Farmaci contraffatti: l’ONU lancia l’allarme. Internet mercato senza controllo

di Alessandra Talarico |

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Farmaci contraffatti o non controllati, acquistati su internet senza ricetta e magari combinati tra loro, seguendo sempre i consigli reperiti sul web, per ottenere un preparato più potente, in grado di sballare.

Non è certo un fatto nuovo che in Rete si possa trovare di tutto e di più – dalla ricetta della ciambella della nonna a quella per fabbricare bombe – e nemmeno che le pseudo-farmacie on line siano ormai diventate una specie di filiale hi tech dei trafficanti di droga che vendono ogni anno miliardi di dosi di farmaci difficilmente reperibili per altre vie senza richiedere la prescrizione (nell’85% dei casi) o accontentandosi di un fax.

 

Ma ogni anno l’allarme cresce, e anche l’edizione 2007 del rapporto dell’International narcotic control board (INCB), organo delle Nazioni Unite preposto all’applicazione delle convenzioni internazionali in materia di droga, non lascia dubbi al fatto che il web sia ormai sempre più un mercato parallelo – e senza alcun controllo – per la vendita di farmaci.

 

A preoccupare, oltre alla libera circolazione di farmaci che necessitano di ricetta – dall’oxycodone al fentanyl, che equivalgono alla morfina e per i quali è prevista una prescrizione proprio perché è molto difficile stabilirne l’appartenenza alla sfera legale o a quella illegale – anche la contraffazione dei farmaci stessi: spesso infatti, i farmaci acquistati sul web non contengono alcun componente dell’originale, altri contengono sostanze estremamente pericolose per la salute e, neanche a dirlo, queste medicine non vengono sottoposte a nessuna delle valutazioni di efficacia e sicurezza condotte in ambito europeo.

 

La contraffazione, poi, non è solo quella propinata dai venditori senza scrupoli, ma anche quella praticata dagli stessi consumatori che, grazie alle istruzioni trovate su internet estraggono i principi attivi da composti e farmaci e producono preparati dagli effetti più potenti.

 

Il Rapporto annuale dell’Incb è stato presentato oggi a Roma da Gilberto Gerra, tossicologo e membro dell’Incb, che ha esposto numeri davvero poco rassicuranti. Spiega Gerra che nei Paesi in via di sviluppo il 25-50% delle sostanze che circolano sono fuori da ogni controllo delle agenzie sanitarie e in gran parte sono contraffatte

Nel mondo occidentale, invece, la distribuzione ‘parallela’ di questi farmaci avviene “attraverso Internet o la distribuzione postale, ma anche con gli stessi canali delle droghe illegali classiche”.

 

Ad esempio, Gerra cita il caso degli Stati Uniti, dove tra il 2002 e il 2005, c’e’ stato un incremento del 40% dell’uso di ossicodone, un antidolorifico, spesso comprato senza ricetta sui mercati paralleli.

Questo farmaco è molto usato (e abusato) anche tra i giovanissimi: il 5% degli studenti delle superiori lo utilizza regolarmente.

 

In Europa, e anche in Italia, aggiunge il tossicologo, “si assiste a una distribuzione incontrollata di benzodiazepine o di barbiturici, seguiti dalle sostanze anoressanti” che da noi sono vietate.

 

L’esistenza di mercati non controllati – dietro cui si nascondono vere e proprie catene di distribuzione illegale che ne trarrebbero profitti per oltre 10 miliardi di euro all’anno – comporta che “al consumatore ignaro possa capitare di acquistare farmaci al di sotto degli standard qualitativi e talvolta persino mortali”.

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