Italia
L’atteso incontro tra Marco Tronchetti Provera e Cesare Geronzi, presidente di Capitalia, per definire i dettagli di un’eventuale cessione di Olimpia a un pool di banche non c’è stato, ma sembra che questa ipotesi stia prendendo sempre più forma.
Secondo indiscrezioni di stampa una cordata di istituti – composta da Unicredit, Intesa SanPaolo, Capitalia, Mediobanca e Generali – sarebbe disposta a pagare 3,5 miliardi di euro, accollandosi 2,8 miliardi di debiti di Olimpia da rifinanziare, cifra pari a circa 2,6 euro per azione, con un aggiustamento in tre anni qualora il titolo superi quota 3 euro.
Ieri il titolo ha chiuso a 2,1 euro, in rialzo dello 0,61%, mentre Pirelli è stata premiata dalla Borsa e ha guadagnato il 6,28% con scambi pari a circa il 4% del capitale ordinario.
Gli scenari futuri della galassia Telecom sono però ancora quanto mai confusi, mentre il ministro per lo sviluppo economico Pierluigi Bersani ha chiarito che il richiamo di ieri non voleva essere un’accusa d’immobilismo contro le banche, né tanto meno le sue parole erano riferite nello specifico all’affaire Telecom.
“Ho solo detto che nel settore dell’industria e dei servizi in Europa esistono delle forme di azionariato che sono le public company, con dei nuclei strategici di controllo che quando non sono pubblici sono banche, assicurazioni e fondi pensioni”, ha spiegato Bersani, aggiungendo però che “noi abbiamo una struttura diversa e dobbiamo tenere conto di questa”.
Il problema dunque per Bersani è tipicamente italiano: “sto parlando – specifica il ministro – in generale di campi industriali e dei servizi dove spesso non abbiamo azionariati stabili e strategici”.
Non ci sarebbe dunque nessun ostacolo all’ingresso di un gruppo straniero al timone del maggiore operatore telefonico italiano? Sembrerebbe proprio di no, non resta dunque che attendere per sapere quale ipotesi la spunterà sulle altre, mentre il Financial Times si dice convinto che la partita verrà presto chiusa, con un Tronchetti sempre meno influente sulle decisioni della società.
Entro due settimane, ha promesso lunedì il presidente Guido Rossi, riprenderanno i colloqui con gli spagnoli di Telefonica, mentre con i russi di Sistema, ha spiegato ieri il presidente Vladimir Evtushenkov, i colloqui sarebbero già in corso. Nei mesi scorsi c’erano stati contatti anche con gli indiani di Hinduja, mentre stamattina anche il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri ha strizzato l’occhio a Telecom, pur sapendo che si tratta di un sogno irrealizzabile.
“Magari potessimo fare un’offerta, ma non credo ce lo lascerebbero fare”, ha spiegato Confalonieri, per il quale il fatto che Telecom Italia “ha in pancia tre reti” è di fatto un serio ostacolo per Mediaset, vincolata dalle leggi antitrust e da quelle a disciplina del sistema radiotelevisivo.
Un’offerta su Telecom, ha continuato Confalonieri “avrebbe anche senso, ma tra il dire e il fare…”, senza contare poi che “ci vorrebbero investimenti che non finiscono più”.
Il presidente di Mediaset ha poi definito “anacronistica” la difesa dell’italianità emersa ieri dai molti commenti alla vicenda Telecom.
“Il Paese – ha detto – dovrebbe attrezzarsi con le sue strutture capitaliste per far fronte agli investimenti dall’estero. Ci si riempie la bocca di Europa tutti i giorni, siamo europei. Noi siamo player in Spagna con Telecinco, ci vorrebbe una certa reciprocità”.