Troppi dati digitali in poco spazio? Nel 2006 generati 161 mld di gigabytes

di Alessandra Talarico |

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Sarebbe bene che ognuno di noi cominciasse a cancellare qualche foto o file audio/video di troppo dal Pc, dal momento che secondo un nuovo studio, non c’è abbastanza spazio a disposizione per immagazzinare tutte le informazioni digitali che il mondo produce incessantemente.

 

Foto, video, email, pagine web, instant messaging e tutte le altre informazioni digitali vengono spesso replicate anche tre volte e hanno generato, lo scorso anno, oltre 161 miliardi di gigabytes (161 exabytes) di informazioni digitali.

 

Per fare un paragone, sarebbe come avere 12 pile di libri ognuna delle quali arriva dalla terra al sole, o anche – spiega IDC –  informazioni pari a 3 milioni di volte quelle contenute in tutti i libri scritti finora.

Una mole impressionante di informazioni che non basterebbero 2 miliardi di iPod – di quelli più capienti – a contenerle tutte.

 

Nel 2003, secondo i calcoli dell’Università di Berkeley, le informazioni digitali erano pari a 5 exabytes. Già allora, questi numeri erano considerati enormi – si diceva pari a 37 mila volte la biblioteca del Congresso.

I ricercatori californiani, tuttavia, avevano compreso nel loro computo anche i dati non-elettronici e calcolato quanto spazio avrebbero occupato se fossero stati digitalizzati. Essi inoltre avevano esaminato soltanto le informazioni originali, non tutte le copie che ne erano state fatte.

 

IDC, invece, ha incluso nei suoi calcoli anche i contenuti riprodotti – ad esempio, ogni volta che è stato visualizzato sullo schermo un file di Tv digitale. Senza questo computo il risultato finale si sarebbe fermato a 40 exabytes.

 

Due ricercatori – sempre californiani ma dell’università di san Diego – hanno spiegato che per questo studio, IDC ha utilizzato molte delle sue analisi di mercato interne e che i calcoli effettuati sono difficilmente confermabili e replicabili. James Short e Roger Bohn pensano di utilizzare il ‘metodo Berkeley’ in un report successivo.

 

Per l’analista John Gantz, l’esplosione delle informazioni digitali è trainata dai singoli individui – ad esempio, gli utenti di YouTube – e nel 2010 i contenuti generati dagli utenti (UGC) rappresenteranno il 70% del totale.

 

Il dato degno di nota, è che la quantità di dati prodotti tecnicamente supera lo spazio disponibile per conservarli.

Secondo IDC, il mondo aveva a disposizione lo scorso anno 185 exabytes e ne avrà 601 exabytes nel 2010, ma la quantità di informazioni prodotte dovrebbe schizzare dai 161 exabytes dello scorso anno a 988 exabytes nel 2010.

 

Fortunatamente, lo spazio di storage  non è attualmente limitato e diventa sempre più economico. Non tutto inoltre viene conservato: le email vengono cancellate e alcuni segnali – come le telefonate digitali – non durano a lungo.

 

Anche se i dati emersi non presagiscono scenari catastrofici per i nostri file, lo studio IDC fornisce alcuni spunti interessanti. Tra questi, la necessità di creare migliori tecnologie per aiutarci a proteggere, analizzare, trovare e recuperare i materiali funzionali nell’enorme universo di dati generati dalla società digitale.

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