Unione Europea
Italia ancora nel mirino della Ue in relazione al servizio di emergenza 112, per mancato adempimento delle direttive che prevedono una informativa chiara e trasparente sull’ubicazione del chiamante, fattore indispensabile per poter coordinare e sveltire le operazioni di soccorso.
Tra i cinque Stati membri citati dalla Commissione, infatti, è presente anche il nostro Paese, accanto a Lituania, Paesi Bassi, Portogallo e Slovacchia, deferiti alla Corte di giustizia europea per il mancato rispetto di quei criteri di affidabilità e completezza del servizio unico, che è necessario garantire a tutti i cittadini Ue in conformità a quanto previsto dalla normativa comunitaria in materia di telecomunicazioni.
Dopo l’apertura di una procedura d’infrazione nello scorso aprile, ad ottobre l’Italia aveva già ricevuto un parere motivato per mancato rispetto dei dettami europei in materia di localizzazione del chiamante.
Ora, nell’ambito di un’ulteriore fase dei procedimenti d’infrazione sulla normativa inerente al numero di emergenza europeo, l’Italia è risultata ancora essere indietro con quanto prescritto, così come gli altri Paesi chiamati in giudizio, inadempienti ai dettami Ue, o perlomeno carenti, per quanto concerne le informazioni da comunicare sull’ubicazione dell’utente chiamante nei casi di segnalazione al numero unico, finalizzato alla raccolta centralizzata dei dati provenienti dalle segnalazioni ai diversi numeri di emergenza 112, 113 e 118.
“Gli Stati membri sono tenuti ad assicurare che il numero di emergenza europeo 112 sia pienamente funzionale e disponibile, ha affermato il commissario della UE per le telecomunicazioni, Viviane Reding che ha evidenziato quanto sia importante che i diversi Paesi non mettano a repentaglio i propri cittadini e i cittadini di altri Stati membri della Ue che si recano sul loro territorio “non garantendo ai servizi di emergenza la piena disponibilità delle informazioni sull’ubicazione del chiamante”, sollecitando tali Stati membri “a prendere provvedimenti immediati per garantire maggiore sicurezza ai cittadini della Ue”.
Oltre ai cinque Stati deferiti per inadempienza, la Commissione ha citato in giudizio anche l‘Estonia per mancato svolgimento dell’analisi di mercato espressamente richiesta dalla normativa comunitaria e come indicato dalla raccomandazione della Commissione sui mercati rilevanti.
“Deferiremo altresì l’Estonia alla Corte di giustizia europea in quanto non ha svolto l’analisi di mercato entro i tempi previsti”, ha infatti dichiarato il Commissario Reding, aggiungendo “invito l’Estonia ad adempiere quanto prima a quella che è una prescrizione fondamentale della normativa comunitaria sulle telecomunicazioni, il cui mancato rispetto andrà a discapito della concorrenza e dei diritti dei consumatori.”
Accanto all’apertura dei nuovi procedimenti, la Commissione ha altresì avviato la conclusione di alcuni casi ancora pendenti nei confronti di Finlandia, Lussemburgo e Germania, rispettivamente riguardanti il fornitore del servizio universale, la contabilità dei costi e la non conformità alle due direttive sul servizio universale e sulla ePrivacy. Il tutto, grazie ad alcuni emendamenti legislativi che hanno soddisfatto le richieste di garanzia avanzate dalla Commissione.
25 Marzo 1957 – 25 Marzo 2007
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