Unione Europea
È piaciuta alla Commissione europea la decisione dell’Agcom di ritirare la sua proposta di decisione relativa al mercato dei servizi a valore aggiunto (compresi i servizi informazione abbonati) su rete mobile.
Nella lettera dell’8 febbraio 2007 indirizzata al regolatore italiano, la Commissione aveva espresso dubbi sulla definizione del mercato proposta e sull’esistenza di problemi concorrenziali a danno dei consumatori o tali da giustificare una regolamentazione ex-ante.
“L’analisi economica dimostra che il mercato è concorrenziale, specie se si guarda al numero dei fornitori di servizi a valore aggiunto presenti sul mercato italiano e alla performance dei servizi dei fornitori indipendenti rispetto a quelli degli operatori mobili” ha detto Viviane Reding, Commissario Ue per i media e la società dell’informazione.
“Di conseguenza – ha aggiunto – è importante considerare queste dinamiche competitive prima di imporre una regolamentazione non necessaria che potrebbe di per sé danneggiare i consumatori limitando la concorrenza”.
La misura regolamentare proposta dall’Agcom alla Commissione l’8 gennaio 2007 riguarda il mercato dei servizi di raccolta delle chiamate mobili. I fornitori dei servizi informazione abbonati e degli altri servizi a valore aggiunto hanno bisogno di acquistare il servizio di raccolta delle chiamate dagli operatori mobili per rendere i propri servizi accessibili ai consumatori utilizzando la rete dei quattro operatori mobili italiani. A parere dell’Agcom, ciascun fornitore di servizi ha un interesse economico a stipulare un accordo con tutti gli operatori mobili presenti sul mercato al fine di ampliare quanto più possibile la propria base clienti.
Alla luce della sua analisi, l’Agcom ha concluso che ciascun operatore mobile costituisce un mercato distinto e di conseguenza ciascun operatore – TIM, Vodafone, Wind e H3G – è dominante sulla propria rete. L’Agcom ha proposto l’imposizione agli operatori di una regolamentazione dei prezzi.
La lettera della Commissione dell’8 febbraio 2007, ai sensi dell’Articolo 7 della direttiva quadro sulle telecomunicazioni, ha sollevato seri dubbi sulla compatibilità dell’analisi dell’Agcom con il diritto comunitario e ha aperto un periodo di ulteriori due mesi di investigazione. La Commissione ha indicato che l’Agcom ha fornito prove insufficienti a dimostrare l’esistenza di fallimenti di mercato tali da giustificare un intervento regolamentare ex ante e il significativo potere di mercato detenuto dagli operatori mobili.
Sebbene la Commissione abbia esplicitamente dato la possibilità di fornire un contributo al Gruppo dei Regolatori Europei, nessun documento è pervenuto sul caso di specie.
La Commissione accoglie favorevolmente il ritiro della proposta di decisione da parte dell’Agcom in quanto in linea con la normativa europea sulle telecomunicazioni che prevede e permette la regolamentazione solo qualora si riscontrino problemi competitivi sul mercato. L’atteggiamento cooperativo dell’Agcom permetterà di avviare un riesame del mercato italiano, così da evitare una decisione di veto da parte della Commissione.