Scatto alla risposta: Rossi (Telecom Italia) riferisce, ‘Governo e Agcom non interverranno’

di Alessandra Talarico |

Italia


Telefonia mobile

Non ci sarà nessun intervento per abolire lo scatto alla risposta, né da parte del Governo, né dell’Agcom.

Lo sostiene il presidente di Telecom Italia, Guido Rossi, secondo cui il governo sta sì studiando la materia, ma non prevede interventi in merito.

“Ho parlato con il presidente dell’Agcom Calabrò, e con il ministro Bersani, e mi hanno confermato di non voler intervenire sugli scatti alla risposta – ha detto – il governo sta studiando la materia, ma il problema principale è di trasparenza, non quello di intervenire, per questo sono fiducioso”.

 

Secondo l’ad di Telecom, Riccardo Ruggiero, l’impatto delle misure previste dal Decreto Bersani peserà per 1 miliardo di euro sul settore mobile italiano, ma le ripercussioni sarebbero state ancora superiori – per 1,7 miliardi di euro – “se le compagnie non fossero intervenute”.

Sui ricavi e l’Ebitda di Tim, in particolare, l’impatto netto nel 2007 “sarà pari a 350-400 milioni, una cifra che per il full year diventa 450-500 milioni”.

 

Ieri gli operatori avevano manifestato le proprie preoccupazioni in merito all’eventuale abolizione anche dello scatto alla risposta.

Asstel – l’Associazione che, nell’ambito di Federcomin e del sistema Confindustria, rappresenta le imprese di telecomunicazioni – aveva manifestato la sua contrarietà a un simile intervento, sottolineando come nel nostro Paese l’industria della telefonia mobile “rappresenta uno dei settori più competitivi” grazie al  rapido processo di liberalizzazione che ha permesso di “realizzare infrastrutture all’avanguardia, creare nuova e qualificata occupazione, raggiungere elevati standard qualitativi dei servizi e dell’offerta al consumatore, prezzi in costante discesa, come ufficialmente riconosciuto dalle Autorità di settore”.

 

Per Asstel l’abolizione dei costi di ricarica farà perdere all’industria 2 miliardi di euro: se a ciò si aggiungesse anche l’abolizione dello scatto alla risposta i ricavi annui degli operatori “si ridurrebbero di ulteriori 3.5 miliardi”, per una riduzione totale dei ricavi pari a 5,5 miliardi di euro, pari al 25% del totale.

 

“Ciò porterebbe – continua Asstel – all’azzeramento dell’utile ante imposte consolidato di settore e all’abbattimento per circa il 75% dei flussi di cassa netti delle aziende di telecomunicazioni mobile. Non da ultimo vanno considerati gli impatti per l’erario a motivo del minore gettito di imposte”.

 

Uno scenario, quello previsto dall’associazione, a tinte fosche per il settore mobile italiano, che ridurrebbe la competitività delle aziende e comporterebbe una massiccia riduzione dei costi, con conseguenti ricadute anche sull’occupazione e gli investimenti, “incluso il rischio – dice Asstel – che alcuni Operatori potrebbero essere costretti ad abbandonare il mercato”.

 

In media i costi al minuto della telefonia mobile sono pari a 13 centesimi, rispetto ai 20 della Germania, ai 17 centesimi della Spagna, del Regno Unito e dell’Olanda.

“Non si giustificano quindi interventi normativi in materia di prezzi al dettaglio, né su basi giuridiche, né su basi di confronto internazionale”, conclude l’associazione.

 

D’accordo sulle perplessità di Asstel sull’abolizione dello scatto alla risposta Andrea Lulli (Ds), relatore a Montecitorio del decreto legge sulle liberalizzazioni, secondo cui “non ricorrono nemmeno le condizioni di necessità e urgenza per inserire un tale provvedimento in questo decreto”.

 

Per il sottosegretario alle comunicazioni Luigi Vimercati, invece, spetta al mercato decidere l’offerta di servizi telefonici migliore.

“La direzione di marcia è indicata – ha detto Vimercati – l’obiettivo è arrivare ad un sistema in cui è il mercato a decidere quali sono le migliori proposte. E’ sul mercato che le Imprese si devono confrontare. L’importante è rafforzare il ruolo dell’Autorità”.

 

L’Agcom e il governo, intanto, starebbero studiando l’ipotesi di abolire la tassa di concessione governativa, che pesa sugli abbonamenti ai clienti consumer della telefonia mobile per 5,16 euro al mese e per quelli business 12,81 euro al mese.

 

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