Telecom Italia: dopo il piano industriale guarda al futuro. A breve riprenderanno i colloqui con Telefonica senza escludere altri operatori

di Alessandra Talarico |

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Telecom Italia

Telecom Italia e Telefonica riprenderanno i colloqui entro un paio di settimane. E’ quanto ha annunciato il presidente del gruppo, Guido Rossi, nel corso dell’incontro con la comunità finanziaria per presentare il nuovo piano industriale 2007-2009.

“Tra Telecom Italia e Telefonica ci sono stati mesi di contatti iniziati a dicembre 2006. Il presidente di Telefonica, Cesar Alierta, ha confermato che i rapporti tra le due società riprenderanno nelle prossime settimane”, ha spiegato Rossi agli analisti, sottolineando che “per quanto riguarda Telecom non c’è mai stata nessuna interruzione”.

 

Telecom è comunque aperta ad accordi e collaborazioni anche con altri operatori.

“Studiamo una collaborazione con Telefonica in singoli settori – ha spiegato il presidente – se questo ci porterà a una situazione finale con ulteriori accordi bene, se no collaboreremo in varie aree, anche con altri operatori del settore. Siamo molto aperti”.

 

Un piano industriale “serio, concreto e realistico”, quello approvato ieri dal cda di Telecom Italia, un’azienda – secondo Rossi – “finanziariamente sana, ricca di risorse eccellenti e aperta alla concorrenza di mercato”.

 

Il piano industriale – approvato con nessun voto contrario (su 19 votanti) e l’astensione dei consiglieri Massimo Moratti e Carlo Puri Negri, vicini all’azionista di riferimento Olimpia, e dell’indipendente Pasquale Pistorio – “pone l’accento sulla leadership nel settore domestico, sulla ricerca di una posizione adeguata nell’Ict e nello sviluppo delle società internazionali in Europa e in America Latina”.

 

Occhi puntati in particolare, sul Brasile, dove la controllata Tim Brasil – definita dal Vice Presidente Esecutivo Carlo Buora “un asset chiave” – nel corso di quest’anno dovrebbe superare l’incumbent Vivo in tutti i suoi parametri e chiudere con ricavi in crescita del 15% rispetto al 2006 e di oltre il 10% medio annuo nel periodo 2006-2009.

 

Target di crescita definiti “realistici, ma non conservativi”, per un mercato in parte “saturo” e per il quale bisogna quindi “puntare su servizi a valore aggiunto (Vas) e sulla banda larga”..

 

Tim Brasil, ha spiegato ancora Buora, “entrerà nel mercato fisso e broadband grazie a offerte per promuovere la sostituzione con mobile”.

In Argentina, dove Telecom ha una partecipazione del 50% in Sophora che controlla Telecom Argentina, gli attuali obiettivi di Telecom ipotizzano l’integrazione di Telecom Argentina a partire dal 2009, con un’operazione di call option stimata attorno ai 7 miliardi di dollari.

 

Per il prossimo triennio, il gruppo prevede investimenti industriali pari a circa 15 miliardi di euro, per difendere la posizione domestica sia nel fisso sia nel mobile – banda larga, convergenza, trasparenza e flessibilità i must individuati dal cda per raggiungere l’obiettivo – ma anche per consolidare la presenza del gruppo in settori adiacenti in particolare lo sviluppo di contenuti sulle piattaforme innovative (IPTV, Mobile TV) e l’estensione e rafforzamento dell’offerta ICT per i clienti business.

 

In base al nuovo piano industriale, Telecom investirà circa 6,5 miliardi in dieci anni nello sviluppo della rete a banda larga e nel lancio del progetto Next Generation Network 2 per la realizzazione della rete ultrabroadband.

 

I ricavi per l’anno in corso dovrebbero crescere tra l’1% e il 2%; l’EBITDA margin dovrebbe registrare una flessione tra il 2% e 2,5%, mentre l’EBIT margin è previsto in flessione tra 2,5% e 3%.

Nei due anni successivi si prevedono ricavi in crescita tra l’1% e il 2% medio annuo rispetto al 2007, con EBITDA margin ed EBIT margin sostanzialmente stabili.

 

In coerenza con l’obiettivo di mantenere l’attuale rating, il Gruppo prevede una continua riduzione dell’indebitamento finanziario netto, tale da permettere alla fine di ogni anno un rapporto Debito/EBITDA inferiore a 3, anche attraverso dismissione di partecipazioni e asset non strategici.

 

Per quanto riguarda il progetto Broadband europeo, la società prevede ricavi a circa 1,6 miliardi di euro nel 2007, che supereranno nel 2009 i 2,2 miliardi di euro; un EBITDA margin superiore al 14% nel 2007, con obiettivo al 2009 superiore al 22% e Cash flow operativo dell’intero progetto positivo dal 2009.

 

Alla fine del prossimo triennio, ha sottolineato Buora, il gruppo punta a realizzare il 30% dei sui ricavi all’estero.

“Alla fine del 2006 – ha aggiunto – abbiamo registrato un ritardo nello sviluppo internazionale. Entro il 2009 vogliamo raggiungere una quota di clienti esteri pari al 48% sul totale, rispetto al 34% attuale”.

 

In Europa, ha poi sottolineato Buora, “verranno incrementati i business ad alto potenziale; in Germania sarà consolidata AOL, in Francia si raggiungerà un Mol positivo nel 2008 e un cash flow positivo nel 2009″ .

 

In merito alle vicende strettamente domestiche, in particolare agli effetti del Decreto Bersani sull’abolizione dei costi di ricarica, l’ad Riccardo Ruggiero stima che l’impatto sull’intero mercato sarà pari a un miliardo di euro. Il manager ha ricordato che il mercato del mobile italiano accuserà “un elemento di discontinuità” e che peserà sui conti Tim “per 350-400 milioni di euro”.

 

La società – – ha poi aggiunto Ruggiero – “intende lavorare con l’Authority per arrivare a una piena trasparenza nei servizi di accesso alla rete, tenendo conto dello sviluppo di quelle di nuova generazione”.

Un processo – avviato negli ultimi mesi del 2006 – che però richiederà più tempo del previsto, “tra i 12 i 18 mesi”.

 

Per quanto riguarda infine la politica dei dividendi, il gruppo adotterà nella la stessa politica degli altri operatori europei, che stanno aumentando il pay-out

“Pensiamo che la media europea – ha osservato Buora – nella politica di pagamento dei dividendi sia aumentata. Certamente dobbiamo adottare la stessa linea”.

Il gruppo Telecom si allineerà, ma partendo da un livello di pay out più alto, il che comporterà per il 2008 una riduzione all’80-85% dell’utile netto consolidato, contro il 90% del 2007.

 

“La priorità finanziaria – ha aggiunto Buora – sarà la riduzione dell’indebitamento. Intendiamo mantenere il rapporto tra debito netto e margine operativo lordo sotto la quota di 3. Impiegheremo il cash flow per fare investimenti in crescita organica, non per fare acquisizioni in contanti, per pagare gli interessi finanziari, il debito e le tasse, oltre ai dividendi”.

 

Buora ha quindi annunciato che il gruppo procederà alla dismissione di asset non strategici per almeno 1 miliardo di euro.

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