Unione Europea
Dopo il primo sì dell’Europarlamento alla proposta di introdurre una disciplina comunitaria per la riduzione delle tariffe di roaming internazionale fino al 70% entro giugno, altri due voti favorevoli vanno ad accorciare le distanze per l’approvazione definita di una normativa Ue a tutela dei consumatori.
Dopo l’ok della commissione ‘Affari economici e monetari’, arrivo il disco verde anche da parte delle commissioni ‘Cultura e Istruzione’ e ‘Mercato Interno e Protezione dei Consumatori’, contribuendo così ad avviare in tempi brevi l’iter di approvazione parlamentare che dovrebbe proseguire il 12 aprile con il voto della commissione ‘Industria, Ricerca ed Energia’. Tappe successive per il definitivo sì, l’approvazione dell’Assemblea plenaria del Parlamento Ue prevista per maggio e quella del Consiglio Ue delle Tlc in programma il prossimo 7 giugno.
A margine della votazione, numerose le manifestazioni di consenso. Particolare soddisfazione quella espressa dalla Commissione Ue, che ha avanzato la proposta di progetto di regolamento.
“Esprimo piena soddisfazione per l’appoggio che, con il loro voto, altre due commissioni del Parlamento europeo hanno voluto dare alla proposta di regolamentazione avanzata dalla Commissione: tetti per le tariffe di roaming sia all’ingrosso che al dettaglio e provvedimenti a garanzia della trasparenza”, ha dichiarato Viviane Reding, Commissario Ue per i Media e la Società dell’informazione.
“Tuttavia, mi rammarico che in Parlamento siano ancora in molti a ritenere che a trarre beneficio da tariffe di roaming più basse debbano essere soltanto i nuovi clienti”, ha proseguito il Commissario, evidenziando la necessità di non trascurare il dibattito sulla possibilità di estendere la nuova regolamentazione a tutti i clienti mobili.
La penetrazione dei cellulari nella Ue è già del 103%: non saranno certo in molti a beneficiare della nuova regolamentazione se sarà valida solo per i nuovi utenti”.
Molto delicato anche il tema della scelta di adesione implicita o esplicita (opt in / opt out) alle tariffe protette.
“L’intero dibattito comprende anche la questione relativa a chi dovrà pubblicizzare le nuove tariffe. Ritengo che sia compito degli operatori dimostrare che le loro proposte siano davvero più convenienti, indirizzando pertanto i propri clienti verso l’ opt out, e cioè a rinunciare alle tariffe protette”, sottolinea il Commissario.
Se invece i consumatori dovranno per prima cosa scegliere l’opt in, ossia optare esplicitamente per una più conveniente tariffazione protetta, allora gli operatori potrebbero finire per approfittare della passività di molti clienti, ha evidenziato la Reding, secondo cui “alla fine saranno i contribuenti europei a dover pagare affinché regolatori nazionali e istituzioni europee spieghino ai cittadini che hanno il pieno diritto di aderire alla tariffa protetta”.
“Ad ogni modo sono dell’avviso che sia proficuo seguire la tendenza generale in vista di un rapido consenso sulla regolamentazione comunitaria del roaming”, ha concluso la Reding. “Ritengo che quest’ultimo aspetto meriti ulteriori riflessioni. Il nuovo regolamento Ue deve portare beneficio a tutti i consumatori, nessuno escluso”.
Nonostante le rimostranze di operatori ed esponenti d’industria, dunque, si fanno sempre più concrete le prospettive di uno scenario tariffario per il roaming internazionale nell’Unione europea più equo e più trasparente per gli utenti.
Considerati gli effettivi costi sostenuti dagli operatori, la Ue propone una soglia massima di 50 centesimi al minuto per le chiamate effettuate e di 15 centesimi per quelle ricevute. Se pensiamo che al momento si arriva a pagare fino a 1,15 euro al minuto per telefonare dall’estero, i risparmi per i consumatori, una volta completato l’iter europarlamentare, saranno davvero significativi.
25 Marzo 1957 – 25 Marzo 2007
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