Ddl Gentiloni: tempi più lunghi per l’esame. Intanto il Ministro incontra la Jowell, TDT e servizio pubblico al centro della discussione

di Raffaella Natale |

Italia


BBC

Si allungano i tempi per l’esame del Ddl Gentiloni alla Camera. L’ufficio di presidenza delle Commissioni Trasporti e Cultura di Montecitorio ha deciso di prorogare a martedì 20 marzo il termine per l’indagine conoscitiva sul provvedimento che ridisegna il sistema televisivo. Solo nelle ultime due settimane del mese, quindi, potrà iniziare in Commissione la discussione generale sul testo, mentre l’esame dell’articolato e delle proposte di modifica non potrà che iniziare che con il mese di aprile.

 

Piero Folena, presidente della Commissione Cultura, ha sottolineato che lo slittamento dei tempi è “solo tecnico” ed è sbagliato “…leggerlo in chiave politica”.

“…Non si tratta di un rinvio e di una mancanza di volontà di proseguire in modo serrato – ha detto Folena – Contiamo circa 20-25 giorni di ritardo dovuti alla crisi politica”.

“…Al momento delle dimissioni del Governo – ha spiegato – avevamo ancora in campo delle audizioni da completare, che non si sono potute svolgere a causa del blocco dell’attività parlamentare. Ora che l’attività è ripresa abbiamo dovuto deliberare una proroga dell’indagine preliminare, nel frattempo scaduta, al fine di poterla completare, il più possibile celermente”.

 

“…Ci sono procedure da seguire e comunque è giusto che tutto proceda con rapidità, ma senza sacrificare l’esame che avevamo programmato. Certo nessuno ha intenzione di frenare o accantonare questa riforma che anzi è necessaria e urgente”.

 

“…Da parte nostra – ha aggiunto – rimane la volontà di effettuare un esame in tempi serrati, ma allo stesso tempo sarebbe stato inutile innervosire le opposizioni non permettendo di chiudere l’indagine conoscitiva in tempi e modi consoni”.

Per Folena, il fatto che il Ddl Gentiloni non sia stato citato tra i 12 punti su cui la maggioranza si è ricompattata dopo la crisi politica “…non significa che questo argomento non sia importante, ma piuttosto che su di esso c’è un’ampia condivisione da parte delle forze della maggioranza”.

 

Michele Meta, presidente della Commissione Telecomunicazioni della Camera dei Deputati e relatore del provvedimento, ha commentato che “…La crisi di Governo per alcune settimane non ha consentito di proseguire i lavori della commissioni parlamentari”.

Per questa ragione, ha spiegato, “…una quindicina di soggetti non sono stati ascoltati ancora nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul Ddl Gentiloni. E’ stato quindi doveroso prorogare per un paio di sedute la scadenza dei termini delle audizioni”.

Il presidente ha, comunque, assicurato che “…i lavori riprenderanno puntualmente e con celerità. Diffidare dalle dietrologie, nessun rallentamento dell’esame del testo; come pure è evidente che il Ddl Gentiloni, così come altri importanti provvedimenti, non fa parte del dodecalogo indicato da Prodi perché già all’esame dei lavori parlamentari”.

 

Intanto, importante incontro quello che si è tenuto a Londra tra i Ministri delle Comunicazioni Paolo Gentiloni e la britannica Tessa Jowell. Presenti anche il direttore generale della BBC, Mark Thompson, e analisti finanziari e investitori della City.

Gentiloni ha sottolineato che “…Rai e BBC sono due organizzazioni molto diverse, nessuno deve imitare nessuno, ma è importante confrontare esperienze diverse e collaborare”.

 

In una conferenza stampa all’ambasciata d’Italia, il Ministro ha affermato che, per quanto diversa sia la struttura della BBC (presente su molte piattaforme multimediali) è utile fare un confronto e prendere spunto dalla sua struttura societaria, dal suo rapporto tra dirigenti e consiglio di amministrazione.

Altro aspetto sul quale è importante fare un parallelo, ha spiegato Gentiloni, è la capacità della BBC di fare un’offerta diversa da quella della televisione commerciale: “…la Tv pubblica – ha detto – non deve per forza assomigliare a quella commerciale, altrimenti perde valore”.

Il Ministro ha, inoltre, ricordato uno slogan dei vertici della BBC, “Audience ma non solo“, e ha spiegato che anche se non ci si può disinteressare al numero di spettatori, non si può nemmeno ragionare soltanto in termini di audience e pubblicità.

 

“Prima dell’estate – ha concluso il Ministro – presenteremo il progetto di riforma: il nostro è un Governo di coalizione che dispone di una maggioranza ristretta al Senato. Abbiamo delle idee che vorremmo vedere tradotte in una riforma della televisione pubblica dopo 32 anni che se ne parla. Speriamo di trovare un accordo che soddisfi tutte le parti in causa”.

 

Nei due giorni a Londra, si è parlato anche del passaggio alla tecnologia di trasmissione radiotelevisiva in digitale terrestre, che dovrebbe avvenire in tutta Europa entro il 2012.

A questo proposito Gentiloni ha annunciato che quest’autunno a Roma i governi di Gran Bretagna e Italia confronteranno problemi e opportunità di questo passaggio in un laboratorio organizzato da UK Digital e Italia digitale, i due comitati che gestiscono il processo di transizione.

 

Al centro dell’appuntamento anche le connessioni a banda larga. Per Gentiloni, l’Italia può imparare molto dalla Gran Bretagna per sviluppare il sistema delle reti di telecomunicazioni broadband, sviluppando un quadro che favorisca la concorrenza e gli investimenti.

“..Per costruire un nostro quadro di accordi che sviluppi il sistema”, ha detto il Ministro, “…l’esperienza britannica può essere molto importante”.

“…Il numero delle Imprese britanniche che investono nel settore“, ha detto il Ministro, “...è cresciuto di molto. Oltre a BT ci sono almeno altre 7 imprese che investono nella rete di accesso“, non essendo quindi semplici provider. “…Studiare da vicino l’esperienza inglese può darci alcune risposte. Vi sono colli di bottiglia burocratici? Contestazioni a livello giudiziario? In Aprile daremo l’avvio alle consultazioni pubbliche per giungere a un modello italiano sulla gestione delle reti e il nostro modello dovrà tenere in considerazione l’esperienza britannica”.

In particolare ha suscitato attenzione l’esperienza di Openreach, l’azienda nata in seno a BT che gestisce la rete fisica britannica in modo autonomo dalla casa madre, con la quale Gentiloni ha avuto un incontro. “…Un esempio da tenere in considerazione“, ha detto il Ministro.

 

 

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