelli specialmente in Europa, per cui sulla competitività dobbiamo basare tutto il nostro sforzo”.

 

Nell’occasione, Nicolais si è anche soffermato sul progetto ‘Industria 2015 , nel quale è sostenuto anche dai Ministri Pierluigi Bersani e Fabio Mussi. Obiettivo, quello di sollecitare una vision di quello che in futuro il Paese sarà.

“…Cerchiamo di mettere insieme – ha spiegato – gli attori su cinque aree, scelte basandosi su varie caratteristiche. Due aree sono i settori in cui l’Italia è di per sé competitiva, il ‘Made in Italy’ e i ‘Beni culturali’. Ma il Paese può fermarsi su questo suo essere competitivo, la competizione oggi cambia continuamente perché altri Paesi entrano nello stesso settore e quindi bisogna correre e non lasciarsi raggiungere dagli altri competitori”.

 

“…Le altre due aree – ha proseguito il Ministro – sono quelle in cui il Paese ha criticità forti: l’energia e la logistica. Intendendo l’energia come energia alternativa, spingendo il Paese non solo a svilupparle ma a sviluppare Imprese che possano in qualche modo rappresentarsi leader in un settore in cui l’Italia e gli altri Paesi dell’Europa cominciano ad avere grandi interessi”.

Quanto alla logistica, ha detto Nicolais, essa “…non deve rappresentare soltanto un modo di movimentare merci o persone, ma un modo in cui il vantaggio di trovarsi al centro del Mediterraneo deve costituire la possibilità di sviluppare una nuova tipologia d’impresa capaci di commercializzare materiali con maggiore valore aggiunto”.

L’ultima area indicata dal Ministro è quella delle ‘Scienze della vita’, definita “…una grande scommessa sui cui puntiamo perchè l’Italia è fra le prime due nazioni al mondo che ha la maggiore concentrazione di ricercatori in questo settore, ma non ha Imprese, produce conoscenze ma non la utilizza”.

Nicolais ha evidenziato che questo “…è un progetto di lungo termine a 10 e 7 anni”.

 

“Il quadro strategico nazionale – ha concluso – prevede un investimento di 100 miliardi di euro in sette anni, di cui una quota significativa attorno al 25-30%, è per la ricerca e l’innovazione. E’ questo il momento di una grande sfida perché abbiamo bisogno di esprimere una progettualità forte per infrastrutturare il Mezzogiorno per renderlo competitivo e attrattivo per gli anni futuri”.

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