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Telecom Italia, Endemol, ma anche Medusa al centro dell’incontro di Mediaset con la comunità finanziaria, durante il quale sono stati presentati i risultati 2006 del gruppo televisivo.
Dalla giornata è venuta fuori una società ormai pronta ad allargarsi verso nuovi mercati, all’insegna della diversificazione, o per meglio dire della “convergenza” come ha ricordato il presidente Fedele Confalonieri.
Nessuna decisione al momento, ma tutte le valutazioni restano aperte. Il direttore finanziario, Marco Giordani, ha fatto sapere che per Endemol “…noi non ci siamo ancora costituiti in nessun consorzio. Vedremo anche con Telecinco”.
“..E’ normale – ha sottolineato Giordani – che quando un asset come Endemol va sul mercato, tutti lo guardino”.
“Chiaramente – ha continuato – la guardiamo anche noi. I consorzi, i gruppi e le cordate non sono ancora costituite” anche perchè gli elementi a disposizione dei candidati acquirenti non sono ancora abbondanti.
Mediaset, ha spiegato, valuterà anche con la controllata spagnola Telecinco ma non può non presentare l’offerta per mandare avanti la controllata spagnola, anche se questa godrebbe di vantaggi fiscali. Parlando di un’eventuale proposta, Giordani ha infatti affermato: “…Non possiamo non farla noi per farla fare a Telecinco, anche se sappiamo che gli investimenti in una società estera quotata da parte di investitori spagnoli hanno agevolazioni fiscali che sfortunatamente gli italiani non hanno”.
Riguardo alle indiscrezioni che parlavano di possibili accordi con il fondatore della società messa in vendita da Telefonica, Giordani ha spiegato che Mediaset non è ancora entrata nel dettaglio nei colloqui con John De Mol per la formazione di una cordata.
“…Con John De Mol – ha spiegato – non siamo entrati nel dettaglio: per il momento ci sono solo interessi coincidenti ed ottimi rapporti”.
“…Al momento – ha continuato il direttore finanziario, parlando di Endemol – la cordata non c’è, non c’è un percorso prestabilito. Ci sono rapporti, colloqui, scambi di idee che andranno concretizzandosi in questi giorni, se e quando Telefonica fornirà i dettagli”.
Sull’argomento è intervenuto di nuovo anche Fedele Confalonieri: “…Ci sono situazioni – ha detto – in cui i rapporti si aprono, si chiudono e all’ultimo momento c’è anche
“…Noi non escludiamo nulla, non siamo compratori di tutto, vedremo quello che è più redditizio per noi“, ha affermato il presidente, rispondendo alle domande degli azionisti riguardo a possibili acquisizioni. “…Abbiamo abituato il mercato a ritorni importanti – ha precisato Confalonieri – quindi non possiamo fare diversamente, saremo sempre coerenti con le linee dei risultati economici ottenuti”.
Però, ha tenuto a sottolineare Confalonieri, “…non è soltanto il che cosa vai a comprare, ma anche il come si presenta, il prezzo richiesto e come fai la trattativa”. Per Confalonieri, inoltre, “…adesso c’è la convergenza“. Perciò, eventuali acquisizioni saranno “…coerenti con le linee di risultato economico alle quali abbiamo abituato i nostri investitori”.
Quanto alla capacità di impegnarsi della società, e rispondendo in particolare a una domanda sui livelli di indebitamento possibile, “…la leva finanziaria mi sembra l’ultimo dei problemi – ha detto il direttore finanziario, Marco Giordani – Quando abbiamo presentato l’offerta per Prosieben in Germania una banca ci ha messo sul tavolo dieci miliardi di euro”.
La decisione di Mediaset di destinare al pagamento dei dividendi 400 milioni di euro dei 505,5 milioni di utile netto consolidato, ha poi spiegato il vicepresidente Pier Silvio Berlusconi, “…non é una rinuncia a investire. Mediaset è in grado di investire comunque”.
Berlusconi Jr è però apparso molto più cauto sui futuri investimenti e ha sostenuto “…non è detto che si partecipi“.
“…Il prezzo, nel caso – ha aggiunto – dipenderà anche dal mercato”.
Altro possibile investimento al centro della discussione è stato Medusa. “…L’acquisto avrebbe per noi senso ma dipende molto dalle condizioni e dal prezzo e saremo stracauti anche perché è presieduta dal nostro azionista di riferimento”, ha fatto sapere Confalonieri che però ha confermato l’interesse per la società di produzione cinematografica posseduta dalla Fininvest.
“…Il suo acquisto avrebbe senso – ha detto Confalonieri – soprattutto in un momento in cui le fiction italiane vanno molto bene. L’audience conferma che i film italiani vincono su quelli americani e quindi avrebbe per noi senso l’acquisto di Medusa. Stiamo tuttavia a vedere come si evolverà la trattativa, bisogna anche fare delle scelte”.
“…Società interessanti che producono contenuti in Italia ci sono, molte collaborano con noi, ma non posso dire se ci interessa questa o quella“, ha risposto invece Pier Silvio Berlusconi su possibili acquisizioni che non riguardino Medusa.
“…Senz’altro – ha proseguito – l’ambito del cinema italiano è interessante” e, “…se vogliamo conseguire un maggiore presidio dei contenuti, importante”.
Il presidente Fedele Confalonieri ha comunque ricordato che, da un punto di vista generale, “…sul piano dei contenuti noi siamo qui da 30 anni. Amici, per fare un esempio, è venduto in 27 Paesi”.
