AICA: quali sfide per l’Europa? Necessario un nuovo modello per la qualificazione dei professionisti ICT

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Italia


Bruno Lamborghini

Si è parlato di innovazione e servizi per il mercato delle nuove tecnologie al Convegno organizzato da AICA (Associazione italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico) e Confindustria Servizi Innovativi in programma oggi a Roma.

La sfida delle competenze ICT per l’Europa 2010: punti di vista a confronto”, questo il titolo dell’appuntamento, che ha stimolato un dibattito ampio e approfondito sul tema delle competenze ICT, sul fabbisogno in Europa di “skill” nei diversi scenari di sviluppo economico, sull’adozione del modello EUCIP per un approccio multilaterale, e non nazionalistico, per la classificazione, misurazione e riconoscimento delle competenze dei professionisti ICT in Europa.

Alberto Tripi, presidente di Confindustria – Servizi Innovativi e Tecnologici, e Bruno Lamborghini, presidente di AICA e membro dell’Advisory Board di ke4y4biz, hanno aperto i lavori della giornata. Le conclusioni sono state affidate al Ministro per le riforme e l’Innovazione nella PA Luigi Nicolais.

 

Il convegno ha concluso la “EUCIP Conference 2007 (European Certification of Information Technology Professionals), una serie di workshop e incontri organizzati dal CEPIS, la Federazione che raggruppa le associazioni di informatica di 32 Paesi Europei.

Dalla giornata è emerso che l’Europa ha un fabbisogno crescente di elevate competenze e professionalità informatiche, a cui dovrà far fronte attraverso il potenziamento di programmi formativi e di qualificazione dei profili professionali. Non è una sfida impossibile perché le prime esperienze sono già sul campo e cominciano a raccogliere il consenso di aziende, lavoratori e istituzioni.

 

La presentazione in anteprima dei risultati dello studio “Thinking Ahead On E-Skills For The ICT Industry In Europe” elaborato da Cepis (la Federazione delle associazioni informatiche europee) per la Commissione Europea , ha evidenziato come il settore ICT sia un potente motore dell’economia europea e mondiale, con un giro di oltre 650 miliardi di euro solo in Europa nel 2006 e la componente dell’informatica legata ai software e ai servizi pesi oramai per un terzo del mercato; l’equilibrio tra domanda e offerta di competenze nel settore del software e dei servizi di informatica sia essenziale ai fini della crescita e della creazione di occupazione, perché il contributo degli specialisti informatici sarà sempre più importante nel futuro europeo.

 

Sulla base di questi dati, lo scenario più ottimistico in tema di crescita economica e tasso d’innovazione, preconizza un fabbisogno occupazionale di nuovi professionisti, con varie competenze, dell’ordine di 250.000 unità nel 2010, ma si stima che 70.000 di queste nuove richieste potrebbero rimanere insoddisfatte a causa di insufficiente qualificazione; nello scenario più pessimistico il fabbisogno scenderà a circa 101.000 professionisti.

 

In conclusione, poiché i rischi di carenza di addetti con adeguata preparazione superano di gran lunga quelli di esubero in tutti gli scenari considerati, lo Studio indica la necessità di una nuova strategia di formazione e qualificazione degli specialisti. Anche perché la pervasività dell’IT rischia di trasformare i gap di competenze in spinte verso gli scenari meno favorevoli.

E’ opportuno, perciò, mirare alla convergenza di tutti i “mondi” interessati – istituzioni pubbliche, imprese, formazione e università – verso iniziative che favoriscano il monitoraggio dei fabbisogni e lo sviluppo delle competenze secondo modelli largamente condivisi a livello nazionale ed europeo.

 

Per quanto riguarda lo scenario italiano, coerentemente con la prospettiva europea, i dati tratti dal Rapporto 2006 su “Occupazione e professioni nell’Ict” di Confindustria Servizi Innovativi, stimano che il fabbisogno nazionale di nuovi professionisti dell’Ict per il 2010 sarà all’incirca di 17.500 nuove unità, a cui si aggiungeranno circa 3.800 professionisti delle linee di business.

