Unione Europea
I ministri e i parlamentari europei sono stati invitati dal Commissario per i media e la società dell’informazione Viviane Reding ad ascoltare le ragioni dei consumatori prima degli interessi delle lobby, al fine di arrivare entro luglio alla riduzione delle tariffe del roaming.
L’accordo è comunque “sempre più vicino”, ha detto la Reding, secondo cui entro l’estate “tutti i cittadini europei potranno giudicare dalle loro bollette telefoniche quanto sia stato efficace il lavoro dei loro ministri e parlamentari”.
Entro luglio, dunque, dovrebbe concludersi ‘felicemente’ la lunga battaglia per l’abbattimento dei costi per chiamare dall’estero verso il proprio Paese e viceversa che attualmente – nonostante i proclami degli operatori – sono di molto superiori a quelli praticati nei singoli Paesi.
Il nuovo regolamento comunitario prevede riduzioni fino al 70% rispetto alle attuali tabelle con una tariffa massima di 49 centesimi al minuto per chiamate dall’estero e di 33 centesimi al minuto per le chiamate nazionali effettuate.
Oltre alla riduzione delle tariffe, la Ue chiede agli operatori anche maggiore trasparenza, attraverso la fornitura agli utenti di informazioni complete sulle tariffe praticate al momento della sottoscrizione del servizio e l’aggiornamento costante sulle variazioni delle tariffe. Alle autorità nazionali di regolamentazione il compito di seguire da vicino l’andamento delle tariffe applicate ai servizi di trasmissione dati come i messaggi SMS e MMS.
La proposta è ora al vaglio del Parlamento europeo e dei 27 ministri europei delle tlc, che si incontreranno il 15 marzo ad Hannover per fare il punto della situazione con la Reding.
Ancora molti i punti controversi: nonostante un accordo generale sulle linee di principio del nuovo regolamento – volte a protegger i consumatori da un regime tariffario del tutto sproporzionato rispetto ai reali costi del servizio – sono ancora molti i ministri che temono di scontentare la potente industria delle telecomunicazioni, che continua a ribadire che le tariffe del roaming sono già scese – del 25% secondo la GSMA – grazie alle iniziative ‘volontarie’ degli operatori.
Questi ultimi sostengono che un taglio alle tariffe del roaming farebbe perdere al settore introiti per 4,3 miliardi di euro, pari a una quota del 10%-18% dei profitti totali.
Molti governi, inoltre, hanno tentato in più modi di ‘alleggerire’ il piano della Commissione: tra questi, Francia e Gran Bretagna con altri 15 Stati chiedevano ad esempio un periodo ‘sunrise’ di sei mesi, per permettere agli operatori di rimandare di sei mesi l’applicazione dei tagli al dettaglio.
Divergenza anche sull’entità dei tagli alle tariffe del roaming: Francia e Inghilterra avrebbero preferito un tetto medio alle tariffe, dando agli operatori libertà di applicare sconti particolari ai ‘grandi’ utilizzatori del servizio e prezzi più alti a quelli occasionali, contro
Per il Commissario Reding, tuttavia, le modifiche apportate da Francia e Gran Bretagna al testo iniziale avrebbero reso la proposta ‘inapplicabile’, poiché “il calcolo regolare delle medie tariffarie degli operatori richiederebbe la creazione di una nuova unità in seno all’istituto europeo di statistica…”
Per il BEUC, l’organizzazione di associazioni di consumatori indipendenti europee, infine, gli operatori starebbero soltanto tentando dio gettare fumo negli occhi di istituzioni e consumatori, opponendosi al taglio delle tariffe con scuse del tutto campate in aria.
Nessuno, sostiene il Beuc, dovrebbe pagare più di 33 centesimi al minuto per una chiamata in roaming, né una eventuale riduzione delle tariffe farebbe crollare i profitti – coma paventato dall’industria – perché i vantaggi economici si tradurrebbero in un aumento dell’utilizzo del servizio.
Non resta dunque che attendere luglio, mentre il presidente dell’Authority italiana Corrado Calabrò – per il