Tlc: riflettori puntati sull’India. Dopo la Cina, nuovo Eldorado per i carrier

di Alessandra Talarico |

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L’industria della telefonia mobile ha scoperto, dopo la Cina, un nuovo Eldorado: l’India.

Dopo diversi anni trascorsi a parlare e valutare le enormi potenzialità del mercato cinese, l’accordo da 11 miliardi di dollari per l’acquisto dell’operatore mobile Hutchison Essar da parte del colosso britannico Vodafone ha contribuito a puntare i riflettori proprio verso l’India.

 

Con i suoi 150 milioni di utenti e una penetrazione ferma ad appena il 15% della popolazione, l’India rappresenta già il quarto mercato mobile mondiale, dietro la Cina, gli Stati Uniti e la Russia.

 

Secondo le stime del governo, gli utenti mobili dovrebbero raggiungere quota 500 milioni nel 2010, mentre già entro la fine di quest’anno il Paese dovrebbe superare la Russia.

 

La mossa di Vodafone ha quindi aperto la strada agli appetiti degli operatori occidentali: anche la francese Orange, ha fatto sapere di stare valutando eventuali acquisizioni sul mercato, “appena si presenterà la giusta opportunità”, anche se alcuni analisti hanno considerato troppo alta la cifra pagata dal gruppo britannico per Essar.

 

Allo stesso modo, molte compagnie telefoniche indiane stanno guardando con attenzione ai mercati occidentali, in attesa che anche per loro si presenti l’occasione giusta.

 

Sul fronte cinese, intanto, sembra esserci calma piatta: tutti attendono l’assegnazione delle licenze di terza generazione, ma le continue dilazioni del governo sembra stiano facendo spazientire molti vendor, che pure attendevano con ansia un’operazione data più volte per imminente.

 

Sono anni infatti che la Cina promette di assegnare le licenze 3G ‘al più presto’. L’ultimo annuncio diceva che la terza generazione avrebbe debuttato in tempo per le Olimpiadi di Pechino 2008.

 

C’è anche chi crede che – visto l’enorme sviluppo del mercato wireless cinese – il TD-SCDMA (accettato come standard 3G internazionale nel 2000) sarà un temibile concorrente per gli altri standard, anche se probabilmente, il largo uso del Gsm in Cina risulterà in una più ampia diffusione dello standard WCDMA.

 

Molti osservatori davano per certo l’annuncio dell’assegnazione delle licenze 3G in Cina nel corso del 3GSM di Barcellona, ma il China Pavilion ha in effetti ospitato solo qualche azienda minore e ha destato scarsa attenzione nel pubblico e negli addetti ai lavori.

 

Ancora prima di assegnare le licenze 3G, inoltre, la Cina è già passata alle sperimentazioni del 4G, lanciate nel distretto Changning di Shanghai, dopo un field trial condotto a ottobre 2006.

 

Secondo Lin Cheng, presidente per l’Europa del vendor cinese ZTE, “…il governo cinese vuole assicurarsi di scegliere lo standard giusto, visto che la tecnologia deve ancora essere migliorata”.

 

La Cina, come è noto, ha sviluppato un proprio standard – il TD-SCDMA – che dovrebbe competere con gli standard globali W-CDMA (wideband CDMA) e CDMA2000 EV-DO (evolution data optimized), utilizzati nel resto del mondo.

Il nuovo standard dovrà essere affidabile e garantire economie di scala per raggiungere il successo, ma è ancora troppo giovane e poco testato sul campo per essere esportato così che, quand’anche arriverà sul mercato cinese, sarà difficilmente apprezzato da coloro che si trovano a dover viaggiare all’estero.

 

Quando lo standard arriverà sul mercato, inoltre, alter tecnologie nuove e migliori – come il WiMax – saranno già state lanciate nella fase commerciale. Il TD-SCDMA, allora, sembrerà davvero “troppo piccolo, troppo tardi”.

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