Italia
La fornitura di connettività a banda larga dovrebbe essere garantita al pari dei servizi universali, quali l’acqua potabile e la fornitura di energia elettrica. E’ quanto ha evidenziato il presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta, Luciano Caveri, intervenendo alla sessione plenaria del Comitato delle Regioni.
“…L’Unione europea riconosce la possibilità per l’ente pubblico di investire nelle zone di montagna per la diffusione della banda larga e ci incoraggia a procedere sulla via sin qui intrapresa in Valle d’Aosta“, ha dichiarato Caveri, a margine dei lavori del Comitato che ha approvato tra l’altro il parere da lui redatto in materia di eGovernment.
Commentando in particolare il documento comunitario “Colmare il divario nella banda larga“, su cui il Comitato delle regioni si è espresso favorevolmente, Caveri ha sottolineato che l’orientamento della Commissione Ue “….conferma l’opportunità per la Valle d’Aosta di intervenire direttamente in alcune zone del territorio per la fornitura di servizi di connettività anche con logiche più performanti rispetto all’adsl”.
Il presidente Caveri ha comunque precisato che l’intervento regionale potrebbe attuarsi solo “in casi limite“, considerando tra l’altro che “…l’accordo sottoscritto dalla Valle d’Aosta con la società Telecom Italia consentirà una copertura di accesso a internet con alte velocità su tutto il territorio”.
Altra cosa importante, ha sottolineato, è “…la disponibilità di connettività a banda larga a prezzi accessibili su tutto il territorio dell’Unione, componente essenziale – ha spiegato – per garantire qualità dei servizi ai cittadini, promuovere la competitività e la produttività sui territori, nonché permettere uno sviluppo diffuso della società dell’informazione e della conoscenza anche in zone che tradizionalmente ne sono escluse”.
Nel parere proposto da Caveri viene indicato il timore “…che la diffusione della banda larga possa incappare nei tipici fenomeni di fallimento del mercato“; ciò avviene, ha spiegato Caveri, quando “…gli operatori privati non vedono la redditività di investimenti infrastrutturali in aree marginali, rurali a scarsa densità di popolazione o dove l’orografia del territorio li renda particolarmente complessi e onerosi”.
Tra le indicazioni normative contenute nel parere Caveri sull’eGovernment viene espresso l’auspicio “…che sia assicurata nel rispetto del principio di sussidiarietà, una competizione senza discriminazioni tra gli operatori e le tecnologie esistenti e future”.
La Valle d’Aosta si sta muovendo velocemente verso le nuove tecnologie, prova ne è anche la novità che riguarda il parco del Mont Avic, dove con l’ausilio di un palmare si migliora la fruibilità della zona.
Ai visitatori vengono forniti apparecchi informatici che dispongono una guida interattiva con tecnologia RFID (Radio Frequency Identification), un sistema che attiva automaticamente, appena una persona si trova in un sito di interesse, la spiegazione o il filmato.
“…Abbiamo riscontrato da parte dei partecipanti un notevole interesse – ha spiegato Massimo Bocca, direttore del parco – e il prossimo anno dovremo migliorare l’offerta: vorremo fornire i palmari anche negli alberghi, fare più pubblicità a questa iniziativa e prestarli anche per più giorni, perché alcuni percorsi sono lunghi”.
L’adozione delle guide interattive è un tassello del progetto più ampio denominato Vinces (Valle d’Aosta Internet Network for Community, Enterprise, Schools) implementato dal Centro Sviluppo per conto della Regione Valle d’Aosta cofinanziato con fondi europei per lo sviluppo regionale.
Super tecnologico anche il vicino Piemonte, dove nel rifugio alpino Willy Jervis, posto a 1.732 metri in Val Pellice (Torino) è stata attivata da qualche giorno una connessione satellitare che consente la navigazione sulla rete Internet a 8 megabit al secondo: una velocità invidiabile anche per molti residenti in aree di pianura della provincia piemontese.
Il progetto di collegamento satellitare della Regione Piemonte, Direzione informatica, in collaborazione con l’assessorato alla Montagna e con il Csi-Piemonte, interessa per ora 10 rifugi alpini piemontesi – è in fase di valutazione l’estensione a tutti i rifugi di proprietà pubblica del Piemonte – e rientra nel progetto Wi-Pie, che prevede la realizzazione di reti wireless nei territori delle comunità montane piemontesi.
I rifugi sono stati individuati tra quelli di proprietà pubblica raggiungibili con mezzi ordinari e con apertura annuale o quasi. Dopo il Jervis, nei prossimi giorni è prevista la conclusione di tutte le altre installazioni.
“…La disponibilità di navigazione in internet per gestori e utenti dei rifugi alpini – ha osservato Bruna Sibille, Assessore regionale alla montagna – rappresenta una grande opportunità di promozione e di marketing del rifugio e del suo territorio, perché consente agli utenti di accedere, a banda larga, a tutti i servizi informativi raggiungibili via web”.
“…La banda larga – ha spiegato l’Assessore all’Innovazione, Andrea Bairati – è un servizio fondamentale per garantire uno sviluppo economico complessivo del territorio piemontese. Il diritto di cittadinanza digitale, sul quale costruire anche una maggiore partecipazione democratica, deve essere assicurato a tutti i cittadini. Grazie al progetto Wi-Pie della Regione Piemonte, a fine 2008 i 1.206 Comuni piemontesi saranno interamente coperti da servizi a banda larga”.
Oltre ai servizi di posta elettronica, particolare interesse ha la consultazione delle informazioni meteorologiche e territoriali, compreso l’accesso alle mappe e alle immagini satellitari; l’accesso alle banche dati specializzate sulle attività di montagna (Cai, Guide alpine), ai servizi di prenotazione dei pasti e dei pernottamenti nell’ambito di un itinerario. Agli utenti potrebbe persino essere offerta la possibilità di telefonare via internet (VoIP): un servizio la cui attivazione è affidata alla scelta del gestore del rifugio.
La connessione internet può rappresentare anche un sistema di backup (duplicazione) in caso di guasto all’impianto di radiotrasmissione (o telefonico) di cui il rifugio è dotato, così come può essere utilizzata per sviluppare sistemi di trasmissione video (webcam che trasmette immagini su Internet) o di video-sorveglianza.
La connessione tra rifugi alpini, impianti sciistici, centri e mezzi di soccorso, potrebbe essere poi utilizzata anche per costruire sistemi di gestione per gli interventi in emergenza, da affiancare a quelli già esistenti.
La stazione satellitare è composta da una parabola del diametro di 90/120 cm da installare sul tetto o sulle pareti esterne del rifugio, e da una unità interna, il modem/gateway con canale di ritorno, in grado di gestire la connettività satellitare IP (Internet protocol) bi-direzionale, che dispone di una uscita Ethernet (protocollo per reti locali) al quale è possibile collegare l’eventuale Lan (rete locale) o un singolo personal computer.
Lo stesso apparato modem/gateway può essere utilizzato per fornire e distribuire connettività anche ad altre tecnologie, come ad esempio il Wi-Fi (Pc portatili, palmari ecc.), con l’aggiunta di un semplice access point.
Al rifugio Willy Jervis di Bobbio Pellice, la società che ha curato l’installazione della parabola per conto di Skylogic, d’intesa con il gestore del rifugio, ha installato anche una webcam, un apparato VoIP per telefonare e un access point per distribuire il segnale senza fili all’interno del rifugio e nelle immediate vicinanze.