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Il 3G è morto? Gli operatori puntano ai contenuti, ma è troppo presto per parlare di 4G

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Fornire i contenuti giusti per la fruizione mobile è l’obiettivo principale degli operatori telefonici che ancora, però, non hanno potuto toccare con mano i vantaggi economici legati alla trasmissione dati sui network di terza generazione.

Il 3G,  dato già per spacciato da alcuni analisti i quali considerano la tecnologia ‘deludente’, sta appena adesso cominciando a farsi strada sul mercato consumer e ha raggiunto alla fine del 2006 quota 100 milioni di utenti nel mondo, pari a una crescita del 102% anno su anno e del 16,6% sul trimestre precedente.

 

Gli utenti 3G generano un Arpu (ricavo medio per utente) che è del 5% al 20% superiore della media. Un dato che potrebbe rappresentare una boccata d’ossigeno non indifferente per gli operatori, dal momento che la concorrenza è sempre più agguerrita e spinge al ribasso l’Arpu e i margini, a livelli tali da non poter essere compensati dall’aumento degli introiti legati alle applicazioni dati.

 

Secondo l’analista Jake Saunders, gli operatori “guardano con interesse a servizi quali YouTube Mobile e Jamster per offrire agli utenti contenuti in grado di stimolare l’utilizzo dei dati”.

 

Anche le piattaforme di messaging come il BlackBerry di Research in Motion e le soluzioni enterprise stanno spingendo in alto il traffico dati e i profitti non-voice. Questi ultimi rappresentano attualmente tra il 15% e il 29% delle revenues e una porzione molto significativa – dal 3% al 17% – è rappresentata dal download di contenuti da internet.

 

Gli operatori puntano dunque con sempre maggiore vigore sui servizi di entertainment, non tanto i programmi precotti dei broadcaster, che hanno dimostrato di non riuscire ad attrarre molti utenti, quanto i cosiddetti ‘user generated contents‘ ossia i materiali realizzati dagli utenti stessi e caricati sul web.

 

Questi contenuti andranno a rappresentare col passare degli anni una mole di traffico non indifferente che dovrà essere gestita al meglio dagli operatori, che vogliono trasformare il telefonino in un mini Pc ma dovranno dimostrare di riuscire a veicolare i dati nella maniera più efficiente possibile.

 

Assodato che le reti 3G non si sono rivelate quella miniera d’oro che gli operatori avevano stimato al momento dell’acquisto delle miliardarie licenze, non resta che guardare oltre, alla quarta generazione.

 

Tutti sembrano infatti d’accordo sul fatto che al massimo il 3G possa garantire una gestione migliore del traffico voce nelle zone sovraccariche del network, ma non offrire agli utenti un’esperienza internet mobile soddisfacente.

 

Da una prospettiva puramente tecnologica, il 4G è già tra noi, sotto forma di diversi acronimi che vanno dall’HSPA al WiMax, ma non è ancora dato sapere quale tecnologia prevarrà sulle altre.

Molti fornitori di tecnologie sono già pronti coi loro prodotti – al 3GSM, Alcatel-Lucent ha dato dimostrazione live di entrambe, ad esempio – ma non sono in molti a volersi sbilanciare.

 

Ai fornitori di contenuti e agli utenti, infatti, poco importa di quale tecnologia essi debbano utilizzare: tutto ciò che vogliono è poter accedere a internet dal telefonino come fanno dal Pc di casa.

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