Altro tema caldo è quello delle indiscrezioni che riguardano l’interesse per Telecom Italia.
Per Mediaset, un eventuale acquisto di Telecom “…avrebbe anche senso, però tra il dire e il fare (…) Magari potessimo farlo”. Ha detto il presidente di Mediaset, rispondendo a chi gli aveva chiesto se si possa ipotizzare un acquisto di Telecom o di parte di Telecom.
“…Telecom – ha spiegato Confalonieri – ha in pancia tre reti e questo concorrerebbe a creare qualche ostacolo per l’Antitrust e le norme vigenti,
Quanto all’italianità paventata da più parti i questi giorni per tenere la compagnia telefonica entro i confini nazionali, “…mi sembra un po’ anacronistico – ha osservato Confalonieri – perché per fare fronte alla concorrenza straniera è necessario che sia il Paese a essere strutturato diversamente. Ci riempiamo sempre la bocca di Europa, tutti i giorni – ha concluso – ed è proprio in quest’ottica che dobbiamo ragionare”.
Il presidente di Mediaset si è soffermato anche sul progetto di riforma del sistema radiotelevisivo a firma del Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni
“…Il Ddl Gentiloni mira a infliggere un danno alla sola Mediaset“, ha commentato Confalonieri.
“…Il cuore della Gentiloni è l’indicazione per legge di un tetto al fatturato pubblicitario, ritenuto alla stregua di ‘posizione dominante vietata’. E’ una cosa che risulta estranea a ogni logica antitrust italiana ed europea. Questa proposta di legge bypassa con disinvoltura ogni analisi dei mercati rilevanti”.
Quanto agli editori della carta stampata “…sembrano credere ancora a quote di pubblicità garantite per legge, ma la loro scommessa è perdente, perché nessuna legge potrà mai indicare forzosamente alle imprese su quali mezzi investire. In altre parole ciò che non sarà speso in televisione sparirà dal mercato”.
Secondo Confalonieri il danno che il Ddl Gentiloni porterebbe a Mediaset “…non è fondato su concreti interessi pubblici e ciò è incompatibile almeno con due principi protetti dalla Costituzione: quello di uguaglianza e quello di libertà di impresa”.
Confalonieri ha evidenziato, tra l’altro, i rilievi fatti dal presidente dell’Autorità Antitrust, Antonio Catricalà, aggiungendo: “…l’ansia di fare qualcosa pur di tagliare il nostro fatturato è stata tale che sono stati ignorati i poteri di analisi e intervento assegnati per legge alle Autorità di settore“. Il presidente ha anche ricordato come la legge comunque non garantirà maggiori quote di pubblicità agli editori della carta stampata giudicandola una “scommessa perdente”.
“…Nessuna legge potrà mai indicare forzosamente alle imprese su quali mezzi investire – ha detto – ciò che non sarà speso in televisione, semplicemente sparirà dal mercato”.
“…Il Ddl compie una doppia manovra distruttiva, da una parte prescrive il trasferimento sul digitale terrestre di una rete Rai e una Mediaset, al contempo sposta al 2012 la data finale del passaggio al digitale, sottraendo due reti a milioni di spettatori italiani. Dall’altra parte si propone di mettere sul mercato le frequenze analogiche rese disponibili, chiedendo alle imprese di investire su una tecnologia obsoleta”. In sintesi quindi “…dire che il Ddl nasce vecchio è dire poco, già il concepire una legge contro il duopolio, quando il duopolio è morto da tempo, è una assurdità legislativa. E’ finito il tempo delle leggi che fissato assetti rigidi, limiti invalicabili, che pretendono di cristallizzare processi in divenire”. Confalonieri è comunque fiducioso che “…il buon senso prevarrà. Ho percepito in Parlamento una nuova voglia di ascoltare, una tendenza al dialogo. Penso che si farà strada la convinzione, al di là di ogni colore politico, che la diminuzione delle capacità competitive di Mediaset, così come lo smantellamento della Rai, se davvero realizzate, lascerebbero il nostro paese senza un presidio nazionale forte nel settore della comunicazione”.
Riguardo ai dati finanziari, Mediaset ha dichiarato che si attende per il 2007 un risultato operativo consolidato in crescita rispetto al 2006.
Nel corso dell’esercizio, ha spiegato il gruppo, “…in presenza di un obiettivo di forte contenimento dei costi televisivi in Italia e di maggiori ricavi assicurati per l’intero esercizio delle attività legate al DVB-H (Digital Video Broadcasting – Handheld), che nel 2006 avevano contribuito solo a partire dalla seconda metà dell’esercizio, è previsto il conseguimento di un risultato operativo consolidato in crescita rispetto al
La società televisiva chiude il 2006 con un utile netto pari a 505,5 milioni di euro in diminuzione rispetto ai 603,4 milioni di euro del 2005.
I ricavi netti consolidati segnano una crescita dell’1,9% e raggiungono i 3.747,6 milioni di euro rispetto ai 3.678,0 milioni di euro dell’esercizio 2005.
L’Ebit si è attestato a 1.036,6 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (1.244,1 milioni di euro) che aveva beneficiato della plusvalenza pari a 43,1 milioni di euro derivante dalla cessione della quota dell`1,9% detenuta in Telecinco.
La posizione finanziaria netta di Gruppo passa da -358 milioni di euro del 31 dicembre