Unione Europea
Lo spettro radio è una risorsa pubblica finita – e un bene economico – sempre più richiesto, poiché fondamentale per tutte le applicazioni basate sulle comunicazioni senza fili, dalla telefonia mobile e la radiodiffusione televisiva, ai sistemi di guida per aerei, navi, satelliti e alla difesa.
Per quanto riguarda nello specifico l’utilizzo dello spettro radio in ambito tlc, la Commissione europea sta pensando di allentare i vincoli relativi all’uso delle frequenze per i servizi di telefonia mobile e lancerà una proposta presumibilmente il mese prossimo.
Il commissario Viviane Reding, forse per farsi perdonare la sua ostinazione a voler tagliare i costi del roaming, vorrebbe infatti permettere agli operatori di utilizzare lo spettro 2G per i servizi di terza generazione.
Una decisione che potrebbe portare una boccata d’ossigeno agli operatori, che hanno speso miliardi di euro per acquistare le licenze 3G.
I servizi 3G utilizzano attualmente la banda intorno ai 2GHz e la possibilità di usare le frequenze più basse dedicate al GSM potrebbe rappresentare un modo per estendere la copertura fino a 4 volte gli attuali livelli, oltre che per migliorare la ricezione indoor.
Le decisioni relative a chi può utilizzare lo spettro in ogni Paese spetta alle Authority nazionali, mentre la Ue ha il compito di stabilire l’applicazione delle frequenze per i specifici servizi.
Lo scorso anno, le autorità di Francia e Gran Bretagna (Arcep e Ofcom) hanno cominciato a considerare – dietro la pressione degli operatori nazionali – la possibilità di permettere la riutilizzazione delle frequenze 900 e 1800 MHz per il 3G.
Un intervento di Bruxelles in questo senso permetterebbe alle telco di risparmiare sui costi per le infrastrutture a supporto dei servizi 3G, nonché di evitare nuovi esborsi miliardari per acquistare pozioni supplementari di spettro.
Il tutto dovrebbe quindi aiutare a lanciare sul mercato servizi di terza generazione a un prezzo più abbordabile.
L’accesso alle frequenze 900MHz è particolarmente importante, sia per gli operatori esistenti che per i new entrant, in vista di un’estensione della copertura del territorio e per garantire una migliore copertura 3G all’interno degli edifici.
La proposta tuttavia potrebbe rischiare di dividere l’industria, dal momento che non tutti gli operatori possiedono network 2G. Tra questi, ad esempio, Hutchison Whampoa – proprietario di 3 – che non dispone di spettro 2G.
Le attuali regole a governo delle risorse radio – designate a sviluppare uno standard mobile comune – sono in vigore da più di 20 anni. Il piano, come ha anticipato il Financial Times, verrà proposto il mese prossimo e ufficializzato presumibilmente a giugno dal commissario Reding, sempre più deciso a lasciare il suo segno sul mercato europeo delle telecomunicazioni, valutato all’incirca 270 miliardi di euro l’anno.
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