Italia
Una conferenza stampa, a Milano, per spiegare perché Swisscom ha scelto l’Italia e perché proprio Fastweb. Carsten Schloter, amministratore delegato della società tlc elvetica, ha spiegato le ragioni dell’offerta pubblica di acquisto lanciata sull’operatore italiano.
Al circolo della stampa, affiancato da Giulio Gallazzi (advisor di Sri goup), Schloeter ha approfondito diversi aspetti legati al mercato broadband italiano, sottolineando “i vantaggi” di questa offerta.
“…Fastweb rimarrà italiana – ha assicurato l’Ad – e non sarà trasferita in Svizzera alcuna attività del gruppo. Anche il marchio resterà intatto, perché Fastweb è un’opera d’arte dell’imprenditoria italiana e ha un buon posizionamento, quindi, lo manterremo”.
Secondo Schloeter, “Fastweb detiene un vantaggio di 3-5 anni nelle settore delle nuove tecnologie. Swisscom – ha detto – vuole beneficiare di questo know how nella realizzazione di una rete a banda larga interamente basata su Ip, come pure nell’ampliamento e nella commercializzazione di reti in fibre ottiche, nonché nello sviluppo e nel marketing di servizi multimediali basati sempre su banda larga”.
Così, nel caso l’Opa dovesse andare a buon fine, Swisscom svilupperà il proprio network sfruttando le competenze tecnologiche e industriali acquisite da Fastweb e fornirà all’operatore italiano la possibilità di diventare un virtual mobile operator e contestualmente entrerà nel promettente mondo delle tlc italiane.
Ma il contributo di Fastweb alla crescita di Swisscom non si limiterà all’infrastruttura e alla tecnologia. Il gruppo di Silvio Scaglia, infatti, potrà affiancare la società anche nello sviluppo e nella commercializzazione delle applicazioni multimediali basate sulla banda larga, come ad esempio l’IPTV. Un servizio che Fastweb propone ai propri clienti sin dal 2001.
Swisscom, dalla sua, vanta il 65% delle quote di mercato nell’ambito della telefonia mobile e il 66% nella banda larga. I collegamenti Adsl sono pari a 1,4 milioni, 3 milioni quelli analogici e oltre 4,6 milioni quelli di telefonia mobile. Con un fatturato di 7,2 miliardi di franchi, il gruppo Swisscom è l’azienda leader in Svizzera nel settore delle telecomunicazioni. Fastweb invece può contare su oltre 1 milione di clienti e nel 2006 ha generato un fatturato di 1,26 miliardi di euro e un Ebitda di 424,6 milioni.
Il gruppo ha un’infrastruttura di rete di oltre 21.500 Km ed è presente in 130 città.
Commentando i conti di Fastweb, l’Ad di Swisscom si è detto fiducioso che il gruppo “…sarà cash positive nel 2007 pur continuando ad investire tutto il necessario”.
“…Il mercato italiano – ha sottolineato l’Ad – offre opportunità molto interessanti: solo il 30% dei collegamenti è a banda larga mentre in Svizzera la quota è del 60%. Quindi – ha detto Schloeter – il tasso di crescita annuale a due cifre in uno dei mercati europei più importanti offre opportunità molto promettenti”.
Questi in sintesi le ragioni strategiche dell’Opa amichevole a 47 euro per azione, per un ammontare complessivo di 3,7 miliardi di euro, lanciata da Swisscom su Fastweb. Il successo dell’operazione è subordinato all’ottenimento di almeno il 50% del gruppo italiano più una azione. Swisscom finanzierà l’operazione, che comprende anche un eventuale rifinanziamento del debito Fastweb pari a 1,1 miliardi di euro, con la vendita di massime 4,9 milioni di azioni proprie acquistate nel 2006 nell’ambito di un programma di buy back.
Al momento il titolo di Fastweb viaggia su quote alte a Piazza Affari e secondo l’Ad di Swisscom a sostenere le quotazioni sono le speculazioni sul possibile arrivo di una controfferta. “…Se entro due settimane non arriverà un’altra offerta, il titolo scenderà sotto i 47 euro“, ha fatto sapere Schloter. Nel caso effettivamente si concretizzasse una nuova offerta, Schloter non ha però voluto dare indicazioni su possibili rilanci da parte di Swisscom.
Ma da Cologno Monzese, in occasione della presentazione dei dati finanziari 2006 di Mediaset, l’amministratore delegato Giuliano Adreani ha dichiarato che il gruppo non intende fare alcuna controfferta per Fastweb, smentendo così le indiscrezioni che davano il gruppo Tv fra i possibili pretendenti insieme a Sky Italia di Rupert Murdoch e a Vodafone.
E’ vero che convergenza tra telefonia e media è un fenomeno che si sta sviluppando come dimostrano alcuni accordi tra operatori tlc e broadcaster, vero anche l’interesse di Mediaset per Telecom Italia, ma troppe le complicazioni, economiche e politiche, di una simile scelta nonostante i vertici dell’azienda ammettano di essere “pronti a nuove sfide“.
Intanto, l’intenzione di Swisscom è quella di mantenere quotato il titolo Fastweb, anche se la scelta finale sarà condizionata dall’esito dell’Opa. Se le adesioni supereranno il 90% infatti scatta l’obbligo di delisting, in caso contrario “…saremo ben felici di lasciare Fastweb quotata“, ha detto ancora l’Ad che ha poi dichiarato che intende anche avvalersi, se disponibile, del management del gruppo italiano considerato particolarmente “competente“. E secondo quanto riferito da Schloter il fondatore di Fastweb Silvio Scaglia avrebbe dato la propria disponibilità a restare nel Cda del gruppo italiano senza però alcuna carica operativa. “Sarò io il presidente“, ha dichiarato Schloter.
Secondo Swisscom a livello finanziario l’acquisizione di Fastweb dovrebbe tradursi per il gruppo in un sensibile aumento del cash flow e in una crescita di circa il 20% del fatturato e dell’Ebitda rispetto ai valori dello scorso anno. Nel 2006 Swisscom ha ottenuto un utile netto di 1,905 milioni di franchi svizzeri, un fatturato di 9,653 milioni e un Ebitda di 3,774 milioni.
Sul fronte del dividendo straordinario deliberato dal Cda di Fastweb, e che dovrà essere approvato dall’assemblea, Schloter ha dichiarato che non “…ha alcun impatto sul prezzo dell’Opa e in ogni caso deve essere ancora approvato dall’assemblea“.
Sull’indagine avviata dalla Procura di Roma su presunte false fatturazioni per il recupero dell’Iva che vede fra gli imputati anche il presidente Silvio Scaglia, Schloter ha dichiarato di averne “…tenuto conto durante la fase di due diligence, ma da quello che abbiamo potuto verificare siamo molto fiduciosi e non abbiamo particolari preoccupazioni”.