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Tlc: luci e ombre nella Ue. Bene tariffe e servizi, ma ancora lunga la strada verso il mercato unico

Unione Europea


Le tariffe dei servizi telefonici continuano a scendere in tutta Europa, ma ancora molto c’è da fare perché tutti possano beneficiare a pieno dei vantaggi rappresentati dal mercato interno.

È quanto emerge dal 12° rapporto Ue sui mercati delle telecomunicazioni, nel quale si sottolinea come ancora occorra migliorare la concorrenza, applicare in maniera più rapida e coerente le misure correttive e rendere più indipendenti del autorità di regolamentazione nazionali.

 

A margine della presentazione del rapporto, il Commissario Viviane Reding ha bacchettato l’Italia, denunciando “eccessivi ritardi nell’imposizione di misure correttive sulla concorrenza”. Lungaggini che generano condizioni di concorrenza sleale in tutta Europa.

Non si è fatta attendere la risposta del presidente Agcom, Corrado Calabrò, secondo cui “…è vero che forse in Italia c’è un contenzioso esagerato ma bisogna anche distinguere tra sede civile e amministrativa. In questo secondo caso il percorso generalmente si conclude in pochi mesi e altrove non stanno meglio di noi, neanche nella civilissima Svezia”.

 

Calabrò preferisce soffermarsi sugli aspetti positivi emersi dal Rapporto relativamente al mercato italiano e sottolinea il “forte apprezzamento per il mercato italiano e per l’azione dell’Autorità garante nelle comunicazioni che ha agevolato i servizi”.

 

Nel complesso, la situazione dell’Europa è caratterizzata da luci e ombre: molti i fattori positivi, primo fra tutti l’apertura dei mercati, che ha portato al ribasso delle tariffe e l’introduzione di servizi migliori. In particolare, nota la Commissione, il prezzo medio di una telefonata interurbana di 3 minuti da telefono fisso è sceso dai 41,8 centesimi di euro circa del 2000 agli attuali 25 centesimi di euro, mentre i prezzi dei servizi mobili nazionali sono scesi anche del 13,9%.

Ma restano tanti anche gli elementi di insoddisfazione, tra cui l’insufficiente crescita del settore – ferma al 2,3% – e un troppo basso aumento degli investimenti, al 5%.

“È per tale motivo che la riforma della regolamentazione europea in materia di telecomunicazioni, che sarà introdotta quest’anno, dovrà concentrarsi in particolare su quelle strozzature critiche nelle quali la concorrenza non risulta ancora efficace. In un settore in cui la tecnologia non conosce le frontiere nazionali, è compito delle autorità di regolamentazione preparare la strada ad economie di scala paneuropee che sono nell’interesse sia degli operatori che dei consumatori”, ha spiegato la Reding.

 

In troppi casi, sottolinea però la Commissione, le autorità di regolazione non sono abbastanza indipendenti, ecco perché la reding rilancia sul progetto di un’Authority europea per le Tlc, sul modello della Federal Communication Commission.

L’obiettivo – ha chiarito il Commissario – non è quello di “sopprimere le Autorità nazionali”, quanto “l’attuazione coerente e uniforme del quadro di regole comunitario”.

Il Rapporto evidenzia ancora come la strada verso il mercato unico sia ancora costellata da ostacoli e approcci disomogenei, come nel caso delle offerte di accesso in banda larga ad alta velocità (bitstream) e delle tariffe di terminazione delle chiamate, che variano in modo significativo da un paese all’altro.

 

Allo stesso modo, ancora troppo frammentaria e inefficiente è la gestione dello spettro radio, su cui si basano servizi per un mercato di oltre 200 miliardi di euro, e l’introduzione incompleta del numero di emergenza 112, per la quale l’Italia e altri 12 Stati membri sono stati sottoposti a procedimento d’infrazione.

 

In tema di infrazioni, la Reding ha anche minacciato di deferire la Germania alla corte di giustizia europea se non verrà modificata la legislazione che concede a Deutsche Telekom una “vacanza” normativa, nonostante la sua posizione dominante sul mercato della banda larga in Germania.

 

“Mi rammarico che la Germania abbia scelto di ignorare le preoccupazioni espresse dalla Commissione sulla nuova legge in materia di telecomunicazioni, nonostante i numerosi e chiari avvertimenti che le sono stati rivolti dalla Commissione stessa”, ha affermato la Reding lo scorso 26 febbraio, quando alla Germania venne inviata una lettera di messa in mora.

“Concedere una sorta di vacanza normativa agli operatori storici significa tentare di soffocare la concorrenza in un settore cruciale dell’economia e costituisce una violazione delle norme comunitarie in materia di telecomunicazioni in vigore dal 2002″ .

 

Berlino, da canto suo, spiega che le critiche della Commissione sono “infondate” e che la legge nel mirino di Bruxelles “è del tutto compatibile con la legge comunitaria”.

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