 

Da qui l’iniziativa di presentare e dibattere quanto di più concreto sta maturando in seguito al decollo a livello europeo del sistema Eucip, sorto da iniziative finanziate dall’Unione Europea su iniziativa dello stesso Cepis, rappresentato in Italia da AICA.

 

Nato dall’idea di certificare le abilità delle figure professionali It, il sistema Eucip si va affermando in parallelo, e forse ancora più rapidamente, come sistema di classificazione delle competenze e delle figure chiave a livello Europeo, permettendo di disporre di un modello di riferimento, sino a oggi mancante, per facilitare l’incontro tra domanda e offerta, rilevare i fabbisogni e i gap di specifiche competenze ad ogni livello (azienda, settore, bacino geografico), e investire in formazione secondo un quadro di riferimento curricolare per lavoratori e studenti.

 

I più recenti sviluppi di questo modello vedono: il completamento di tutti e 22 i profili chiave (dagli analisti, agli specialisti Web, di integrazione dei sistemi, della sicurezza, e così via); il suo utilizzo come un sistema capace di integrare gli schemi nazionali di classificazione delle competenze informatiche in uso nei principali Paesi europei: Inghilterra con Sfia, Germania con Aitts, Francia con Cigref e Borsa Lavoro per l’Italia un ruolo guida per l’Italia, ove AICA attorno ad EUCIP va aggregando in misura crescente l’interesse delle istituzioni (enti di governo del mercato del lavoro, della formazione, Università, ecc.) e delle imprese, e ha già realizzato i primi centri di competenza.

 

“E’ stato fatto un lavoro enorme, pensando a quelle prospettive di medio e lungo termine che non siamo forse più abituati a considerare, ma che prima o poi si rivelano essenziali per favorire la crescita economica e dell’occupazione più qualificata”, ha commentato Bruno Lamborghini.

Aggiungendo: “Per parte nostra il lavoro continua, anche per procedere sul piano della certificazione indipendente delle competenze professionali, di sicuro interesse per le imprese e i lavoratori. Contiamo però molto sulla volontà delle imprese e delle istituzioni di condividere sempre più i risultati del nostro impegno, perché è poi solo con il loro concorso che l’Europa e anche l’Italia potranno collocarsi nel migliore degli scenari possibili, assicurare sbocchi professionali ai giovani di maggior talento e contenere il fenomeno delle delocalizzazioni per carenza di specialisti”.

 

Da parte sua, Alberto Tripi ha affermato: “Le prospettive occupazionali dell’ICT, che in Italia apporta in media circa 11.000 nuovi occupati l’anno, riguardano soprattutto i giovani, ai quali vengono richieste professionalità sempre più orientate alla multidisciplinarietà, con forti capacità di interpretazione dell’innovazione tecnologica, predisposizione all’aggiornamento e allo sviluppo di competenze specializzate. Allo stesso tempo, l’ICT è un settore che ha bisogno di innovare le forme contrattuali per rispondere a esigenze di mercato in continua trasformazione, di lavorare in un ambiente concorrenziale e altamente competitivo per qualificarsi e crescere“.

 

“Sono queste caratteristiche distintive – ha sottolineato Tripi – che fanno dell’ICT un vero e proprio laboratorio di nuove figure professionali, nuovi rapporti di lavoro, nuove strategie aziendali, che si riverberano con funzione di spinta alla modernizzazione verso l’economia e la società tutta”.

“Per questo – ha concluso – ritengo di grande importanza iniziative come Eucip che, coinvolgendo su uno stesso obiettivo di promozione della qualità professionale tutti gli attori interessati – imprese, istituzioni pubbliche, università – potrà contribuire al superamento di quelle arretratezze strutturali del nostro paese determinate dallo scarso orientamento alla ricerca e all’innovazione, che ancora oggi connota negativamente la politica economica e il sistema dell’istruzione”. (r.n.)

 

                                                                                      

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