Videotelefonini e minori: 16 operatori firmano il ‘Quadro Europeo per un uso più sicuro dei cellulari’

di Alessandra Talarico |

La Ue, intanto, studia misure per un uso consapevole delle nuove tecnologie.

Unione Europea


Videofonino

Il telefonino è uno tra gli gadget tecnologici più diffusi in Europa e sempre più bambini ne possiedono uno. Di fronte alle nuove opportunità offerte dai cellulari, che consentono di collegarsi a internet e di scaricare o ricevere via mms foto e video, sono in molti a chiedersi come proteggere i minori dall’offensiva della pornografia e da abusi quali la diffusione di video magari girati per scherzo, ma che poi, inevitabilmente vengono postati su internet e fanno il giro del mondo.

 

Gli ultimi fatti di cronaca, italiana e internazionale, ci insegnano che la tecnologia video integrata nei telefonini è un’arma a doppio taglio: consente di svelare al mondo le magagne dei potenti e le piccole e grandi ingiustizie che resterebbero altrimenti sconosciute ai più, ma pone anche a rischio la privacy dei meno accorti, che – incuranti degli ormai diffusissimi videotelefoni – si lasciano andare ad atteggiamenti deprecabili senza rendersi conto che questi, in un batter d’occhio, potrebbero fare il giro del mondo via web.

 

Di fronte a questo uso sempre più diffuso dei videotelefonini da parte dei minori, in occasione della celebrazione in 40 Paesi del mondo, della quarta giornata per un internet più sicuro (Safer internet day) sono scese in campo anche la Commissione europea e l’associazione degli operatori mobili GSM Europe, che ha sottoscritto il “Quadro Europeo per un uso più sicuro dei cellulari da parte di ragazzi e bambini”. .

 

Bruxelles sta studiando delle misure atte a tutelare i più piccoli dall’invasione di informazioni incontrollate reperibili via telefonino: appare insensato, infatti, battersi contro la pornografia e la pedofilia sul web, se poi gli stessi contenuti possono facilmente arrivare proprio sul cellulare, strumento molto personale che difficilmente i genitori si azzardano a controllare.

 

Tra le ipotesi al vaglio della Commissione, il lancio di una campagna di sensibilizzazione rivolta proprio ai genitori, troppo spesso inconsapevoli dei rischi che i loro figli corrono navigando senza alcun controllo il web dal computer o dal telefonino e un eventuale divieto, per i minori, di acquistare sia un cellulare che una scheda telefonica.

Niente di sicuro è stato ancora stabilito dalla Commissione, che potrebbe anche decidere di obbligare i gestori a fornire, insieme al cellulare, una password per l’accesso a internet.  

 

Sedici operatori appartenenti a GSM Europe, intanto hanno sottoscritto il Quadro Europeo, che detta “una serie di raccomandazioni per assicurare che bambini e ragazzi possano accedere in modo sicuro ai contenuti sui loro telefonini”.  Il quadro – ha spiegato l’associazione – “faciliterà l’elaborazione di accordi nazionali volontari, mettendo in luce le iniziative già intraprese con successo in alcuni Stati Membri da parte di operatori mobili e fornitori di contenuti”.

Tra i temi affrontati dal Quadro Europeo vi sono: i meccanismi di controllo dell’accesso; la classificazione dei contenuti commerciali; la lotta ai contenuti illegali su internet e la realizzazione di attività di sensibilizzazione.

 

I firmatari del quadro sono: Bouygues Telecom, Cosmote, Debitel, Deutsche Telekom, Go Mobile Malta, Hutchison Europe 3G, Jamba! , Mobile Entertainment Forum, Orange, KPN, SFR, Telecom Italia, Telefonica Moviles, Telenor, TeliaSonera e Vodafone.

 

Per Luigi Gambardella, Vice President for the Relations with the International Institutions di Telecom Italia, il Quadro Europeo promosso dalla Commissione assume un grande valore, dettando regole comuni per i soggetti che svolgono un ruolo chiave nella protezione dei minori: “Vogliamo ringraziare il Commissario Viviane Reding – ha dichiarato Gambardella – per il supporto dato a questa iniziativa in modo puntuale ed efficace, riconoscendo che la protezione dei minori nella fornitura dei servizi mobili è un obiettivo comune sia per le istituzioni europee che per l’industria mobile”.

Secondo un sondaggio Eurobarometro del maggio 2006, in Europa, il 70% dei giovani tra i 12 e i 13 anni e il 23% dei bambini d’età compresa tra gli 8 e i 9 anni possiede un telefono cellulare. Sempre secondo lo stesso sondaggio, il 20% dei bambini tra i 7 e i 15 anni non consulta mai i genitori sull’uso del cellulare, e il 30% dichiara candidamente che “Papà e mamma ignorano cosa faccio col telefonino”.

Per quanto riguarda nello specifico il nostro Paese, secondo i dati di Eurisko, la metà dei bambini di età compresa tra 8 e 13 anni possiede un cellulare, percentuale che sale al 90% nella fascia di età tra i 14 e i 19 anni.

 

Già a luglio la Ue era entrata nel merito dei potenziali rischi legati all’utilizzo dei telefoni cellulari da parte dei minori, lanciando una consultazione pubblica chiusa a novembre. La consultazione s’inserisce in un processo avviato nel giugno 2005, durante una sessione plenaria del forum per un internet più sicuro che aveva attirato 200 rappresentanti di imprese e di organizzazioni per la tutela dei minori.

La Commissione auspica che un dibattito del genere a livello europeo possa portare all’istituzione di un sistema di autoregolamentazione analogo a quello che si sta mettendo a punto in alcuni Stati membri ed è in questa prospettiva che essa sostiene numerose iniziative avviate in materia dagli operatori delle reti mobili, dalle ONG e da altre parti interessate.

 

“I telefoni cellulari fanno parte della nostra vita quotidiana, non solo di quella degli adulti, ma anche di quella degli adolescenti e, sempre più, di quella dei bambini. La comunicazione mobile rappresenta una grande opportunità per lo sviluppo delle economie e delle società europee. È necessario, tuttavia, continuare a garantire la tutela dei minori” aveva dichiarato allora Viviane Reding, Commissario Ue responsabile per la società dell’informazione e dei media, secondo cui “la responsabilità della tutela dei minori nel campo della telefonia mobile spetta a tutti gli attori del settore: imprese, associazioni per la tutela dell’infanzia e organismi pubblici. Migliorando l’efficacia dell’autoregolamentazione si ridurrà la necessità dell’intervento statale”.

 

Il forum per un internet più sicuro fa parte del programma per l’uso sicuro del web, attivo dal 1999, che mira a mettere a disposizione dei genitori e degli insegnanti le conoscenze e gli strumenti necessari per garantire un utilizzo senza rischi di internet da parte dei minorenni.

 

Il programma in corso, di una durata di quattro anni (2005-08), ha una dotazione di 45 milioni di euro per combattere i contenuti illegali e nocivi in internet. Il programma riguarda anche altri media, come i filmati video, ed è stato elaborato esplicitamente per combattere il razzismo e i messaggi di posta elettronica indesiderati (spam).

 

I troppo ingenui, come me, si chiedono se non basterebbe un minimo di buon senso da parte dei genitori che potrebbero limitarsi a regalare ai pargoli un telefonino senza troppe ambizioni, che consenta semplicemente di telefonare e inviare sms. Invece no: i figli, si sa, so’ piezz e core, e quindi non si vorrebbe mai vederli in difficoltà di fronte all’amichetto che magari si ritrova in tasca l’ultimo modello iper-tecnologico.

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