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Spettro radio: la Ue presenta piano per una gestione più flessibile. Ok al riutilizzo delle frequenze GSM per il 3G

Unione Europea


La Commissione Ue preme sull’acceleratore per introdurre maggiore flessibilità nell’utilizzo dello spettro radio e rispondere così all’evoluzione dei bisogni del mercato delle comunicazioni wireless.

 

La nuova strategia prevede delle misure concrete per ridurre le restrizioni all’accesso e all’uso di questa risorsa essenziale nell’ambito delle comunicazioni wireless, al fine di “rimuovere potenziali barriere all’innovazione, alla crescita economica e alla scelta dei consumatori”.

 

Un colpo d’acceleratore essenziale, ha spiegato il Commissario Ue Viviane Reding, “per sfruttare tutto il potenziale di alcune bande con nuovi prodotti e servizi wireless, così da incoraggiare lo sviluppo del mercato”

“Cerchiamo – ha aggiunto la Reding – di offrire nuove opportunità per l’industria attraverso condizioni regolatorie meno restrittive che rafforzino la competizione e aumentino la scelta dei consumatori”.

 

Si tratta tuttavia, ha concluso il commissario, di un “processo graduale che non avverrà da un giorno all’altro”.

 

Lo spettro radio è utilizzato da tantissime aziende europee per servizi che vanno dalle comunicazioni senza fili, alla telefonia mobile e alla radiodiffusione televisiva, fino ai sistemi di guida per aerei, navi, satelliti e alla difesa.

Il fatturato di questi servizi nel 2006 si è aggirato a circa 240-260 miliardi di euro.

 

Le regole attualmente in vigore, spiega dunque la Ue, sono del tutto inadeguate e non consentono “di tenere il passo con la convergenza dei servizi mobili, televisivi e internet”.

 

Un loro aggiornamento è stato chiesto con insistenza dagli operatori mobili, che vorrebbero utilizzare le bande finora riservate ai servizi GSM per i servizi 3G.

I servizi 3G utilizzano attualmente la banda intorno ai 2GHz e la possibilità di usare le frequenze più basse dedicate al GSM potrebbe rappresentare un modo per estendere la copertura fino a 4 volte gli attuali livelli, oltre che per migliorare la ricezione indoor.

 

Le decisioni relative a chi può utilizzare lo spettro in ogni Paese spettano alle Authority nazionali, mentre la Ue ha il compito di stabilire l’applicazione delle frequenze per i specifici servizi.

 

Lo scorso anno, le autorità di Francia e Gran Bretagna (Arcep e Ofcom) hanno cominciato a considerare – dietro la pressione degli operatori nazionali – la possibilità di permettere la riutilizzazione delle frequenze 900 e 1800 MHz per il 3G.

 

L’introduzione di una gestione dello spettro più flessibile e basata sulla domanda del mercato, potrebbe portare – secondo i calcoli della Commissione – benefici per ulteriori 8-9 miliardi di euro in Europa, mentre in base ai dati di un’indagine condotta da Booz Allen Hamilton per conto dell’Umts Forum, l’armonizzazione a livello europeo delle politiche di allocazione dello spettro radio potrebbe aumentare, da qui al 2020, il potere d’acquisto dei consumatori europei di 244 miliardi di euro.

 

La Comunicazione “Accesso rapido allo spettro per le comunicazioni elettroniche senza fili attraverso maggiore flessibilità”, propone nuove misure per un approccio più flessibile allo spettro radio, a partire dall’identificazione di diverse bande per le quali bisogna allentare urgentemente le restrizioni regolamentari attualmente in vigore.

 

Alcune di queste misure, che rispondono ai bisogni più urgenti, potranno essere messe in atto senza apportare modifiche alle attuali disposizioni in materia di telecomunicazioni: tra queste, appunto, l’apertura delle frequenze GSM ai servizi 3G.

Nuovi prodotti e servizi, inoltre, potranno accedere alle frequenze lasciate libere dal passaggio alla televisione digitale (il cosiddetto dividendo digitale).

 

“Queste misure – ha sottolineato la Commissione – hanno il potere di rafforzare lo sviluppo economico a livello europeo e di offrire vantaggi concreti ai consumatori”.

 

Altre misure hanno l’obiettivo di rendere le condizioni di autorizzazione all’accesso di alcune bande di frequenze meno restrittive. La loro realizzazione, però, richiederà più tempo : a questo scopo si terranno discussioni con gli Stati membri, in attesa dell’implementazione delle nuove regole comunitarie in materia di telecomunicazioni.

 

Garantire ai detentori dei diritti d’uso delle frequenze la libertà di determinare l’uso più opportuno di questi diritti – ha concluso la Commissione – “richiede un ruolo più attivo dell’industria, che deve quindi impegnarsi ad evitare le interferenze radio in modo da fornire ai consumatori servizi senza interruzioni e per assicurare il coordinamento tra i diversi player su mercati un tempo separati e ora convergenti, come ad esempio quello del broadcasting, della telefonia mobile e dell’Information Technology”.

 

L’Authority francese, intanto, ha trasmesso al ministro dell’Industria le modalità e le condizioni di attribuzione della quarta licenza 3G, in seguito alla chiusura di una consultazione pubblica condotta tra il 5 ottobre e il 17 novembre 2006.

 

La consultazione era stata lanciata dall’Arcep per preparare le modalità di riutilizzo delle frequenze 900 e 1800 MHz per il 3G. A questo scopo, l’Authority d’oltralpe ha consultato i player del mercato per stabilire un eventuale interesse per una nuova licenza 3G, al fine di determinare se nello schema di partizione delle frequenze 900 e 1800 MHz dovranno essere considerati tre o quattro operatori.

 

L’Autorità considera che l’attribuzione di una nuova licenza potrebbe servire a intensificare la concorrenza sul mercato delle comunicazioni mobili e a stimolare l’evoluzione dei servizi verso la terza generazione “a tutto vantaggio dei consumatori”.

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